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NBA, anche Westbrook è umano: vince Portland

NBA
russ

La stella dei Thunder segna 40 punti in tre quarti, ma sbaglia nove tiri su undici nell'ultimo quarto e permette la rimonta di Portland, che vince 114 a 109 grazie ai 33 di Damian Lillard

Ogni volta che scende in campo Russell Westbrook, nel bene e nel male la partita si gioca secondo i suoi termini. Quella disputata sul campo dei Portland Trail Blazers, in particolare, è una gara dai due volti: dominante nei primi tre quarti, chiusi con 40 punti (terza partita in fila da 40-5-5, solo Michael Jordan come lui nella storia); impreciso e stanco nell’ultimo, in cui ha sbagliato 9 degli 11 tiri tentati con 0/5 da tre, tra cui quella con cui avrebbe potuto pareggiare la sfida sul 112 pari a 10 secondi dalla fine. Alla fine il tabellino è comunque di tutto rispetto (45 punti, 8 rimbalzi e 4 assist con 15/15 ai liberi), ma il 12/36 al tiro e soprattutto il 6/16 da tre lo hanno condannato ad uscire sconfitto dopo quattro vittorie consecutive. Non che i suoi compagni gli abbiano dato particolarmente una mano, specialmente quelli del quintetto — solo 12 punti combinati in quattro — e neanche Doug McDermott dalla panchina (1/6 dall’arco), mentre molto meglio sono andati Enes Kanter (18 punti e 10 rimbalzi) e Taj Gibson (15 punti con un canestro incredibile dalla sua metà campo sul finire del primo tempo).

Dame Time — Gli errori dei Thunder non tolgono però nulla alla rimonta dei Blazers, che sotto 94-101 a poco più di 5 minuti dalla fine hanno realizzato un parziale di 16-0 per ribaltare completamente la partita, suggellato da una tripla difficilissima di Damian Lillard — il migliore dei suoi con 33 punti e 11/23 dal campo. Oltre al “solito” C.J. McCollum da 18 punti, è da segnalare l’ottima prestazione di Jusuf Nurkic a centro area, capace di essere un fattore grazie a 18 punti, 12 rimbalzi, 6 assist, 2 recuperi e 5 stoppate (massimo in carriera pareggiato) con soli tre errori al tiro (7/10). Insieme alle doppie cifre toccate dalle ali versatili Maurice Harkless (10 punti) e Al-Farouq Aminu (14 dalla panchina), i Blazers hanno tenuto duro al tentativo di contro-rimonta dei Thunder, nonostante una grave palla persa e dei rimbalzi offensivi concessi che avevano dato ad Alex Abrines la tripla per tornare sul -1 a 17 secondi dalla fine, prima del canestro del pareggio sbagliato da Westbrook a chiudere una serata così così dall’arco per OKC (11/29 dopo che l’altro ieri contro Utah aveva tirato 15/22).

Un-clutch — La sconfitta nel finale è uno dei rari casi in cui Westbrook non è riuscito a trascinare i suoi, visto che fino ad ora era stato il miglior giocatore della NBA nei momenti “clutch” delle partite (ultimi 5 minuti di gara con punteggio entro 5 punti). In quelle situazioni le cifre parametrate su 36 minuti del candidato MVP erano fuori da ogni logica: 57.8 punti, 12.1 rimbalzi, 6.2 assist, 5.3 palle perse e 2.7 recuperi, con il 57.7 di percentuale “reale” e +28.4 di differenziale su 100 possessi. Numeri che per una volta non sono stati confermati contro Portland, capace di fare la differenza soprattutto in attacco (33-24 il parziale nell’ultimo quarto) e in area (54 punti a 38 alla fine) per rimanere in scia a Denver nella corsa all’ottavo posto a ovest, distante ora due partite e mezza.