Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, Steph Curry torna a NYC e sfida i Knicks

NBA
Sul parquet del Madison Square Garden Steph Curry ha fatto segnare il suo massimo in carriera (foto Getty)

Golden State arriva a New York sulla scia di due sconfitte in fila (e non succedeva da 146 partite). A 4 gare di distanza dall'ottavo posto, per poter sperare ancora nei playoff ai Knicks servono vere e proprie imprese: come quella di battere la miglior squadra NBA. In prima serata (21.30) su Sky Sport 2 l'appuntamento da non perdere

Da quell'ormai lontano 27 febbraio 2013 ogni gara di Steph Curry sul parquet del Madison Square Garden non può essere considerata una partita come le altre. Allora paradossalmente arrivò una sconfitta per i suoi Warriors, ma negli occhi di ogni tifosi ci sono ancora i 54 punti regalati ai tifosi della world’s most famous arena, testimoni di una pagina unica della pallacanestro recente: 18/28 al tiro, un incredibile 11/13 da tre punti, l’assoluta perfezione dalla lunetta (7/7). Per lui anche 7 assist, 6 rimbalzi e 3 recuperi, che rischiano spesso di venire dimenticati, ma a uscire vincenti dal campo furono appunto i New York Knicks, 109-105, grazie ai 35 di Carmelo Anthony. Sono passati più di quattro anni ma Curry e Anthony si ritrovano di nuovo uno di fronte all’altro, nel più classico dei matinée newyorchesi (ore 21.30 italiane, live su Sky Sport 2). Il primo è il dodicesimo marcatore NBA a quota 24.8 (e neppure il top scorer della sua squadra, perché Kevin Durant gli è davanti per mezzo punto di media a sera), il secondo lo segue da vicino alla posizione n°15, con 23.3 punti a partita. Gli uomini copertina sono loro ma, dopo quel massimo in carriera ancora ineguagliato dopo oltre quattro anni, l’attesa per quello che potrebbe essere capace di fare il n°30 degli Warriors è già da solo un motivo di grande interesse all’interno di questa sfida, che vive anche della curiosità di vedere Golden State costretta a cercare nuovamente la vittoria dopo due sconfitte consecutive, una cosa che – in stagione regolare – alla squadra californiana non succedeva dal 5-7 aprile 2015. 

Duelli & tattica – Sotto “accusa” – molto tra virgolette – per questo doppio passo falso sono curiosamente finiti proprio Steph Curry e Klay Thompson. Gli “Splash Brothers”, infatti, hanno mandato fuori bersaglio tutte le nove triple tentate a Chicago nell’ultima sconfitta (3/22 in generale la loro pessima prestazione al tiro) e ancora in precedenza, nel primo ko contro Washington, dall’arco si erano esibiti in un tutt’altro che onorevole 5/22. Un’autentica rarità per quelli che, cifre alla mano, rimangono due tra i migliori tiratori da tre punti di tutta la lega (solo 7 volte nella storia NBA, ad esempio, due compagni di squadra hanno mandato a bersaglio 7 o più triple a testa nella stessa partita, e Curry & Thompson sono gli unici ad averlo fatto due volte, l’ultima il 22 gennaio scorso contro Orlando). Il duello diretto per Curry (due volte MVP NBA nel 2015 e nel 2016) lo metterà di fronte a Derrick Rose, uno che come lui è riuscito a ottenere (nel 2011) il premio individuale più ambito di tutta la lega. Thompson, invece, avrà le mani piene – insieme a Draymond Green – per cercare di contenere Carmelo Anthony, che dovrebbe vedere ancora più minuti del solito in posizione di 4 tattico, esperimento recentemente varato da coach Hornacek che sembra dare qualche risultato incoraggiante ai blu-arancio. Con Lance Thomas in quintetto in ala accanto ad Anthony e Porzingis da 5 tattico, il lineup dei Knicks ha il secondo miglior defensive rating di squadra tra quelli con più di 50 minuti (102.8 punti subiti per 100 possessi) e un ottimo +19.5 di net rating, dati la cui importanza è ancora più evidente se si pensa che New York è in assoluto al 24° posto in entrambe le statistiche, subendo normalmente 108.4 punti ogni 100 possessi, per un poco incoraggiante -3.4 di net rating. 

Precedenti – Per una squadra teoricamente ancora in corsa per acciuffare con un miracolo l’ottavo posto a Est, i Golden State Warriors non sono certamente l’avversario più comodo contro cui iniziare una rincorsa semi-disperata. Lo dice anche la storia recente degli scontri diretti tra le due squadre: New York ha perso le ultime 5 gare e non vince in casa contro i californiani proprio da quel famoso 27 febbraio 2013 passato alla storia per il career high di Steph Curry. Il recente infortunio a Joakim Noah e la decisione di separarsi da Brandon Jennings (lasciato libero di accasarsi a Washington) sembrano poi due segnali che suggeriscono un certo disimpegno dei Knicks da questo ultimo mese abbondante di stagione, che appare invece più significativo per Golden State, che ha visto San Antonio approfittare dei due ultimi scivoloni per avvicinarsi pericolosamente (solo 2 partite di distanza) al vertice della Western Conference – e a quella testa di serie n°1 ai playoff che assicura il vantaggio del fattore campo. Per gli Warriors, la partita al Garden è la prima di una serie di cinque sfide in sette giorni che metterà a dura prova la tenuta fisica degli uomini di Steve Kerr. Ma si dice che chi ben inizia è a metà dell’opera…