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Nba, problemi al cuore per LaMarcus Aldridge

NBA
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Il lungo degli Spurs fermato a temnpo indeterminato in attesa di nuovi esami. L'annuncio è stato dato dal club texano

“Fuori a tempo indeterminato per via di una leggera aritmia cardiaca”. Si legge così sul comunicato diramato dai San Antonio Spurs per annunciare lo stop che la squadra texana ha imposto a LaMarcus Aldridge, “a cui verrà impedito di scendere in campo finché non saranno completati ulteriori test ed esami clinici”. Uno stop a sorpresa, certo, ma non una novità assoluta per il n°12 dei nero-argento, a cui ancora nel 2007 — mentre giocava per i Portland Trail Blazers — era stata diagnostica la sindrome di Wolff-Parkinson-White, una malattia derivante da un’anomala conduzione cardiaca che può dare origine a episodi di tachicardia sporadica. Al tempo Aldridge aveva saltato le ultime 9 gare della stagione 2006-07, per poi restare ai box per qualche partita anche all’inizio dell’annata 2011-12, di nuovo preoccupato dal ritorno di alcuni sintomi.

 

La salute prima di tutto — Oggi il rientro in campo dell’ala cinque volte All-Star, ovviamente una delle prime questioni aperte dall’improvviso stop, viene liquidato dalla franchigia texana come “l’ultima delle preoccupazioni, di fronte alla salute del giocatore”: “Si parla di tempo indeterminato, e questo dice già tutto”, le parole di coach Gregg Popovich al riguardo, come fatalista su quelli che saranno i risultati degli ulteriori accertamenti medici che decideranno se potrà contare o meno sulla sua ala titolare (17.3 punti, 7.5 rimbalzi e 2 assist le sue medie stagionali al momento) per l’ultimo mese di stagione regolare e, più importante ancora, per i playoff.

Momento Spurs — Gli Spurs accusano il colpo in un momento di grande forma della squadra, uscita vincente in nove delle ultime dieci gare giocate, tanto da poter alimentare ambizioni di primo posto a Ovest, con i Golden State Warriors a portata di aggancio. Con Aldridge fuori e anche Kawhi Leonard momentaneamente ai box — per completare il protocollo imposto obbligatoriamente dalla lega in casi di leggere commozioni cerebrali per colpi ricevuti in campo — le speranze di rincorsa e sorpasso dei texani appaiono ora più complicate, mentre diventa addirittura grottesco lo scontro diretto in programma nella notte proprio con la squadra della Baia, già in versione fortemente rimaneggiata per decisione (in questo caso solo tecnica) di Steve Kerr. Con tutta l’esperienza dei suoi anni, Manu Ginobili riesce perfino a vedere nello stop ai due leader di San Antonio una qualche potenzialità positiva: “Vogliamo migliorare come squadra, vogliamo che altri giocatori si sentano più coinvolti e che il gruppo non debba dipendere troppo da Kawhi o LaMarcus. Questo emergenza potrebbe perfino rivelarsi positiva nel lungo periodo”. Tutto vero, a meno che gli esami clinici non costringano Aldridge a qualcosa di più un semplice stop precauzionale. L’augurio di tutti, ovviamente, è che non sia così, e che l’ala di San Antonio possa tornare a brevissimo in campo.