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NBA: la sfida tra "James" la vince Harden, Cavs ko

NBA

Gli Houston Rockets recuperano la doppia cifra di svantaggio e vincono 117-112 il match casalingo contro i Cleveland Cavaliers, grazie alla 16^ tripla doppia stagionale di James Harden: per il Barba 38 punti, 10 rimbalzi e 11 assist

James Harden non ci sta e avanza prepotentemente la sua candidatura al ruolo di MVP in una delle partite più equilibrate e complesse giocate dai suoi Houston Rockets nelle ultime settimane. Al Toyota Center arrivano i Cleveland Cavaliers, reduci sì da un back-to-back condito con tanto di volo Orlando-Houston, ma con il coltello tra i denti e alla disperata ricerca di una continuità nei risultati che manca ormai da 20 giorni. Il Barba però, ha altre idee: per lui alla sirena finale sono 38 punti, 10 rimbalzi e 11 assist; la 16^ tripla doppia stagionale e la gara n°31 con almeno 30 punti a referto. Basterebbero queste cifre, unite alla crescita esponenziale di una squadra come Houston a renderlo in automatico il candidato ideale al titolo di MVP. Ma in una lega in cui devi vedertela contro i Russell Westbrook e i Kawhi Leonard di questo mondo, nulla è facile da conquistare. Di scontato in effetti c’è solo la stagione senza senso di LeBron James, ai suoi massimi in carriera in termini di efficienza e utilità per la squadra, oltre alla cifre mai così importanti sia alla voce assist (8.9) che a quella rimbalzi (8.3).

LeBron, MVP ogni stagione – Talmente assuefatti al suo strapotere fisico e tecnico che, secondo coach Tyronn Lue, tendiamo a dare per scontato qualsiasi cosa faccia il n°23 sul parquet: “Tante persone, tanti tifosi chiedono a LeBron James di essere semplicemente quello che è; ossia il miglior giocatore del mondo. È molto simile a quello che succedeva ai tempi di Shaq. È nettamente il giocatore più dominante dell’intera NBA, ma non può vincere il premio di MVP ogni anno. Dovrebbero dargli un altro riconoscimento, qualcosa di diverso per tutto ciò che fa in campo e per tutto il suo talento. È in grado di giocare tutte e cinque le posizioni sul parquet, è capace di marcare qualsiasi tipo di avversario, ma nonostante questo non ha vinto il titolo di MVP di continuo. Quello che notano le persone è il margine di miglioramento che ogni giocatore esprime rispetto al passato; questo è quello che pesa nella decisione e non il fatto di essere il migliore in NBA”. A guardare l’andamento dei Cleveland Cavaliers, mai come in questa regular season smarriti ogni volta che LeBron va a sedersi in panchina, è davvero difficile dargli torto.

La partita –Sì, c'è stata anche una grande partita, in cui i campioni NBA all'intervallo sembravano ben avviati verso il successo. James segna 17 punti nel primo tempo, Cleveland ne mette a referto 41 di squadra nel solo secondo quarto e Houston si ritrova sul -14 senza avere particolari colpa. A quel punto però, si sveglia l’altro protagonista del match, il padrone di casa con la barba che segna 11 punti nel solo terzo quarto, chiuso con +13 di plus/minus (il quarto eh, non la partita) e in cui sostanzialmente decide che i Rockets devono vincere la partita. Così sarà, visto che nella quarta e decisiva frazione i texani piazzano la zampata; un parziale che porta la firma dei vari Capela, Anderson e infine Beverley che si scrollano di dosso Cleveland in vista del traguardo. Alla sirena finale sono sei i giocatori di Houston in doppia cifra, così come sei sono quelli che hanno realizzato almeno una tripla in una serata da 16/45 dall’arco. Un dato in media con il resto della stagione per la miglior squadra in termini di produzione di punti dalla lunga distanza, primi davanti proprio ai Cavs che chiudono il match con 17 triple a bersaglio. Tante, ma non abbastanza per ritornare definitivamente a correre in un 2017 in continua altalena. Alla sirena finale il tabellone recita 117-112 Rockets, la quinta sconfitta nelle ultime sette gare per la franchigia dell'Ohio.

Primo posto a rischio? - I campioni NBA adesso infatti vedono sempre più messo in discussione il loro primato, tallonati da Washington Wizards e Boston Celtics distanti ormai soltanto due partite. Una posizione non così salda, visto che c'è ancora uno scontro diretto da giocare contro entrambe. Una squadra invecchiata che soffre in particolar modo i back-to-back in trasferta, affrontati nove volte in questa stagione e conclusi sempre con una sconfitta. Pensare di riuscire a conquistare la prima vittorie del genere a Houston sarebbe forse stato chiedere troppo, visto che i padroni di casa sono 9-2 in situazioni del genere. I Rockets si godono così il loro terzo posto, lontano da Golden State e San Antonio ma con la consapevolezza di essere una delle tre squadre NBA (Bulls e Grizzlies le altre due) ad aver battuto sia Cavs, che Warriors, che Spurs. Risultato non da poco, ma con uno James Harden così nulla sembra impossibile.