In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, su Sky Sport derby azzurro Charlotte-Denver

NBA

Danilo Gallinari fa visita a Marco Belinelli nel secondo “derby” azzurro di stagione, a un mese di distanza da quello vinto dagli Hornets. Motivazioni diversi, lo stesso obiettivo: non dire addio ai playoff

Condividi:

La scoppola di Portland fa ancora male, ma Denver è chiamata a rispondere alle otto vittorie conquistate nelle ultime nove dai Blazers per provare a restare aggrappata a un ottavo posto scivolato dalle mani della squadra del Colorado assieme a Jusuf Nurkic, volato in Oregon e protagonista con i vari Lillard&McCollum di una rimonta che sembrava improbabile soltanto poche settimane fa. Chi invece è stata costretta già da un po’ a rinunciare alla post-season è Charlotte, sprofondata in un vortice di 12 sconfitte in 13 gare a cavallo tra gennaio e febbraio e incapace di tornare a galla. Miami Heat, Indiana Pacers e Chicago Bulls vanno troppo forte rispetto all’incedere fatto di brusche frenate degli Hornets, che a tre vittorie alternano tre sconfitte e non sono riusciti a recuperare posizioni in classifica. L’aritmetica non condanna ancora la squadra del North Carolina, il buon senso sì. Ed è con queste motivazioni opposte che Charlotte e Denver arrivano al match di questa notte in diretta dall’una su Sky Sport 1 con il commento live in italiano.

La stagione di Belinelli – Per Marco Belinelli è tempo quindi di bilanci al termine di una stagione in cui, almeno a livello personale, non sembra avere molto su cui recriminare. Anzi. Arrivato alla corte di Michael Jordan da neo-trentenne reduce dalla peggior esperienza a livello NBA in carriera (come lui stesso ci ha raccontato in occasione del suo compleanno), l’azzurro ha trovato il giusto ambiente per rilanciarsi a Charlotte, mostrando da subito grande continuità nell’andare a bersaglio (a inizi dicembre era il miglior tiratore da tre punti dell’intera NBA con 44% abbondante), per poi calare soltanto a seguito dell’infortunio alla caviglia arrivato sotto Natale nella sfida contro Chicago. Un punto di svolta in negativo, dopo il quale la regular season sua e degli Hornets ha virato verso il peggio, con il numero 21 che ha visto peggiorare le sue cifre al tiro di pari passi al crollo verticale del record di Charlotte. In questo finale però Belinelli si sta proponendo come uno dei pochi giocatori in grado di dare la scossa, motivato come nessuno e in grado di collezionare tre dei quattro ventelli stagionali nell’ultima settimana. Se c’è uno da tenere sotto controllo per la (rivedibile) difesa dei Nuggets, quello è proprio il nostro Marco.

La stagione di Gallinari – Già, la difesa, il vero tallone d’Achille di una squadra che in un basket fatto solo d’attacco sarebbe seconda soltanto all’élite NBA, visto il 5° posto per rating offensivo su base stagionale (109.9), che diventa il primo se si considerano soltanto le ultime 15 (114.5). Il primo violino di un’orchestra composta da ben sei giocatori in doppia cifra di media è Danilo Gallinari, che in stagione viaggia a 17.5 punti di media, seconda miglior prestazione in carriera dopo i 19.5 di 12 mesi fa. Numeri messi assieme un mattone alla volta, un libero alla volta vista la grande capacità del numero 8 di conquistare viaggi in lunetta. Il ruolo di leader tecnico della squadra però, è passato via via dalle sue mani a quelle di Nikola Jokic, la notizia della stagione dei Nuggets, protagonista con 16.3 punti con il 58% dal campo, 9.6 rimbalzi e 4.8 assist. Al +5.1 di Net Rating con il centro serbo sul parquet, Denver si ritrova con un drammatico -7 ogni volta che va a sedersi, crollando dal 115.2 al 104.6 di rating offensivo. Con Jokic i Nuggets producono di gran lunga più di Golden State, senza come i Memphis Grizzlies.

Il precedente - Nella sfida di inizio mese ad avere la meglio furono gli Hornets, nonostante i 22 punti di Gallinari e i 31 con 13 assist di Jokic. A pesare sul match le cinque triple e i 27 punti di Kemba Walker, a cui manca un solo punto per fare un ulteriore passo in avanti nella storia della squadra del North Carolina, diventando l’unico assieme a Dell Curry a segnare 8.000 con la maglia di Charlotte. Traguardi personali e parziali, molto meno importanti rispetto alla conquista della post-season. Tanto per gli Hornets, quanto per i Nuggets: “Sono in questa lega da tanto tempo ed ho imparato ad attendermi alle volte anche l’impossibile – racconta fiducioso coach Malone -. Se smettiamo di crederci, tutto diventa ancora più complesso. Le sconfitte con New Orleans e Portland hanno rovinato il morale di tutti, ma tornare a vincere è il miglior modo per continuare a crederci”. Frasi di circostanza forse, che per una volta però, vanno bene per entrambe le squadre.