Panchinari, comprimari, giocatori mai scelti al Draft: a fare la differenza ai playoff sono anche i giocatori che nessuno si aspetta. Ecco quelli che si sono resi fondamentali per le proprie squadre in questa prima settimana di playoff
NENE | Solamente Larry McNeill nel lontano 1975 aveva chiuso una partita di playoff con 12/12 dal campo. Basterebbe questo per testimoniare l’impatto fondamentale del centro brasiliano, protagonista inatteso della gara-4 che ha dato il vantaggio per 3-1 nella serie ai suoi Houston Rockets -
Il racconto di gara-4
TAJ GIBSON | Nella ricerca di una spalla per Russell Westbrook, il primo e finora unico a rispondere presente è stato il vecchio Gibson: nessun altro giocatore dei Thunder finora è riuscito a superare quota 20, tranne l’ex Bull in gara-3, grazie a un 10/13 dal campo che ha permesso a OKC di cogliere la prima (e finora unica) vittoria nella serie -
Il racconto di gara-3
JAVALE MCGEE | Il suo impatto ormai è indiscutibile: dopo aver chiuso la regular season come miglior giocatore di tutti i Golden State Warriors per Net Rating (+18.7), nei 39 minuti disputati finora quello stesso dato è schizzato a +57.4. Sia in gara-2 che in gara-3 ha chiuso in doppia cifra (15 punti in una e 14 nell’ultima), sbagliando solamente due tiri dal campo (13/15). E dire che prima di questa stagione sembrava destinato alla Cina…
GERALD GREEN | I suoi 18 punti in 23 minuti in gara-4 hanno pareggiato la serie, ma è il suo ingresso in quintetto in gara-3 (dopo due sconfitte consecutive in casa) ad averla fatta svoltare: il suo 50% dall’arco (6/12) è fondamentale per aprire il campo al suo amico Isaiah Thomas -
Schiacciata impressionante per Gerald Green
BOBBY PORTIS | Anche i Bulls però hanno potuto fare affidamento sulla super prestazione di un giocatore inatteso: con 19 punti e 9 rimbalzi in gara-1, Portis sembrava infallibile al tiro (8/10) ed è stato fondamentale per la prima vittoria nella serie. Nelle successive tre partite, però, ne ha segnati solo 13…
PAUL ZIPSTER | In gara-2 l’ala tedesca si è travestita “da Portis”, quantomeno al tiro: con 16 punti e 6/8 dal campo è stato fondamentale per la seconda vittoria di Chicago, anche se il suo contributo si è bruscamente interrotto in gara-4 chiusa con 0 punti…
JOE INGLES | Non ha ancora raggiunto la doppia cifra una singola volta in tutta la serie, eppure con le sue doti dall’arco (7 su 15 nelle ultime tre) e soprattutto l’intelligenza cestistica (19 assist nelle ultime tre, soprattutto 11 in gara-4) si è reso indispensabile per coach Snyder, che mantiene il suo minutaggio sempre oltre i 33 minuti a sera. Chissà cosa ne pensa Doc Rivers, costretto a tagliarlo prima della stagione 2014-15 per sopperire a un buco nel ruolo di point guard…
LANCE STEPHENSON | Il caro e vecchio Lance non è nuovo ai playoff, ma se consideriamo che poco più di un mese fa fa la sua carriera in NBA sembrava al capolinea, e invece si è sparato quattro partite in doppia cifra con percentuali più che discrete (51% dal campo, 39% da tre), 5.3 rimbalzi e 2.8 assist. Certo, i Cavs gli hanno lasciato tantissimo spazio e i Pacers sono usciti in quattro gare, ma il suo impatto è stato positivo: +9 di plus-minus con lui in campo, -25 senza
TONY SNELL | Scaricato con fin troppa fretta dai Bulls (per prendere Michael Carter-Williams…), la guardia-ala si è inserita perfettamente nel sistema di coach Kidd e ha disputato una grande gara-4 con 19 punti e 5/10 dall’arco. Proprio la sua precisione al tiro sta tornando utile ai Bucks, visto che in questa serie sta tirando 13/26 da tre e ha già toccato tre volte la doppia cifra (nell’unica gara in cui non l’ha fatto ha chiuso comunque con +27 di plus-minus)
THON MAKER | Scelto alla numero 10 dello scorso Draft tra lo scetticismo generale e finito in quintetto quasi per caso (peraltro proprio rientrando da una trasferta in Canada…), il rookie si sta dimostrando in grado di tenere il campo, tanto da costringere coach Casey a cambiare quintetto lasciando in panchina Jonas Valanciunas… -
Il caso Thon Maker
PJ TUCKER | Silenzioso nei tabellini ma fondamentale per la tenuta difensiva: con lui in campo i Raptors hanno un rating difensivo di 93.1 punti concessi su 100 possessi, senza di lui crollano a 110.1 (di gran lunga il peggiore di tutta la squadra). Nella rotazione dei Raptors, è l’unico che può pensare di tenere Giannis Antetokounmpo: quando non c’è, il greco arriva al ferro a piacimento (oltre 5 tiri nei pressi del canestro); quando c’è, scende sotto i 4 (e il plus-minus diventa negativo)
WAYNE SELDEN E JAMES ENNIS | Dietro i ventelli di Conley, Gasol e Randolph in gara-3, sono state anche le prestazioni di due giocatori lontani dai riflettori come Wayne Selden (10 punti in 28 minuti) e James Ennis (12 in 20) ad accompagnare il primo tentativo di rimonta dei Grizzlies. Take that for data
TAUREAN PRINCE | Finora gli Hawks sono stati altalenanti, ma l’unico a essere continuo nel suo apporto è stato il rookie da Baylor: tre volte su tre in doppia cifra con eccellenti percentuali dal campo (18/29) e dall’arco (4/8). La sua gara-3 da 16 punti in 28 minuti (con +23 di plus-minus) è stata fondamentale per riaprire la serie: che Atlanta abbia trovato una nuova ala titolare?
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