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NBA, 0/15 al tiro contro Memphis: cosa succede a Manu Ginobili?

NBA

Mauro Bevacqua

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Quattro partite tra Spurs e Grizzlies già in archivio e Manu Ginobili deve ancora segnare il suo primo punto nei playoff 2017. Piano però a dare per finito l'argentino, perché un precedente storico e l'analisi di dati più statistici più avanzati raccontano che... 

I commenti migliori – come spesso accade – sono quelli che escono dalla bocca del suo allenatore, Gregg Popovich. Che a inizio anno aveva confessato di voler utilizzare Manu Ginobili “come si usa una saponetta, finché non rimane proprio più nulla”. Ora, di fronte all’inusuale 0/15 al tiro che l’argentino sta sfoggiando dopo le prime quattro partite della serie contro Memphis, a chi gli fa notare che forse quel nulla è arrivato, il coach dei nero-argento risponde in maniera filosofica: “A volte la palla va dentro, altre no”. Può bastare come spiegazione? I playoff 2017 di Manu Ginobili finora somigliano tanto a un incubo, almeno dal punto di vista realizzativo: 0/4 in gara-1 e gara-2, 0/2 in gara-3 e 0/5 in gara-4, ancora senza canestri dopo 4 partite quando nelle precedenti 197 disputate in 13 anni di playoff gli era successo solo 3 volte. “Molto strano – il commento sorpreso del suo compagno Danny Green – ma sappiamo tutti benissimo che Manu continuerà a tirare e noi abbiamo la più totale fiducia in lui”. Della stessa opinione anche Patty Mills, tutt’altroche preoccupato dello slump al tiro del n°20: “Manu troverà il modo di rifarsi”. 

Non è da questi particolari che si giudica un giocatore

Se a San Antonio sono poco preoccupati, il motivo è semplice: innanzitutto la fiducia verso uno come Ginobili non si valuta certo su quattro partite dopo una carriera lunga 15 stagioni e quasi mille gare di stagione regolare disputate in maglia Spurs. In più gli indicatori statistici più raffinati dicono che – a parte il problema al tiro – il contributo dell’argentino nei playoff è tutt’altro che marginale. San Antonio infatti sfoggia un +13.2 di net rating con lui in campo (è secondo solo a Kawhi Leonard tra i giocatori in campo più di 50 minuti nella serie), valore che scende a 7.4 quando l’argentino è in panchina a prendere fiato (mentre è di +9.2 il dato generale di squadra nei playoff). Se la mano è fredda, il contributo dell’argentino rimane poi sempre prezioso in fase di regia e di costruzione del gioco: quando Ginobili è in campo la percentuale di assist di squadra è del 54.8% (più di un canestro su due degli Spurs è assistito), mentre scende al 38.2% senza di lui: il n°20 ha costruito una carriera nel rendere migliore i compagni al suo fianco e questo aspetto del suo gioco non è venuto meno neppure nelle sfide contro i Grizzlies. Una squadra, quella allenata da coach Fizdale, che già gli aveva causato più di un problema in stagione regolare, facendo scendere le sue percentuali al tiro (già al minimo in carriera col 39%) al 34.8%, frutto di soli 8 canestri su 23 tiri tentati.

I due curiosi precedenti storici

Lo strano momento di Ginobili ha riportato alla memoria due momenti dalle connotazioni completamente opposte, entrami appartenenti alla stagione 2012-13. Alcuni hanno trovato delle sinistre somiglianze tra le prestazioni del 39enne argentino e  l’ultima serie di playoff disputata da un’altra leggenda NBA come Jason Kidd, che a 40 anni in maglia New York Knicks nelle semifinali di conference contro Indiana disputò sei partite chiuse con un totale di 0/8 al tiro in 87 minuti in campo (compresa anche la prima serie vinta 4-2 contro Boston, Kidd fece registrare un pessimo 3/25 al tiro, chiudendo senza canestri le ultime 10 gare disputate). Ai tifosi texani, invece – necessariamente più ottimisti – sono tornati alla memoria ricordi più dolci, di un’altra gara-5, quella della serie di finale tra Spurs e Heat dello stesso anno. Anche allora, dopo le prime quattro gare, erano in molti a puntare il dito su Manu Ginobili e sulle sue percentuali al tiro, pessime dall’arco (3/16, 18.7%) e comunque negative anche dal campo (10/29, 34.5%). Allora il n°20 nero-argento reagì con una quinta gara da antologia: inserito in quintetto da coach Popovich, reagì firmando 24 punti (con 8/14 al tiro) e 10 assist, trascinando i suoi alla vittoria. A Popovich i tifosi di San Antonio chiedono lo stesso colpo motivazionale di quattro anni fa, a Ginobili (se possibile) le stesse magie in campo. Se non dovesse riuscirci, una vittoria – come allora – sarebbe comunque la cosa più importante.