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NBA, Wizards spalle al muro: vincere gara-6 o finire qui la stagione

NBA

Questa notte dalle 2 in diretta su Sky Sport 2, gara-6 tra Washington e Boston: John Wall e compagni non hanno altra scelta che vincere e portare la serie a gara-7. Difesa, difesa e ancora difesa: il successo degli Wizards passa tutto (o quasi) da lì

Win or go home, una sfida e un pericolo che nella post-season è sempre dietro l’angolo. E così, in una serie fatta di parziali dati e ricevuti, gli Wizards si ritrovano a dover vincere la sfida di questa notte alle 2 in diretta su Sky Sport 2 per allungare la serie e costringere i Celtics a gara-7. In stagione, considerando le sfide di regular season e quelle dei playoff, il record dice 9-0 per la squadra che giocava in casa, ma allo stesso tempo mai come quest’anno giocare un elimination game tra le mura amiche non sembra essere una discriminante decisiva, anzi. Fino a oggi tutte e dieci le squadre il cui destino dipendeva da una vittoria in casa si sono puntualmente ritrovate battute senza appello, costrette a salutare in anticipo la post-season. “In gara-5 non abbiamo avuto l’attenzione e la concentrazione necessaria in gare di questa importanza. Sapevamo che sarebbero stati aggressivi, lo hanno fatto e noi ci siamo dovuti arrendere già prima di cominciare a lottare”. Questo il racconto fatto a fine partita da coach Scott Brooks. Evitare un approccio del genere diventa dunque la prerogativa nella sfida di questa notte.

Horford, l’ago della bilancia nella serie

Boston ha scoperto finalmente che i 113 milioni di dollari gentilmente offerti ad Al Horford non era poi così eccessivi, a guardare le prestazioni messe a referto contro Washington, arrivate come la Provvidenza nel momento cruciale della stagione dei Celtics: 16.4 punti, 6.8 rimbalzi, 5.6 assist, 1.6 stoppate, tirando con il 69% dal campo e il 59% da tre. Il miglior giocatore a disposizione di coach Stevens, l’ago della bilancia determinante nello scandire le vittorie e le sconfitte della squadra del Massachusetts. Nei tre successi infatti le cifre del numero 42 sono impressionanti: 18.3 punti con il 77.4% dal campo, 9 rimbalzi e 6.7 assist e un convincente +12.3 di plus/minus; numeri che precipitano nelle due sconfitte incassate al Verizon Center, con il differenziale che si trasforma in un emblematico -29.5. Dipenderà quindi dalle sue performance e dalle scelte che Stevens farà per provare a sorprendere la rivedibile difesa degli Wizards, sorpresa dalla decisione in gara-5 di giocare con Isaiah Thomas nell’inedito ruolo di bloccante e con Horford impiegato come uomo con la palla sul pick&roll. “Devi essere bravo a leggere quello che la difesa ti concede – racconta il numero 4 dei Celtics, mai oltre quota 20 punti nelle ultime tre sfide -. Sono stato raddoppiato e triplicato di continuo”. Un motivo in più per regalare 9 assist ai compagni e imbeccare il suo amico Avery Bradley, passato dai 12 punti realizzati in combinata tra gara-3 e gara-4 ai 29 messi a referto nell’ultima sfida vinta, quasi tutti arrivati nel primo tempo e decisivi nel tagliare le gambe alle speranze degli ospiti al TD Garden.

Washington: ripartire dalla difesa

123, 129 e poi di nuovo 123: concedere così tanti punti non può che essere sinonimo di sconfitta. Lo sanno bene a Washington, sbadati e inefficaci nella protezione del ferro nei tre incontri disputati lontano dalla capitale. Cifre concesse soprattutto a causa della precisione nel tiro dalla lunga distanza dei Celtics: 16/33 nel tiro da tre punti per Boston in gara-5; numeri con cui nessun tipo di difesa può pensare di convivere e a cui la copertura sul perimetro dovrà provare a porre un freno. Difendere forte sull’arco e sulle linee di passaggio è anche il modo migliore per generare contropiede e spingere il più possibile la transizione offensiva: diciannove dei 26 punti arrivati all’interno del parziale che ha regalato l’ultima vittoria ai ragazzi di coach Scott Brooks sono stati realizzati ottenendo dei risultati nella propria metà campo. Bersagli pesanti che uniti al solito apporto garantito da John Wall (sempre più trascinante in questa post-season), sono l’unico viatico a disposizione dei capitolini per provare a conquistare il successo più importante della stagione. Per portare al termine l’impresa però, servirà il contributo davvero di tutti, a partire dalla spinta dalla panchina che spesso è mancata, costringendo il backcourt titolare a fare gli straordinari. Bogdanovic, Oubre, Jennings, Smith: molto dipenderà anche da loro.