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NBA Finals, Green provoca: "Non sembrano essere troppo svegli, qui..."

NBA

Mauro Bevacqua

Draymond Green stuzzica il pubblico di Cleveland durante gara-4 (Foto Getty)
Green_Game4_NBA

Sue le parole piaciute poco a Kyrie Irving prima di gara-4, sue anche le dichiarazioni più piccanti nel dopo-partita, rivolte alla gente di Cleveland. "Ma grazie a Dio quest'anno gara-5 sarò in campo a giocarla. O almeno, lo spero", scherza

CLEVELAND — Quando LeBron dice "Beh, lo ha detto Draymond..." — riferendosi alle dichiarazioni sullo champagne da stappare possibilmente nello spogliatoio di Cleveland — c'è tutto quello che ormai giocatori e media si aspettano dal n°23 degli Warriors, sicuramente la bocca più larga dei californiani e anche quello più a rischio per le sue possibili reazioni emotive. Gara-4 non ha fatto eccezione, con Green apparentemente espulso per un doppio tecnico (che poi si scoprirà non essere tale) nel terzo quarto di gioco — con tanto di coro "Hit the road Jack" intonato dai tifosi dei Cavs per accompagnarlo in spogliatoio. Ce n'è abbastanza per scatenare Green nel post-partita.

Draymond Green

“Sapevo di non essere stato espulso, l’arbitro mi aveva detto che il primo tecnico era stato assegnato a coach Kerr. Hanno perfino suonato la canzoncina di Stevie Wonder, l’hanno cantata in coro, ma si sono sbagliati di brutto. Non sembrano essere troppo svegli da queste parti…”. Se il secondo fallo tecnico non gli è mai stato fischiato, uno invece lo ha subìto: “E ancora non ho capito perché — dice Green — ma è successo, evidentemente certe cose non cambiano mai, vero? Eppure non ho protestato in faccia a nessuno”. Spesso al centro dei cori di scherno dei tifosi dei Cavs, Green la prende con filosofia: “Mi piace — replica — mi dimostra quanto sono importante per loro. Se vieni al palazzetto per urlare contro di me vuol dire che mi pensano, che mi temono. Apprezzo questo tipo di attenzione, grazie”. Sull’arbitraggio il n° 23 di Golden State non si vuole troppo sbilanciare — “Un po’ strano, ma è quello che è” — così come non vuole dar peso neppure a tutta una serie di contatti sporchi che hanno accompagnato gara-4: “Una distrazione per noi? No, l’unica distrazione sono state le loro 24 triple. Kyrie ha segnato i canestri più difficili che io abbia mai visto segnare. Concedere 86 punti all’intervallo è una follia, ma alla fine eravamo ancora in partita. Ci può stare la tripla doppia ai 31 punti di LeBron, o i 40 di Kyrie: i punti che non possiamo permetterci di subire sono i 15 di J.R. Smith, o i tiri da tre, come il 6/8 di Kevin Love”.

Kevin Durant 

Prova a vedere il bicchiere mezzo pieno il n° 35 degli Warriors: “Se si toglie il primo quarto ci hanno superato solo di 4 punti [sono 5 in realtà, ndr]”, fa notare, prima di ammettere però le mancanze di squadra nei primi dodici minuti: “Ci hanno aggredito, sono stati bravi ad attaccarci subito col tiro da tre punti, che noi abbiamo concesso troppo facilmente: quando segnano sono un’altra squadra. Bisogna dar loro credito: hanno giocato molto bene”. E dello scontro verbale avuto con LeBron James — più volte replicato sul jumbotron dell’arena — dice: “Fa parte del gioco, le emozioni devono far parte del gioco di tutti noi: la pallacanestro è anche questo”.

Steph Curry

Curry è l’unico in casa Warriors che accetta di rispondere alle parole di Kyrie Irving. Non facendo certo marcia indietro: “Certo che ci sarebbe piaciuto chiudere il conto già stasera ed essere campioni. Non ci siamo riusciti, ci riproveremo lunedì. Siamo alle finali NBA, ci si aggrappa a qualsiasi cosa per trovare motivazioni: se a loro queste presunte chiacchiere sono servite per giocare l’ottima partita che hanno giocato, ben per loro. Dovremo essere bravi noi a trovare la giusta motivazione lunedì per vincere gara-5”. Appuntamento verso il quale Curry guarda con ottimismo: “Mi è piaciuta l’atmosfera che c’era nel nostro spogliatoio dopo questa sconfitta. Dobbiamo giocare meglio ma sappiamo di poter correggere tantissime cose, a partire dal modo in cui abbiamo giocato nel primo quarto. Ci hanno aggredito in uscita dagli spogliatoi e chi è più aggressivo si guadagna il favori dei fischi, così sono andati in lunetta e hanno rallentato il nostro ritmo”. 

Coach Steve Kerr

Di Curry e della sua prestazione parla anche Steve Kerr: “Non è stata la sua serata, ha avuto un paio di brutte palle perse nel primo quarto e poi non è mai riuscito a ingranare”, prima di spostare l'analisi in una prospettiva generale: "Dobbiamo dare credito ai Cavs, 24 triple a segno è qualcosa di speciale — ammette — ma la nostra difesa non è stata all’altezza. Sono stati più fisici di noi: abbiamo giocato contro una squadra fatta di grandi giocatori, disperati, spalle al muro. Kyrie e LeBron sono stati fondamentali, RJ ha disputato ottimi minuti, J.R. Smith ha giocato bene, Tristan Thompson ha avuto l’impatto che è capace di avere, frutto di rimbalzi ed energia. Ci hanno aggredito fin all’inizio, hanno meritato di vincere proprio per la maggior fisicità messa in campo fin dalla palla a due”. Riconosce che è stata una partita dura — “tantissimi falli, spinte, trattenute, forse è sfuggita un po’ di mano e a un certo punto ogni due minuti il gioco era fermo” — ma sugli arbitri il suo commento si limita a un sorriso. Meglio così, meglio evitare multe o, ancor peggio, squalifiche. Steve Kerr lo sa bene.