Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, lo show di Steph Curry trascina gli Warriors: 40 punti e Cina ai suoi piedi

NBA
NBA_Warriors_TWolves

Nelle seconda sfida orientale tra Golden State Warriors e Minnesota Timberwolves recita da protagonista Steph Curry, che chiude con 40 punti, 8 assist e 6 rimbalzi. Non è l'unico dei suoi a trovare però con facilità il canestro: gli Warriors stabiliscono un record per i China Games con 142 punti

Con l’arrivo in California di Kevin Durant la scorsa estate (poi MVP delle scorse finali) e la definitiva consacrazione di Draymond Green (miglior difensore NBA 2017), ci si è pian piano dimenticati del nickname “Splash Brothers” – non di Curry e Thompson in sé, sia chiaro, e né del loro valore, ma di quel soprannome che li univa spesso nei racconti della squadra. La seconda gara in Cina, sempre contro i Minnesota Timberwolves, ha invece rimesso in copertina la vecchia coppia degli Warriors, grazie a una partita strepitosa di Steph Curry (40 punti con 7 triple a segno, più 8 assist e 6 rimbalzi) e un’ottima serata al tiro anche di Klay Thompson. Subiti 44 punti dai Timberwolves nel primo quarto, da lì in poi la squadra di coach Kerr prende possesso della partita, mettendo a tabellone la bellezza di 78 punti nei due quarti centrali della partita (40 nel secondo, altri 38 nel terzo). Dopo aver perso le prime due gare prestagionali (e una proprio contro Minnesota nella prima apparizione cinese), gli Warriors sembrano intenzionati a mandare in archivio la loro prima vittoria, e ci riescono in maniera convincente. Sembra davvero funzionare tutto, in casa Golden State: la mano di Steph Curry è caldissima dall’arco, ma in realtà il n°30 appare ancora più disposto che in passato a far male anche nel cuore delle difese avversarie, con penetrazioni e conclusioni acrobatiche, sfruttando proprio l’attenzione sul perimetro che le difese avversarie devono concedergli. Klay Thompson mette in piedi il solito clinic di tiro, ma impressiona anche l’apporto difensivo di Draymond Green (che spegne in fretta le velleità di Karl-Anthony Towns, non certo l’ultimo della pista) e in generale la familiarità dimostrata dalla squadra campione NBA in carica (che infatti ha cambiato pochissimo, con solo Casspi e Bell in campo perché Nick Young resta fuori). La partita si spezza all’uscita degli spogliatoi, dopo un primo tempo chiuso avanti solo di 4 (76-72): il parziale del terzo periodo è 38-23, con gli Warriors che toccano quota 100 punti a tabellone con 6:28 da giocare nel quarto, e vanno all’ultimo riposo sul 114-95. Dopo un quarto quarto di quasi assoluto garbage time – utile però per vedere all’opera i giocatori che devono guadagnarsi l’ultimo posto a roster – resta solo da registrare il punteggio finale, 142-110 a favore di Golden State, che manda così in archivio la trasferta cinese delle due squadre con un salomonico 1-1. 

La visita a sorpresa di Roger Federer

Non sappiamo se a ispirare Steph Curry e compagni sia stata la visita negli spogliatoi prima della partita di un altro campione assoluto come Roger Federer, impegnato in Cina in un torneo del circuito, con tanto di discorso prepartita del fuoriclasse svizzero alla squadra e le consuete foto di rito. Quel che è certo è che se si esclude il primo quarto Minnesota ha potuto davvero poco di fronte alla macchina di fuoco degli Warriors, che con i loro canestri dalla distanza in più di un’occasione hanno portato il neo-arrivato Jeff Teague a scuotere vistosamente la testa sconsolato, probabilmente chiedendosi cosa sia possibile fare contro un avversario del genere.