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NBA, Spurs uniti nel dolore per la strage nella chiesa in Texas. Pau Gasol: "A che punto diremo 'Basta'?"

NBA

La sparatoria nella chiesa battista della vicina Sutherland Springs, in cui sono morte 26 persone, ha provocato grande commozione anche alla partita tra San Antonio e Phoenix. "È inconcepibile pensare al basket in un giorno come questo" le parole di Gregg Popovich

Quella di stanotte non è stata una partita come tutte le altre per i San Antonio Spurs. E non perché Gregg Popovich, con la vittoria contro Phoenix, ha superato Phil Jackson al sesto posto nella classifica all-time con 1.156 vittorie. Ma per quello che è successo a poco meno di 50 chilometri a sud-est dell’AT&T Center, più precisamente a Sutherland Springs, dove un ex militare 26enne è entrato in una chiesa battista e ha sparato sui fedeli con un fucile semiautomatico, uccidendo 26 persone e ferendone almeno altre venti. L’assalitore, identificato come Devin Patrick Kelley, è stato ritrovato senza vita poco dopo nella sua automobile, ma l’ennesima strage delle ultime settimane ha provocato un’ondata di emozioni e reazioni in tutto il paese – e ovviamente anche alla partita tra Spurs e Suns. Come facilmente prevedibile, coach Popovich non aveva molta voglia di parlare né della gara né tantomeno del suo posto nella classifica ogni epoca degli allenatori più vincenti. “Abbiamo vinto una partita di pallacanestro, ma considerando quello che è successo oggi è piuttosto insignificante” ha commentato coach Pop. “Quando pensi alla tragedia che ha colpito quelle famiglie, è inconcepibile pensare al basket in un giorno come questo. Perciò, buona notte a tutti” ha detto congedando i giornalisti. Gli Spurs hanno onorato la memoria delle persone scomparse con un minuto di silenzio prima della gara, con i giocatori a tenersi per le braccia durante il pre-partita, ma gli stessi protagonisti in campo non hanno mancato di esprimerei propri pensieri su quanto successo. “La pallacanestro è quello che facciamo per vivere, ma ci sono cose decisamente più grandi nella vita” ha dichiarato LaMarcus Aldridge, nativo di Dallas e per questo ancora più colpito da quella che è la più grande strage nella storia del Texas. “Quello che è successo è estremamente triste, non si può non avere compassione per quelle famiglie. Mette in prospettiva quanto siamo fortunati a fare quello che facciamo, a essere in vita e in salute”.

Pau Gasol: “La situazione è fuori controllo: a che punto diremo ‘Basta’?”

Anche uno “straniero” come Pau Gasol, però, non ha potuto fare a meno di dire la sua, supportato da Manu Ginobili che non ha potuto fare altro che scuotere la testa quando gli è stato chiesto un commento. “Per me la situazione è fuori controllo: bisogna rimettere mano alle leggi sul possesso delle armi da fuoco. Ormai è ovunque: nei concerti, nelle scuole, nelle chiese. È una cosa devastante, e purtroppo è la realtà dei fatti” ha dichiarato il centro, che vive negli Stati Uniti dal lontano 2001 quando è stato scelto dai Memphis Grizzlies, passando poi a Los Angeles e Chicago. “Non sono a conoscenza di tutti i poteri che stanno dietro alle leggi sulle armi, ma bisogna proteggere gli innocenti. Questa cosa è successa per strada, sarebbe potuta accadere a uno qualsiasi di noi. Potrebbe succedere la prossima volta che andiamo al supermercato, o in qualsiasi altro luogo pubblico. È arrivata a un punto tale da essere molto, molto preoccupante”. Gasol ha poi continuato: “Le partite di pallacanestro sono sicure? Io lo spero, perché non è ancora successo nulla. E ci sono misure di sicurezza che lo prevengono, fortunatamente. Ma cosa succederà in futuro? Questo è ciò che dobbiamo chiederci. È successo troppe volte ormai. Non è una cosa accade ogni vent’anni: ormai sembra che succeda ogni settimana o due. A che punto diremo ‘Basta’? Non lo so. Mi rendo conto che è un argomento delicato. Ma è insopportabile che persone innocenti vengano uccise e che delle famiglie paghino un prezzo così alto, portandosi dietro questo peso e questo dolore per il resto delle loro vite. È tutto estremamente triste”.