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NBA, risultati della notte: 8° ko in fila dei Clippers, Harden trascina Houston, perdono i Bucks

NBA

Danilo Gallinari ancora ai box per i Clippers, sconfitti anche a Charlotte. Brutto ko di Milwaukee a Dallas dopo 4 vittorie in fila. I 29 punti di James Harden mantengono Houston in testa a Ovest. Primo successo esterno di Utah, a valanga su Orlando. Portland si prende la rivincita su Sacramento

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Charlotte Hornets-L.A. Clippers 102-87

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C’era poco da stare allegri a Charlotte, con la squadra nel mezzo di una striscia negativa da sei sconfitte consecutive, l’ultimo successo il primo giorno di novembre. Unica nota positiva: gli avversari di serata stavano facendo ancora peggio, con sette ko in fila e una crisi che in pochi si sarebbero aspettati a inizio stagione, soprattutto dopo una partenza con quattro vittorie e zero sconfitte. In una battaglia tra disperati alla fine a spuntarla sono stati i padroni di casa, guidati dai 26 punti di Kemba Walker (reduce dai 47 inutili contro Chicago), dalla doppia doppia a quota 16 (punti e rimbalzi) di Dwight Howard e dai 17 dalla panchina di Jeremy Lamb (poi uscito per un guaio fisico). “Avevamo bisogno di questa vittoria”, le parole di Walker a fine gara. Avrebbe fatto comodo anche ai Clippers, che invece crollano nel quarto quarto, quando tirano 8/29 e si consegnano agli avversari, che vincono il parziale 29-16, chiudendo il conto. “Eravamo stanchi”, dice Austin Rivers, ma papà Doc, nel post-partita, non ci sta e usa parole molto più dure: “Questa è la prima volta in tutta la stagione che non sono contento del nostro sforzo: nel quarto quarto la gara era aperta, e sentivo che l’avrebbe vinta chi lo voleva di più: loro hanno continuato a lottare, noi ci siamo lasciati andare. Posso accettare una sconfitta se penso che la squadra abbia giocato come può e deve. Ma stasera non è stato così”. Blake Griffin – autore di 19 punti con 6/17 al tiro – non dimentica gli infortuni che stanno condizionando il momentaccio dei Clippers, giunti all’ottava sconfitta consecutiva, la decima nelle ultime undici, e prova a trovare comunque un lato positivo: “Tranne due ko più netti, siamo sempre stati in partita fino ai minuti finali, con tutti”. Non basta, così come potrebbe non bastare il rientro di Patrick Beverley, annunciato per la prossima gara, contro i Knicks a New York. Danilo Gallinari resta ancora ai box e con lui anche Milos Teodosic: la rotazione è corta e dalla panchina al momento solo Lou Williams (il migliore di L.A. anche contro Charlotte, con 25 punti e 10/17 al tiro) sembra farsi avanti e supplire alle assenze dei titolari. Qualcosa a Los Angeles deve cambiare, e in fretta. 

Memphis Grizzlies-Houston Rockets 83-105

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Alla fine, quella coi Toronto Raptors è stata solo una momentanea battuta d’arresto: gli Houston Rockets vincono contro Memphis l’ottava partita nelle ultime nove dominando a piacimento guidati da un James Harden da 29 punti e i 17 a testa di Chris Paul e Clint Capela, che aggiunge anche 13 rimbalzi per la doppia-doppia d’ordinanza. I Grizzlies, privi di Mike Conley, sono invece scivolati in una spirale verso il basso, perdendo la quarta partita consecutiva e incassando le dure parole di Marc Gasol, che ha definito la prestazione “imbarazzante e triste, priva di solidità. Potremo anche vincere qualche partita qua e la, magari rimanere attorno al 50% di vittorie, ma non è abbastanza. Non è quello che abbiamo costruito qui per 10 anni. Non è quello per cui ci battiamo- Chiedo scusa ai nostri tifosi perché non è quello che sono abituati a vedere”. Il miglior realizzatore di serata è stato l’ex Chandler Parsons autore di 19 punti nella prima partenza in quintetto della stagione, ma il risultato finale non è mai stato in discussione dopo un primo tempo chiuso a +18 dai Rockets grazie a un eccellente 11/24 dalla lunga distanza (poi 18/43 alla fine). Per strano che possa sembrare dopo appena un mese di regular season e per due rivali divisionali, Houston e Memphis – a meno di playoff – si sono già date appuntamento al prossimo anno, visto che hanno concluso i loro quattro incontri stagionali con due vittorie a testa.

Dallas Mavericks-Milwaukee Bucks 111-79

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Erano quattro i successi in fila dei Milwaukee Bucks, erano quattro le sconfitte consecutive dei Dallas Mavericks, ma nella NBA nessun pronostico è mai chiuso. Lo dimostra la gara dell’American Airlines Center, decisa dalla grandinata di triple dei padroni di casa (che ne segnano 19, record di franchigia eguagliato, con il 50% di realizzazione) e dal massimo stagionale di Wes Matthews (6 centri dall’arco per lui, per 22 punti finali). Proprio un suo canestro porta Dallas davanti, sul 22-20 con più di tre minuti da giocare nel primo quarto: da quel momento i Mavs fanno gara di testa e a Milwaukee non basta la solita doppia doppia di Giannis Antetokounmpo (24 punti con 17 rimbalzi ma solo 7/20 al tiro)  e i 23 di Khris Middleton, unici due giocatori in doppia cifra per coach Jason Kidd. Diverso il discorso tra i texani, che vedono J.J. Barea a quota 20, Harrison Barnes a 18 e Yogi Ferrell a 16. Un raro sorriso per i tifosi di Dallas, in una stagione che li vede comunque ancora sul fondo delle classifiche NBA, con una sconfitta in più dei derelitti Atlanta Hawks. 

Orlando Magic-Utah Jazz 85-125

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Utah interrompe una striscia di tre sconfitte consecutive e finalmente spezza la maledizione delle gare in trasferta, visto che in stagione non aveva ancora vinto lontana da Salt Lake City. A pensarci è il miglior Rodney Hood della stagione: 31 punti con 12/21 al tiro e 7/13 da tre in 26 minuti in uscita dalla panchina, spazzando via i Magic segnando 19 punti consecutivi per i suoi a cavallo di terzo e ultimo quarto. Una prestazione da Sesto Uomo dell’Anno alla quale, con queste cifre, può ambire a diventare: “Sinceramente non mi interessa se parto in quintetto o in panchina: mi piace giocare e in questo momento mi sto divertendo”. Non si arresta invece il momento no di Orlando, che ha perso le ultime quattro consecutive e sei delle ultime otto, tornando a un record del 50% dopo l’inizio da 6-2. “È stata la nostra peggior partita della stagione: loro erano alla ricerca disperata di una vittoria, non avevano ancora vinto in trasferta e hanno giocato un’ottima gara. Noi no” sono state le parole di coach Frank Vogel, che ha avuto solo un Aaron Gordon da 18+9 nella peggior sconfitta casalinga nella storia della franchigia (-40, pareggiando il record precedente).

Portland Trail Blazers-Sacramento Kings 102-90

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I Blazers l’avevano promessa: dopo la sconfitta della notte precedente a Sacramento, Damian Lillard e soci hanno reso quanto subito vincendo con comodità per 102-90, infliggendo la nona sconfitta consecutiva in trasferta ai Sacramento Kings. I padroni di casa guidati dai 25 punti di C.J. McCollum e i 22 di Lillard hanno tirato con il 54% dal campo (massimo stagionale), supportati dai 14 di Jusuf Nurkic dopo i 4 della sera precedente. Gli ospiti invece non sono riusciti a replicare la prestazione del Golden1 Center pur avendo sei giocatori in doppia cifra guidati dai 35 punti dalla coppia Cauley Stein-Randolph. Impossibile pensare di vincere contro dei Blazers motivati quando si tira con il 38% di squadra, anche se coach Joerger non si è disperato, anzi: “Sono davvero, davvero orgoglioso della nostra squadra perché ieri sera è stata una partita emotivamente importante per noi” ha dichiarato dopo la sconfitta numero 12 in stagione, meglio solamente dei Dallas Mavericks nella Western Conference.