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NBA, risultati della notte: Houston inarrestabile, 11 in fila con 31 punti di Chris Paul; vince Boston

NBA

La point guard di Mike D’Antoni alla miglior prestazione stagionale: con lui in campo i Rockets non hanno ancora perso (12-0). A Est vincono Boston, Toronto e Washington, che riaccoglie John Wall, mentre Milwaukee cade a New Orleans, sotto i colpi di DeMarcus Cousins e Anthony Davis

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Houston Rockets-Charlotte Hornets 108-96

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Per essere certo di ritardare ancora la sua prima sconfitta stagionale (ha vinto tutte le 12 gare in cui è sceso in campo) Chris Paul mette a segno il suo massimo stagionale contro Charlotte, chiudendo con 31 punti, 11 assist e 7 rimbalzi la sua miglior partita in maglia Rockets, allungando così a 11 la striscia positiva della squadra, che consolida il suo primo posto nei ranking NBA (Houston ha vinto 17 delle ultime 18 gare). La gara si decide presto, a cavallo tra il primo e il secondo quarto: i padroni di casa segnano gli ultimi 14 punti del primo periodo e poi anche i primi 11 del successivo, per un parziale di 25-0 che li porta avanti sul 49-23. L’unica reazione di Charlotte arriva con un debole 8-0 verso la fine del terzo quarto, ma Houston risponde con un pronto 12-4 che chiude definitivamente i conti. Mike D’Antoni può contare anche sui 21 punti di James Harden e sui 17 di Eric Gordon, oltre che sulle soli 17 triple a segno (contro le solo 4 degli avversari, che tirano il 19% dall’arco). Agli Hornets non basta il massimo stagionale eguagliato da Dwight Howard, che aggiunge anche 18 rimbalzi ai suoi 26 punti, ed il ritorno in quintetto di Nicolas Batum (9 con 9 rimbalzi). Per Charlotte è il quarto ko nelle ultime cinque partite.  

Boston Celtics-Denver Nuggets 124-118

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Mancano Al Horford da una parte (che dà un turno di riposo al suo ginocchio) e Nikola Jokic dall’altro (caviglia sinistra) ma non mancano i realizzatori sul parquet del TD Garden: a fine serata i 124 punti messi  a segno dai Celtics, con il 60% al tiro, sono entrambi massimi stagionali, così come però anche i 118 subiti dai Nuggets, che piazzano un parziale di 13-2 sul finire del terzo quarto per impattare la gara a quota 85 solo per vedere i padroni di casa reagire con 9-0 negli ultimi dodici minuti che chiude definitivamente il conto. Per l’ottava volta in stagione Kryie Irving tocca quota 30, segnando 33 punti e aggiungendoci 7 assist; gli dà una grosso mano anche Jaylen Brown, autore di 26 punti con un ottimo 9/12 dal campo, mentre 17 li aggiunge Aron Baynes. Tra gli avversari si registra il massimo in carriera di Gary Harris, a quota 36 con 16/25 al tiro, e i 28 con 10 assist di Jamal Murray: Denver domina a rimbalzo, 44-30 il conto a proprio favore, ma non può niente davanti alla qualità dei tiri di Boston, che manda a bersaglio il 44% delle triple tentate. Dopo le sconfitte contro Bulls e Spurs nelle ultime tre partite, i Celtics tornano al successo consolidando il loro primo posto a Est davanti a Cleveland. 

New Orleans Pelicans-Milwaukee Bucks 115-108

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I New Orleans Pelicans hanno un problema con le palle perse: quartultimi nella lega, ne regalano 21 anche ai Bucks (fermi invece a 10), di cui 9 commesse dal loro leader DeMarcus Cousins: il centro ex Sacramento, però, sa come farsi perdonare e nei momenti finali della partita manda a segno due schiacciate consecutive seguite da un canestro da tre punti per 7 dei suoi 26 punti di serata, conditi anche da 13 rimbalzi. Ci aggiunge una doppia doppia da 25&10 anche Anthony Davis, al rientro dopo una gara di stop, mentre 21 li manda a segno E’Twaun Moore con un ottimo 8/11 al tiro. Tutti i Pelicans regalano ai propri tifosi una serata particolarmente precisa al tiro, chiudendo con il 56.3% dal campo, con 13/25 dall’arco. Alla squadra di Alvin Gentry, al momento sorprendentemente settima a Ovest, serve ora più costanza nei risultati: 4-4 infatti il record delle ultime 8 con l’alternarsi costante sconfitte e vittorie. L’ultima interrompe la striscia di tre successi consecutivi di Milwaukee, cui non bastano i 32 punti con 9 rimbalzi del solito Giannis Antetokounmpo e la doppia doppia di Khris Middleton a quota 15 e 10; 14 a testa li aggiungono anche John Henson e Eric Bledsoe ma la difesa dei Bucks non riesce mai a raffreddare le mani calde dei padroni di casa, che hanno 16 punti e 8 assist anche da Jrue Holiday. 

Orlando Magic-L.A. Clippers 95-106

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In casa Clippers si attende preoccupati il responso medico sull’ultimo infortunio di Danilo Gallinari, ancora ai box, ma anche a Orlando l’infermeria è piuttosto affollata: senza Aaron Gordon, Evan Fournier e Arron Afflalo, i Magic riescono ugualmente a partire forte, portandosi sopra di 12 nel secondo quarto, prima però di vedere la loro carica esaurirsi e cedere di fronte alla mano torrida del solito Lou Williams, ancora una volta capace di farsi avanti e assumersi il peso offensivo di una squadra che a metà gara deve rinunciare anche a Austin Rivers. Per il sesto uomo di coach Rivers ci sono 31 punti con 11/22 al tiro ma anche 8 assist, mentre 16 con 20 rimbalzi li porta in dote DeAndre Jordan e alla seconda gara dal rientro dall’infortunio dà una grossa mano anche Milos Teodosic, che chiude con 8 punti, 6 assist e 6 rimbalzi. Orlando manda quattro quinti del proprio quintetto base in doppia cifra, guidati dai 20 di Jonathon Simmons ma questo non salva la squadra della Florida dalla sconfitta n°14 nelle ultime 17 gare disputate. “Giochiamo senza entusiasmo, siamo piatti”, l’accusa del centro Nikola Vucevic, autore di 14 punti e 12 rimbalzi.  

Washington Wizards-Memphis Grizzlies 93-87

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Torna John Wall, torna il sorriso e soprattutto torna il successo per gli Washington Wizards, beffati consecutivamente nel finale delle ultime due gare contro Clippers e Nets. Anche stanotte, avanti di 11 a meno di sei minuti dal termine, il possibile capitombolo negli ultimi istanti di partita sembrava possibile, prima che le due triple firmate da Bradley Beal (18 punti e 7 assist) e Kelly Oubre Jr. (11 punti) ricacciassero definitivamente indietro il tentativo di rimonta guidato da Marc Gasol (15 punti e 10 rimbalzi). A sigillare la vittoria, ci pensa il rientrante numero 2 con una stoppato in aiuto sul tentativo di schiacciata di Chandler Parsons, malamente rispedito al mittente. “Siamo sempre stati in testa, ma non lucidi a sufficienza per allungare e metterci al sicuro”, commenta Wall. I capitolini si lasciano così alle spalle le tre settimane senza la point guard, chiuse con un record di 4-5. “Ha riportato sul parquet quello che mi aspettavo da lui: la carica, la grinta e la spinta che serviva per scuoterci. Ha piazzato delle giocate spettacolari, come la stoppata che io raramente ho visto fare a un giocatore del suo ruolo. Ci rende la vita più facile, anche in una serata come questa in cui non ha distribuito molti assist”. Alla fine sono 13 punti, con 6/15 al tiro e 4 assist. Soprattutto è una vittoria, quello di cui coach Brooks e tutti gli Wizards andavano a caccia. 

Miami Heat-Portland Trail Blazers 95-102

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Stesso record (13-13), stessa tipologia di infortunati (Nurkic da una parte, Whiteside dall’altra su tutti), stessi limiti. Inevitabile quindi non attendersi una partita in totale equilibrio tra Miami e Portland; una di quelle che alla fine vengono decise dal particolare. Dalla giocata del campione. Quello di cui gli Heat vanno alla disperata ricerca da più di tre anni dopo la partenza di James e quello che i Blazers hanno pescato al Draft nel 2012: Damian Lillard. Sette dei suoi 18 punti arrivano negli ultimi tre minuti abbondanti di gara (non una novità per uno dei giocatori che segnano più canestri nel clutch time in NBA), al termine della rimonta che ha riportato i Blazers a contatto dopo essere stati sotto anche di 16 punti nel secondo quarto. “Loro hanno provato per tutta la gara a tenermi fuori dai giochi, a farmi perdere ritmo, ma io ho continuato a coinvolgere i miei compagni. Nel finale invece sapevo di dover essere aggressivo e allora ho cambiato marcia”. Il miglior realizzatore in casa Blazers è C.J. McCollum, autore di 28 punti ben rappresentati dall’eloquente +15 di plus/minus. Dall’altra parte invece Wayne Ellington parte con le marce altissime, segnando 21 punti nel solo primo tempo in una serata da 24 totali con 7/10 dall’arco. Uno dei sette giocatori in doppia cifra in una partita dal referto particolare per gli Heat: tutti quelli che hanno segnato almeno un punto infatti, sono riusciti a raccoglierne almeno dieci prima della conclusione. Non abbastanza però per raccogliere il terzo successo consecutivo.

Phoenix Suns-Toronto Raptors 109-115

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I 37 punti di DeMar DeRozan pareggiano il suo Massimo stagionale e avvicinano la guardia di Compton a una leggenda dei Raptors come Vince Carter: sono infatti 91 i trentelli realizzati da “Air Canada” e solo 5 in meno (86) quelli del n°10 di coach Casey, determinante anche nella sfida contro Phoenix per strappare il settimo successo nelle ultime otto gare. Continua invece la caduta quasi libera dei Suns, che hanno perso le ultime cinque gare, quattro delle quali disputate senza il loro miglior giocatore, Devin Booker. La squadra dell’Arizona ha provato in tutti i modi a dar filo da torcere ai Raptors, e dopo aver inseguito a lungo (sotto anche di 15 punti) ha messo paura ai canadesi avvicinandosi prima al -3 a inizio quarto quarto e poi anche a -2 nei momenti finali. I liberi decisivi di DeRozan e Lowry (12 con 7 assist per lui) hanno però respinto l’assalto e assicurato agli ospiti il successo, arrivato anche in virtù delle doppie doppie della propria coppia di lungi (21 e 13 rimbalzi per Serge Ibaka, 20+11 per Jonas Valanciunas). I Suns possono consolarsi col massimo stagionale di Troy Daniels, autore di 32 punti con 7/10 da tre, ma anche i 17 di T.J. Warren e di Greg Monroe, che ci aggiunge anche 11 rimbalzi. 

Chicago Bulls-Utah Jazz 103-100

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Non c’è due senza tre, e il quattro viene da sé. Ci si può appellare a tutti i motivetti e alle filastrocche conosciute da tutti, ma la serie di quattro vittorie, raccolte dai Bulls nell’ultima settimana abbondante, restano un mistero. Tutte inevitabilmente da collegare con il ritorno sul parquet di Nikola Mirotic, che come la sua Chicago sta migliorando di partita in partita. Ventinove punti con 11/18 al tiro, 9 rimbalzi e una capacità incredibile di trascinare la squadra in entrambe le metà campo. “Penso che Niko ci abbia finalmente fatto capire che tipo di squadra siamo e di che pasta siamo fatti”, commenta entusiasta coach Hoiberg. Al canestro della staffa a poco più di venti secondi dal termine provvede Kris Dunn, uno degli altri quattro componenti del quintetto dei Bulls a chiudere in doppia cifra. Dall’altra parte ormai l’abituale protagonista è Donovan Mitchell, che domina l’attacco dei Jazz per tiri, per scelte e per volume di gioco. Per il rookie numero 45 sono32 punti con 15/26 al tiro, il doppio dei tentativi di Alex Burks che è il secondo giocatore in squadre per conclusioni a referto. La squadra è sua, riuscire a farne buon uso è tutt’altro che scontato.