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NBA, Rick Carlisle tuona contro ESPN e LaVar Ball: "Una sciagura le sue parole su Luke Walton"

NBA
Rick Carlisle, 58 anni, siede sulla panchina dei Dallas Mavericks dal 2008-09 (foto Getty)
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Al presidente dell'associazione giocatori non è piaciuto che il network, partner della NBA, abbia dato rilevanza a un padre di un giocatore che critica un coach: "Gli allenatori sono arrabbiati, non bisognerebbe dare valore a un pallone gonfiato con la lingua lunga"

Tra le tante persone a cui hanno dato fastidio le dichiarazioni di LaVar Ball su Luke Walton, potete aggiungerne una di un certo peso: coach Rick Carlisle. L’allenatore dei Dallas Mavericks è infatti anche il presidente dell’associazione allenatori e prima della partita di stanotte contro i New York Knicks ha parlato in maniera molto pesante di quanto successo – prendendosela non tanto con quanto fatto da papà Ball, ma contro ESPN, il network che funge da cassa di risonanza per qualsiasi cosa passi per la testa a LaVar. “Da presidente dell’associazione allenatori, vedo il recente articolo di ESPN come una sciagura, ad essere onesti” ha dichiarato il coach campione NBA nel 2011, che prima di allenare i Mavericks aveva passato anche un anno come analista per il network. “Luke Walton è un formidabile giovane allenatore che sta allenando una squadra altrettanto giovane, ed è un compito difficile. Se non ci credete ,potete chiederlo a me: stiamo attraversando lo stesso periodo anche noi già dallo scorso anno”. Carlisle però se l’è presa soprattutto con la decisione del sito di pubblicare un pezzo senza contraddittorio scatenando un putiferio contro un allenatore che, da partner della NBA quali sono, avrebbero dovuto proteggere. “ESPN è una partner della NBA e la collaborazione è stata ottima. Ma parte di quella collaborazione è che gli allenatori danno una grossa mano in termini di accesso, interviste e cose di questo genere. In cambio di questo, dovrebbero essere dalla parte degli allenatori. Pubblicare un pezzo in cui il padre di un giocatore NBA ha un’opinione che viene proposta come se avesse anche solo la minima legittimità intacca la fiducia che abbiamo costruito con il network. I nostri allenatori sono arrabbiati”. Quando poi un giornalista ha ribattuto se ESPN avesse dovuto decidere le proprie notizie da pubblicare in base a quello che piaceva gli allenatori, Carlisle ha risposto in maniera decisa: “No, sto dicendo che dovrebbero considerare quali sono le loro fonti e fare un lavoro migliore nel determinare quali hanno valore e validità, e quali sono invece dei palloni gonfiati con la lingua lunga. Questo è quello che intendo. Va bene ora?”.

Il supporto dei colleghi e lo strano silenzio dei Lakers

Sulla validità del pezzo ha aggiunto una dichiarazione anche l’associazione allenatori, dicendo che “l’articolo attacca coach Walton sulla base dell’opinione non comprovata di una persona. Il pezzo non fornisce alcuna dichiarazione o prospettiva da parte di giocatori o dirigenza dei Lakers, che siano citati esplicitamente o implicitamente, che possa confermare le affermazioni rilasciate”. È chiaro che l’obiettivo degli allenatori, oltre a proteggere uno dei propri membri più giovani, sia evitare che si crei un precedente pericoloso – perché anche se è vero che non tutti i padri dei giocatori NBA hanno la rilevanza mediatica di LaVar Ball, rimane pur sempre un’ingerenza non necessaria nella vita di una squadra che occupa l’ultimo posto nella Western Conference. In tutto questo, Luke Walton ha apprezzato il supporto ricevuto dai suoi colleghi: “Siamo tutti della stessa idea: il nostro lavoro dovrebbe essere quello di allenare le squadre e non preoccuparci dell’opinione dei genitori o di qualsiasi altra possibile persona fuori dall’organizzazione. In molti mi hanno mostrato il loro supporto perché sanno cosa vuol dire allenare una squadra giovane e, da quello che mi hanno detto, hanno apprezzato il lavoro che abbiamo fatto con questo gruppo e il modo in cui compete”. Almeno loro lo hanno fatto pubblicamente, verrebbe da dire: né Magic Johnson né il GM Rob Pelinka, infatti, hanno parlato di quanto successo, e l’ultimo attestato di fiducia nei confronti del coach risale a un tweet della proprietaria Jeanie Buss a Capodanno chiuso dall’hashtag #InLukeWeTrust. Nemmeno Lonzo Ball, in tutto questo, si è preso la briga di dire qualcosa di buono sul suo allenatore (“Il mio lavoro è di giocare a pallacanestro, non decido io chi allena”) o di mettere un freno a suo padre (“È un uomo adulto, dirà sempre quello che vuole dire: non posso farci niente”). Erano tempi difficili per Walton già prima delle parole di papà LaVar, ma di sicuro non hanno aiutato a rendere più serena la situazione in casa Lakers.