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NBA, Golden State, anche i ricchi piangono: "Siamo stati patetici e disgustosi", accusa coach Kerr

NBA

La peggior sconfitta stagionale degli Warriors fa clamore: 30 punti di scarto subiti dai Jazz, 20 palle perse, il 58% concesso agli avversari (la peggior prestazione difensiva dal 2013). E coach Kerr reagisce a modo suo: prima usa parole forti, poi la butta sul ridere…

I suoi Warriors perdono di -30, vanno sotto in ogni singolo quarto contro i Jazz, segnano solo 14 punti negli ultimi 12 minuti e chiudono la gara nello Utah con la peggior sconfitta stagionale, 129-99 (non avendo mai subìto uno scarto di 20 punti fino a questo momento). Sorprendono poco allora, nel dopo partita, le parole di coach Steve Kerr, durissimo nei confronti dei suoi uomini: “Ho visto una squadra che si è fatta prendere a calci nel c**o”, dice senza troppi giri di parole. “Lo sforzo messo in campo è stato patetico, non ci eravamo con la testa e col cuore: abbiamo giocato una pallacanestro disgustosa”. Succede, verrebbe da dire, visto che comunque la trasferta a Salt Lake City è una delle 82 partite stagionali e i californiani finora sono saldamente in testa alle classifiche NBA, avendo già toccato quota 40 vittorie prima ancora della pausa per l’All-Star Weekend. Allora perché tutta questa preoccupazione? Perché il ko contro i Jazz è quasi inspiegabile, almeno a sentire Steph Curry: “Ero in panchina con Draymond [Green] nel quarto quarto e gli ho chiesto se si ricordava una nostra partita così brutta. Non riuscivamo a trovare una gara simile, a memoria…”. Alcuni dati la riassumono perfettamente: mai i Jazz (il quint’ultimo attacco NBA per punti segnati, 18°per efficienza offensiva) avevano segnato così tanto in tutto il campionato (129 punti) e mai gli Warriors avevano concesso oltre il 58% al tiro agli avversari (per trovare una prestazione difensiva peggiore occorre tornare all’aprile del 2013). Ma c’è di più: Golden State ha fatto malissimo al tiro da tre (la specialità della casa), finendo con solo 5 canestri su 25 tentativi, la seconda peggior prestazione stagionale (Joe Ingles ne ha segnati di più da solo, 6/8 dall’arco per lui); ha perso 20 palloni, che hanno portato a 18 punti dei Jazz: “In una cosa siamo stati bravi”, ha commentato sarcastico Steve Kerr: “Nel trovare mille modi creativi per perdere la palla”.  

Coach Kerr: bastone e carota coi suoi

È sul (presunto) sforzo difensivo che l’allenatore di Golden State mette l’accento: “Non riuscivamo a restare addosso ai nostri avversari, ci perdevamo sui blocchi, eravamo pigri sui cambi. Nessun senso di urgenza, nessuna volontà di cambiare le cose”. Imputato numero uno niente meno che Kevin Durant, uno che solo un mese fa veniva da più parti candidato (e giustamente) al premio di difensore dell’anno. Ma è l’MVP delle ultime finali il primo a fare un onesto j’accuse: “È stata la mia peggior partita stagionale, sono davvero deluso da me stesso. Stavo a guardare gli avversari e il pallone, non mi preoccupavo del mio uomo”. Ma se uno dei titolari più reclamizzati del quintetto degli Warriors finisce per una volta sul banco degli imputati, ce n’è anche per la panchina di coach Kerr, il cui rendimento al tiro da fuori fa preoccupare (e non dalla sconfitta nello Utah). Le riserve di Golden State infatti hanno finora mandato a segno solo 51 triple (su 315 tentativi, il 33%) in tutto il campionato, un dato che relega la second unit dei campioni in carica all’ultimo posto nella lega (al primo ci sono i Miami Heat, le cui riserve hanno segnato 282 triple, sfiorando il 40%). La prende con filosofia Steve Kerr (“D’altronde siamo fortunati ad avere tre tra i migliori tiratori al mondo nel nostro quintetto”) che poi – passata forse la delusione iniziale – regala anche un siparietto divertente, svelando ai cronisti il vero motivo della disfatta dei suoi: “La colpa è della vita notturna di Salt Lake City: l’avete visto tutti coach [Ron] Adams tornare in albergo alle 4.30 del mattino…”.