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NBA, Butler riabbraccia Chicago, ma a vincere è LaVine: i Bulls battono i T’wolves

NBA

Nella serata degli ex Jimmy Butler (38 punti) e Taj Gibson, a sorridere sono i Bulls di Zach LaVine, decisivo contro la sua ex squadra con 35 punti (gli ultimi 11 di Chicago portano la sua firma) e vincente nel faccia a faccia finale contro il giocatore che si è preso il suo posto ai T’wolves

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Doveva essere la grande serata del ritorno di Jimmy Butler a Chicago, invece è stata quella della vendetta di Zach LaVine contro la sua ex squadra, che non ha esitato a scaricarlo la scorsa estate pur di arrivare all’All-Star dei Bulls. I padroni di casa vincono in volata una sfida dalle grande emozioni, in cui il pubblico dell’Illinois ha reso omaggio a una parte importante del suo passato recente. Butler (e anche Taj Gibson, oltre a coach Thibodeau) sono stati accolti da un’ovazione alla prima partita da avversari allo United Center: durante il primo quarto i Bulls hanno proiettato un video tributo che riproponeva canestri e vittorie di entrambi i giocatori negli anni trascorsi in Illinois. “Qui è iniziato tutto e la gente si ricorda di noi, così come noi non dimenticheremo mai il loro affetto – racconta Butler -. Certo che ho guardato il video: ho rivisto me stesso quando non avevo capelli e li rasavo a zero. E mi sono ricordato di non commettere mai più quell’errore”. Immagini accompagnate dagli applausi convinti del pubblico di Chicago, con Butler e Gibson in piedi in panchina a ricevere l’abbraccio dei tifosi. Sul parquet però entrambi non hanno certo risparmiato le loro forze e la loro voglia di incidere, in una sfida chiusa dal secondo con 10 punti e cinque rimbalzi e soprattutto da Butler con 38 punti, sette rimbalzi, cinque assist e quattro recuperi. Il migliore realizzatore del match, nonostante un finale spuntato chiuso con 1/6 al tiro negli ultimi cinque minuti della gara. Il man of the match però è un altro e a darlo ai Bulls sono stati proprio i T’wolves: LaVine gioca di gran lunga la sua miglior partita della stagione, chiusa con 35 punti (gli ultimi 11 di Chicago portano tutti la sua firma), 12/26 al tiro, cinque rimbalzi e una presenza di spirito non da poco nel finale. Un successo in volata che interrompe una striscia di sette sconfitte in fila da parte dei Bulls.

L’ultimo minuto di partita: il microcosmo del match

Per raccontare come sono andate le cose, basta ripercorre gli ultimi 60 secondi di partita. Un testa a testa serrata tra Butler e LaVine, una vera e propria resa dei conti tra il passato e il presente delle due squadre. Il numero 8 dei Bulls, in difficoltà dalla lunga distanza, ritrova la mira nel momento più importante e segna la tripla che regala il pareggio a Chicago a meno di 40 secondi dalla sirena. Scottie Pippen in prima fila esulta come tutto lo United Center, ma è costretto a risedersi pochi istanti dopo quando Butler realizza due punti di pura prepotenza. Un canestro in avvicinamento che sblocca in parte il numero 23, impreciso negli ultimi cinque minuti della sfida. Dall’altra parte invece LaVine continua a essere il pericolo numero uno e, nonostante ci fossero ancora diversi secondi a disposizione, decide di prendersi il tiro da tre punti che può valere il successo. La conclusione esce storta dalle sue mani, ma la colpa è di Butler che tocca il suo braccio durante l’esecuzione. Tre tiri liberi e +1 Bulls. C’è tempo e la difesa di Chicago sa su chi puntare lo sguardo: Butler viene triplicato e scarica su Towns che prova la conclusione dalla lunga distanza. Il suo tiro scheggia soltanto il ferro, ma non può essere il tentativo conclusivo di una partita in cui l’ex Bulls vuole far passare dalle sue mani il destino di Minnesota. Butler si avventa così sul pallone vagante e trova il tempo e la coordinazione per tentare l’ultima disperata conclusione. Il pallone si spegne sul ferro, così come le speranze dei T’wolves di uscire dal parquet con una vittoria. Vincono gli altri che almeno per una sera possono credere che la scorsa estate l’affare l’hanno fatto loro.