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NBA, i risultati della notte: Lillard decisivo allo scadere a Phoenix, Boston vince a New York

NBA

I 31 punti di Kyrie Irving guidano i Celtics al successo contro i Knicks, avvicinando Boston alla vetta a Est. Lillard segna a 0.9 secondi il canestro del sorpasso contro i Suns (40 punti totali) e regala ai Blazers la quinta vittoria nelle ultime sei. Successo dei Lakers contro I Kings, tutto facile in casa per Heat, Timberwolves e Jazz

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Phoenix Suns-Portland Trail Blazers 104-106

IL TABELLINO

Spesso nel basket come nella vita a fare la differenza sono le motivazioni, la voglia e la grinta. Se a queste poi ci si aggiunge il talento diventa complesso per tutti fare i conti contro un’ira di Dio (e un campione) come Damian Lillard, protagonista della vittoriosa rimonta dei Blazers a Phoenix. Sotto di 15 punti a sette minuti e mezzo dalla sirena, il numero 0 si è caricato la squadra nel finale riportando a contatto Portland e realizzando a 0.9 secondi dal termine il lay-up del definitivo sorpasso. Una prestazione da incorniciare per Lillard, che nel solo quarto periodo mette a referto 19 punti e cinque rimbalzi, uno dei quali molto spettacolare in attacco grazie al quale inchioda la schiacciata che da il via alla risalita degli ospiti. Alla fine sono 40 punti, 10 rimbalzi e cinque assist: “Questa è stata di certo una delle prestazioni più significative della mia stagione”, racconta soddisfatto negli spogliatoi. “È stato immenso, ha messo in mostra tutta la sua leadership in una serata molto difficile al tiro per tutta la squadra – racconta coach Stotts -. Ci ha permesso di trovare la via della vittoria”. Non solo lui, ma anche lo sciagurato Troy Daniels, incapace a 20 secondi dal termine di rimettere il pallone in campo entro i cinque secondi concessi, causando una sanguinosa palla persa convertita poi nel canestro decisivo da Lillard. I Suns però, vista la lotta a ribasso che stanno conducendo con discreto profitto, non si dispereranno poi tanto per questo ko: Phoenix allunga così a nove la striscia di sconfitte in fila, nonostante 30 punti di Devin Booker e i 19 del solito T.J. Warren. Portland invece si affida ai suoi Big-Three (21 punti di McCollum, 14 con 13 rimbalzi per Nurkic) e porta a casa la quinta vittoria nelle ultime sei. Un successo che significa  quinto posto a Ovest. E la scalata non sembra ancora essere terminata.

New York Knicks-Boston Celtics 112-121

IL TABELLINO

La pausa ha fatto bene ai Celtics, tornati rinfrancati e molto più convinti sul parquet dopo essere arrivati in affanno all’All-Star Game. Kyrie Irving gioca una partita gigante, da protagonista, e chiude con 31 punti, nove rimbalzi e otto assist. Giocate decisive soprattutto nel terzo quarto (15 punti in quella frazione per il numero 11), in cui Boston dà il definitivo strappo nel match, allungando in testa e poi controllando la sfida. “Dobbiamo continuare a costruire – sottolinea coach Stevens -, mettere in piedi una squadra sempre più competitiva. Le prossime 23 gare che mancano serviranno proprio a questo”. Non solo Irving, ma i Celtics mandano altri cinque giocatori in doppia cifra, a partire dai 24 punti di Jaylen Brown: “Adesso è solo questione di essere consistenti quando più conta, decisi nelle giocate e nel portare a casa il successo”. Caratteristica che non è mai appartenuta a questi Knicks, che senza Kristaps Porzingis si stanno dedicando anima e cuore alla missione di sprofondare sempre più giù in classifica. Nona sconfitta delle ultime dieci giocate, 26 punti di un sempre positivo Trey Burke in uscita dalla panchina e davvero poco altro, per quella che è definitivamente diventata l’ennesima stagione andata in malora al Madison Square Garden.

Minnesota Timberwolves-Chicago Bulls 122-104

TABELLINO

Coach Tom Thibodeau chiede ai suoi uno sforzo di gruppo per supplire all’assenza di Jimmy Butler (per lui in vista un’operazione al menisco, con tempi di recupero ancora da stabilire ma la speranza di rivederlo in campo prima di fine stagione) e i Timberwolves rispondono con cinque giocatori capaci di segnare almeno 19 punti. Ne firma 25 Jeff Teague, 23 Andrew Wiggins, 22 con 13 rimbalzi Karl-Anthony Towns (alla 53^ doppia doppia stagionale, leader NBA) e 19 a testa li aggiungono anche Taj Gibson (con 10 rimbalzi) e Jamal Crawford dalla panchina. Sono proprio le tre triple consecutive del sesto uomo di lusso di Minnesota a segnare a fuoco il parziale di 16-2 che consolida il vantaggio dei padroni di casa nel quarto quarto, decidendo di fatto la partita. Al suo primo ritorno in Minnesota (con il Target Center tutto esaurito per l’undicesima volta in stagione) buona la prestazione in maglia Bulls di Zach LaVine con 21 punti, 7 assist e 6 rimbalzi mentre l’altro ex Kris Dunn tira solo 4/12 e chiude con 10 punti. Per Chicago si tratta del terzo ko consecutivo e dell’undicesimo nelle ultime 13 partite. 

Miami Heat-Memphis Grizzlies 115-89

IL TABELLINO

I Miami Heat tornano a rifiatare, a sorridere e soprattutto a vincere dopo tre sconfitte consecutive. Una successo necessario per ritrovare confidenza e slancio nella corsa playoff, conquistato grazie ai 23 punti di Tyler Johnson, il miglior realizzatore dei suoi. La squadra della Florida controlla nel primo tempo, allunga nel terzo quarto e passeggia nel finale, godendosi un Justise Winslow finalmente ispirato al tiro in una serata da 7/12 e 17 punti per lui: “Siamo di gran lunga la squadra che ha dovuto giocare più finali combattuti e punto a punto – racconta il numero 20 -. Ne avevamo parlato poco prima della palla a due e per una volta siamo riusciti a ridurre lo sforzo e a stare più tranquilli”. I 26 punti rifilati ai Grizzlies sono il massimo vantaggio conquistato in una partita da Miami in questa regular season, che aggiorna il precedente record di 25 fissato sempre contro Memphis nella gara d’andata. Per la squadra del Tennessee è la nona sconfitta consecutiva, a conferma di come l'obiettivo dei Grizzlies nel giro di 30 partite sia profondamente cambiato rispetto a inizio anno. Memphis come Sacramento, Dallas e Phoenix ha portato a casa 18 successi. Chi avrà il coraggio di correre il rischio di vincerne un'altra?

Utah Jazz-Dallas Mavericks 97-90

TABELLINO

Gli ultimi 5:12 della sfida tra Jazz e Mavs sono la storia della partita, e della stagione delle due squadre: Utah sa di poter fare affidamento quando conta su una delle prime 5-6 difese della NBA e tiene Dallas a un solo canestro dal campo (su 7 tentativi) forzando anche 4 palle perse agli avversari. Che di loro, come fa notare Dirk Nowitzki a fine gara, incappano in un problema già visto e rivisto durante il campionato: “Siamo rimasti in partita tantissime volte, contro mille avversari, ma non riusciamo a fare l’ultimo passo, a fermare gli attacchi avversari quando conta”, ammette il tedesco, in doppia doppia con 12 punti e 10 rimbalzi. Così dopo il vantaggio sull’87-85 con una tripla di J.J. Barea (17 punti e 12 assist per il portoricano), Utah piazza un parziale di 8-0 e poi chiude la gara negli ultimi decisivi cinque minuti: protagonista per i padroni di casa il solito Donovan Mitchell, autore di 25 punti, 5 assist e 5 rimbalzi, ma coach Snyder ha anche 14 punti da Derrick Favors e 13 con 10 rimbalzi da Rudy Gobert. Dopo il ko contro Portland che ha interrotto la striscia di 11 successi consecutivi, i Jazz tornano subito a vincere anche grazie a un’ottima transizione difensiva (solo 3 punti concessi ai Mavs in contropiede, contro i 15 mandati a segno da Utah).  Dallas esce invece sconfitta dal campo per la 14^ volta nelle ultime 18 gare disputate. 

Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 108-113

IL TABELLINO

I Lakers vincono in volata a Sacramento una sfida molto più divertente di quanto si potesse ipotizzare alla vigilia. I losangelini si godono il miglior Kentavious Caldwell-Pope della stagione, autore di 34 punti, con 8/14 dall’arco e sette rimbalzi. Assieme a lui altri sei giocatori in doppia cifra, con un Isaiah Thomas da 17 punti in 23 minuti in uscita dalla panchina. De Aaron Fox e Lonzo Ball (protagonisti di un dualismo così forte lo scorso anno al college) non scrivono un nuovo capitolo della loro rivalità sul parquet, visto che il rookie dei Lakers resta in panchina per 48 minuti dopo il ritorno in campo di 24 ore prima. La point guard dei Kings invece è uno dei migliori dei suoi grazie alle tante giocate d’atletismo e all’assist che nel finale arma la mano di Bogdan Bogdanovic, il protagonista principale tra i padroni di casa. Il serbo realizza un gioco da quattro punti a meno di 13 secondi dal termine e riporta Sacramento a un solo punto di distanza dagli ospiti. Sull’ultimo possesso poi i Kings decidono di affidarsi nuovamente a lui: finta di tiro, penetrazione al ferro (anche se servivano tre punti per pareggiarla) e appoggio sbagliato al tabellone. La palla non trova il fondo della retina e aggiunge così la terza sconfitta in fila al referto dei Kings. Sacramento al momento è terzultima a Ovest, ma la battaglia per scendere sempre più giù è ancora lunga.