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NBA, Philadelphia spreca di tutto, Milwaukee ringrazia e vince con Antetokounmpo

NBA

I Sixers costruiscono due vantaggi di 20 e 19 punti nel primo e nel secondo tempo, ma li sprecano con 26 palle perse (record stagionale) e lasciano spazio alla rimonta dei Bucks di Antetokounmpo, decisivo 35 punti, 9 rimbalzi e 7 assist. Per Marco Belinelli 10 punti in uscita dalla panchina.

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Forse un giorno Milwaukee e Philadelphia si giocheranno qualcosa di più importante ai playoff, ma per il momento tra di loro la corsa è solamente ristretta al posizionamento nella Eastern Conference. E in caso di arrivo in volata nelle ultime partite, la gara di stanotte potrebbe rivelarsi determinante. I Sixers di Marco Belinelli infatti devono mangiarsi le mani per quello che si sono fatti sfuggire, visto che erano riusciti a costruire un vantaggio di venti punti nel primo quarto (41-21) e poi, dopo essersi fatti riprendere sul 51 pari, erano riusciti a tornare sopra di 19 all’inizio del secondo tempo. Da lì in poi i Bucks hanno però aperto un parziale di 31-5 di cui 21 consecutivi, propiziati non solo da 10 dei 35 punti di Giannis Antetokounmpo (autore anche di 9 rimbalzi e 7 assist con 14/23 al tiro), ma soprattutto da 9 delle 26 palle perse dei Sixers, il massimo stagionale per i ragazzi di coach Brett Brown. “Potrei lasciare la conferenza stampa in questo momento e voi tutti potreste comunque scrivere la storia della partita” ha scherzato l’allenatore di Philadelphia con i giornalisti dopo la gara, sottolineando l’altissimo numero di palloni buttati via dai vari Joel Embiid (19 punti e 8 rimbalzi, ma anche 7 perse), Ben Simmons (12+15 assist, ma con 6 palloni persi) e J.J. Redick (17 ma con 5 turnovers). Per Marco Belinelli 10 punti in 24 minuti in uscita dalla panchina, tirando 3/8 dal campo e 1/3 dall’arco, aggiungendo solamente una palla persa al conto totale dei Sixers ma senza lasciare ulteriore traccia (un rimbalzo, un assist e un fallo). Come spesso accade il migliore degli ospiti è stato Dario Saric autore di 25 punti (di cui 15 solamente nel primo quarto), nonché sostenuto da un contingente decisamente nutrito di oltre 400 sostenitori arrivati direttamente da Philadelphia — una rarità per la NBA. Gli ascoltatori del noto podcast “The Rights To Ricky Sanchez” hanno organizzato la trasferta fino a Milwaukee per “protestare” contro il premio di rookie dell’anno vinto da Malcolm Brogdon davanti a Embiid e Saric lo scorso anno, ma visto che la guardia dei Bucks è infortunata, sono passati a fischiare sonoramente Tony Snell ogni volta che toccava la palla. Ci vogliono tifosi speciali per “Trust the Process”.

La grandezza di Antetokounmpo e il contributo di Zeller e Terry

Nella scorsa estate il proprietario dei Bucks Wes Edens aveva dichiarato con una frecciata che, piuttosto che parlare di “processo”, avrebbe preferito parlare di risultati. E il risultato di questa partita gli ha dato ragione, con i Bucks che dopo aver preso la testa della gara non si sono più voltati indietro, capitalizzando sulle palle perse degli avversari e mandando sei giocatori in doppia cifra per respingere l’ultimo assalto degli ospiti, tornati a -4 nel corso dell’ultimo quarto. Oltre al già citato Antetokounmpo l’unico a chiudere sopra quota 20 è stato Eric Bledsoe (22+7 assist), mentre coach Joe Prunty è riuscito a pescare un jolly inaspettato in Tyler Zeller, alzatosi dalla panchina per dare fastidio a Joel Embiid (che su di lui ha speso un fallo Flagrant di tipo 1) e sfruttare gli assist di Giannis, toccando quota 11 con 5/8 dal campo ma soprattutto chiudendo con un eccellente +22 di plus-minus (superato solamente dal clamoroso +29 di Jason Terry). Grazie anche ai 13 punti di Jabari Parker i Bucks sono riusciti a interrompere una striscia di quattro sconfitte in fila mantenendosi così solamente a mezza partita da distanza dai Sixers, proprietari del sesto posto a Est e a loro volta a una gara di distanza da Washington. Milwaukee guida la serie stagionale contro Philly per 2-1 ma manca ancora una partita, quella del prossimo 11 aprile quando si avrà un quadro più chiaro della corsa ai playoff: chissà che a Philadelphia non finiscano per rimpiangere i due vantaggi a quota 20 sprecati in questo scontro diretto.