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NBA, i risultati della notte: Toronto sempre più in vetta, Clippers ko, suicidio Jazz

NBA

A Orlando i Raptors allungano nel quarto periodo e tornano al successo. Minnesota travolge i Clippers, ancora senza Danilo Gallinari: playoff sempre più lontani per i losangelini. Utah perde in casa contro Atlanta una partita da vincere a tutti i costi, decisivi i 41 punti di Dennis Schröder. Tutto facile per New Orleans contro Dallas grazie al solito Anthony Davis

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Orlando Magic-Toronto Raptors 86-93

IL TABELLINO

Toronto torna a sorridere grazie al solito secondo quintetto e al contributo difensivo di squadra nel quarto periodo. I Raptors infatti ci mettono tre quarti per scrollarsi di dosso i Magic, ma negli ultimi 12 minuti concedono soltanto dieci punti a Orlando (3/19 al tiro di squadra), vincendo e tornando ad allungare in vetta alla Eastern Conference. Merito anche dei 25 punti di Kyle Lowry, trascinante in una serata in cui DeMar DeRozan è rimasto a riposo a causa di una contusione alla coscia. Nulla di grave, insomma. “Queste partite ti permettono di capire quanto puoi reggere a livello mentale e cosa puoi provare a fare in situazioni di difficoltà – racconta coach Casey, sottolineando il contributo delle riserve -. Siamo stati astuti nel quarto periodo; cosa che non ci è riuscita a inizio gara. Soprattutto Kyle ha trovato il modo intelligente per risultare decisivo. Magari non bellissimo, ma ci ha permesso di vincerla”. In casa Magic invece non basta il ritorno in campo di Aaron Gordon (cinque gare fuori a causa di una botta alla testa) ad evitare la settima sconfitta nelle ultime otto gare. Una partita come al solito molto sotto tono, in cui il pubblico si è potuto consolare prima della palla a due. I Magic infatti hanno premiato Tracy McGrady, facendolo entrare ufficialmente nella Hall Of Fame della franchigia della Florida: “Quando sono passato da Toronto a Orlando [le sue due squadre a inizio carriera; questo il motivo per cui è stata scelta come partita, ndr], non c’è stato bisogno di fare reclutamento o manovre di convincimento. Come dissi a quell’epoca a coach Doc Rivers, sapevo già che stavo tornando a casa”. Ritrovare un McGrady sarebbe il miglior viatico per i Magic per rilanciarsi, magari già dal prossimo Draft.

Minnesota Timberwolves-L.A. Clippers 123-109

IL TABELLINO

Il quartetto dei T’wolves gioca una grande gara contro i Clippers e fa dimenticare per una sera al pubblico del Target Center l’assenza di Jimmy Butler. L’ex Chicago Bulls è vicino al rientro, ma nel frattempo a farne le veci sul parquet ci pensano gli altri quattro compagni di quintetto: alla sirena sono 30 punti e dieci rimbalzi per Karl-Anthony Towns, 27 con 9/16 al tiro per Andrew Wiggins, 20 e 12 assist per Jeff Teague e 15 con 6/8 al tiro di Taj Gibosn. Alla lista dei ventellisti si aggiunge poi in uscita dalla panchina anche l’ex Jamal Crawford e il risultato a quel punto non poteva che essere scontato. Minnesota infatti travolge i losangelini, in partita per un tempo e poi lentamente naufragati nonostante i sei giocatori in doppia cifra. Gallinari ancora fuori non è partito con la squadra per il giro di quattro trasferte, decisivo per i destini dei Clippers. “Per vincere queste gare bisogna essere tutti concentrati e al massimo – racconta Lou Williams, senza nascondere una nota polemica nei confronti di alcuni compagni -. Se soltanto parte del gruppo è focalizzata su quanto bisogna fare, il risultato non può che essere questo”. E a guardare l’elenco di L la situazione in casa Clippers è diventata molto complicata: sono infatti quattro le sconfitte in fila che hanno complicato non poco i piani playoff dei ragazzi di Doc Rivers, scivolati a due partite e mezzo di distanza dall’ottavo posto dei Jazz. Ritornare a vincere sin da subito potrebbe non bastare per conquistare l'accesso alla post-season.

New Orleans Pelicans-Dallas Mavericks 115-105

IL TABELLINO

Anthony Davis. Quando giochi assieme a lui tutto diventa più semplice: basta soltanto buttarla in aria nei pressi del ferro e al resto pensa lui, come accaduto sulla testa di Nerlens Noel in una delle tante giocate da highlights nella stagione del numero 23: “Non so neanche come sia riuscita una schiacciata simile”. Un roll verso il canestro e via, come se nulla fosse. “Io e Rondo siamo riusciti a costruire un’ottima intesa, soprattutto in situazione del genere. Abbiamo delle parole e dei gesti in codice che ci permettono di intuire quale sia la giocata. Spesso gli ripeto: ‘Tu alzala, al resto penso io’”. Alla sirena finale sono 37 punti con 15/21 al tiro per Davis, ai quali Rondo ne aggiunge 19 con 14 assist. Due dei protagonisti in una gara chiusa con il 52.7% dal campo dai Pelicans, nonostante la prima partita saltata in stagione da Jrue Holiday causa influenza. Alla fine sono cinque i giocatori in doppia cifra per i Pelicans, tra cui un Ian Clark che si propone sempre più come valida alternativa in uscita dalla panchina. New Orleans vince così la seconda gara in fila e risale al quinto posto in coabitazione con gli Spurs. Adesso ogni partita diventa decisiva.

Utah Jazz-Atlanta Hawks 94-99

IL TABELLINO

La NBA è anche, per non dire soprattutto questo: in una partita sulla carta scontatissima come quella tra Utah (reduce da 21 vittorie nelle ultime 23 di cui le ultime 9 in fila) e Atlanta (6 sconfitte consecutive e record di 5-28 in trasferta fino a stanotte) può capitare che il talento di un singolo giocatore prenda il sopravvento e ribalti i rapporti di forza. Per sfortuna dei Jazz, quel giocatore stanotte è stato Dennis Schröder, inarrestabile con il suo massimo in carriera da 41 punti e in grado di fare a pezzi da solo la difesa granitica di Utah. Ben 17 punti sono arrivati solamente nell’ultimo quarto, prendendosi anche carico della marcatura di Donovan Mitchell nel finale e tenendolo senza canestri negli ultimi minuti di gara, sfruttando anche l’aiuto di Dewayne Dedmon (15+15) e di quattro liberi di Taurean Prince negli ultimi 11 secondi. “Dennis stanotte è stato speciale in attacco, ha fatto di tutto” ha detto coach Budenholzer, che non vinceva in trasferta da un mese e mezzo. Per i Jazz rimane invece la frustrazione per aver perso in casa (dove negli ultimi due mesi avevano perso solo contro Portland e Houston) contro un’avversaria decisamente più debole con cui però sono usciti sconfitti due volte su due. “È stata una serata no” ha ammesso Quin Snyder. “Quando non entrano i tiri, bisogna trovare un altro modo per segnare. Ma stanotte non siamo stati bravi neanche al ferro”. Ai padroni di casa non sono serviti i 24 di Donovan Mitchell, i 23 di Ricky Rubio e la doppia doppia da 15+16 di Rudy Gobert, all’interno di una gara esteticamente sgradevole (entrambe sotto il 40% dal campo e 15/67 da tre punti combinate con 29 palle perse).

Phoenix Suns-Detroit Pistons 88-115

IL TABELLINO

Di questi tempi la resistenza dei Phoenix Suns non è esattamente arcigna, ma una vittoria è una vittoria e per i Detroit Pistons è già abbastanza aver ritrovato Reggie Jackson. A più di tre mesi dal suo infortunio alla caviglia, il playmaker di Stan Van Gundy ha riassaggiato il campo dopo 24 partite di assenza, chiudendo con 7 punti e 3/7 al tiro in 15 minuti. Soprattutto, ha iniziato a capire cosa significa giocare insieme a un talento come quello di Blake Griffin, spettacolare nella sua tripla doppia sfiorata con 26 punti, 9 rimbalzi e 10 assist. “Avessi notato che gli mancava un solo rimbalzo lo avrei tenuto in campo qualche minuto in più” ha ammesso il suo allenatore. “Ma 26-9-10 è comunque una partita incredibile”. Insieme a Griffin sono stati altri cinque i giocatori in doppia cifra per gli ospiti, mentre per i padroni di casa — privi dei due migliori realizzatori Devin Booker e T.J. Warren — ci sono i 19+12 di Alex Len, i 18 di Troy Daniels e i 15+11 con 19 tiri di Josh Jackson, incapaci però di contrastare il parziale di 25-10 con cui Detroit ha preso il controllo della gara nel terzo quarto. Per i Suns si tratta della decima sconfitta consecutiva in casa, nonché della nona in fila considerando anche le trasferte e la 19^ nelle ultime 20 gare disputate.