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NBA, risultati della notte: disastro Minnesota, sconfitta interna con Memphis. Boston fa 4 in fila

NBA

I Timberwolves perdono una partita che non si poteva perdere contro i Grizzlies, che non vincevano in trasferta da 17 gare consecutive. Quarto successo in fila per Boston che supera Phoenix, duello rusticano tra Kemba Walker (31 punti) e Trey Burke (42) nel successo di Charlotte al supplementare contro New York. Detroit supera Los Angeles nella commozione per la morte di Zeke Upshaw.

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Minnesota Timberwolves-Memphis Grizzlies 93-101

TABELLINO

Nel post-partita Jeff Teague non cerca giri di parole, anche perché la realtà dei fatti è abbastanza palese di suo: “Questa è di gran lunga la peggior sconfitta della stagione. Era obbligatorio vincere oggi, così come lo sarà sempre in questo finale di stagione. Per di più contro una squadra che non aveva niente per cui giocare. Eppure ci hanno messo cuore e orgoglio, sono scesi in campo e ci hanno presi a calci”. Dopo aver rimesso a posto nel cose nel terzo quarto a seguito di un primo tempo passato quasi tutto in svantaggio, Minnesota ha segnato solo 11 punti in tutto l’ultimo quarto con un tremendo 3/17, battuti dal solo Wayne Selden che ha segnato 14 dei suoi 23 punti negli ultimi dodici minuti. Memphis interrompe in questo modo una striscia di 17 sconfitte consecutive in trasferta (non aveva mai vinto nel 2018), complici anche i 20 punti con 10 rimbalzi e 6 assist di Marc Gasol e un eccellente 15/31 dall’arco, con ben sei giocatori in doppia cifra. Ciò non toglie che la sconfitta dei T’Wolves sia ingiustificabile, specialmente contro una squadra che non più tardi di cinque giorni fa aveva perso di 61 a Charlotte: i 25 punti con 7 assist di Jeff Teague, i 18 di Andrew Wiggins (l’unico a segnare nell’ultimo quarto) e la 62^ doppia doppia di Karl-Anthony Towns (15 punti e 12 rimbalzi) non hanno impedito la seconda sconfitta consecutiva della squadra di Tom Thibodeau, che ha un record di 6-7 da quando Jimmy Butler si è infortunato al ginocchio. Chissà che questa umiliazione non lo porti ad accelerare il suo rientro. 

Phoenix Suns-Boston Celtics 94-102

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La vittoria di Memphis a Minneapolis ha ripercussioni importanti anche in ottica Draft, visto che i Phoenix Suns hanno ora una partita e mezzo “di vantaggio” sui Grizzlies per il maggior numero di palline alla Lottery. Contrariamente a quanto successo nelle ultime sfide, però, i Suns hanno combattuto senza lasciarsi subito andare, rimontando i 16 punti di svantaggio accumulati nel primo quarto (31-15) fino al pareggio a quota 56. Da lì in poi però i Celtics hanno ripreso in mano la sfida, con Marcus Morris (20 punti) autore del canestro del +12 a fine terzo quarto, uscendo però per una distorsione alla caviglia dolorante che gli aveva già fatto saltare la partita di Sacramento. Le prime radiografie hanno però escluso fratture, perciò il lungo dovrebbe tornare a disposizione in fretta. Chi invece c’è e si sente è Jayson Tatum, che nella serata in cui il giocatore per cui è stato scambiato Markelle Fultz ha fatto il suo secondo debutto, si è divertito in un duello con Josh Jackson, quarta scelta all’ultimo Draft. Il rookie dei Celtics ha segnato 9 dei primi 11 punti dei suoi chiudendo infine con 23, mentre quello dei Suns ne ha messi 11 in fila per cercare di cominciare col piede giusto, toccando anche lui quota 23. A fare la differenza allora è stata la solita prova a tutto tondo di Al Horford (19 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) e i 16 di Terry Rozier (pur con 4/16 al tiro), mentre ai Suns non sono serviti il massimo stagionale da 19 di Tyler Ulis e i 18 di Troy Daniels per evitare la dodicesima sconfitta consecutiva, nonché la 27^ nelle ultime 29.

Charlotte Hornets-New York Knicks 137-128 OT

TABELLINO

Per poco meno di 48 minuti, Trey Burke ha vissuto in un sogno: ogni cosa che provava gli riusciva, mettendo a referto punti su punti fino a toccare quota 36, il suo massimo in carriera. Poi sul possesso decisivo ha provato ad andare oltre, evitando di chiamare timeout e giocandosela in proprio come aveva fatto fino a quel momento (pur chiudendo con ben 12 assist). Solo che Kemba Walker ha deciso di averne abbastanza: prima gli ha sporcato il possesso forzando la gara al supplementare, quindi ha segnato (11 dei suoi 31) o assistito (3 passaggi vincenti) tutti i 20 punti dei suoi nell’overtime, tra cui tre triple una più difficile dell’altra. “Nel finale di gara dovevo fare qualcosa: Trey mi stava prosciugando, stasera ha tirato benissimo, ma alla fine abbiamo portato a casa una grande vittoria”. I sei punti segnati da Burke nell’overtime gli hanno permesso solo di arrotondare il suo career-high a quota 42, ma senza la ciliegina sulla torta di una vittoria. “Quando uno come Kemba si accende è difficile fermarlo, specialmente con uno come Dwight che blocca per lui” ha commentato dopo la sfida. Ai Knicks, arrivati alla 30^ sconfitta stagionale in trasferta, non sono bastati neanche i 27 di Michael Beasley e i 17 di Tim Hardaway Jr. per evitare la sconfitta.

Detroit Pistons-Los Angeles Lakers 112-106

TABELLINO

La sfida tra Detroit e Los Angeles è cominciata con un minuto di silenzio per Zeke Upshaw, il giocatore dell’affiliata della G-League dei Pistons deceduto a seguito di un malore in campo. Ovvio che in un’atmosfera del genere il risultato tra le due squadre passi in secondo piano, anche perché — pur essendo entrambe matematicamente ancora in corsa per i playoff — non c’è nulla in palio. Detroit se non altro si consola con il lento miglioramento delle condizioni di Reggie Jackson, miglior realizzatore dei suoi con 20 punti alla sua quarta partita dopo il grave infortunio alla caviglia che ha fatto deragliare la stagione dei Pistons. “Nel secondo tempo a malapena riuscivo a respirare, ma sto ritrovando le mie gambe. Una volta che ci sono riuscito, tornerò quello di prima” ha dichiarato dopo la gara. Per i Lakers, che hanno mandato Isaiah Thomas a New York per un consulto sulla sua anca dolorante, invece ci sono 22 punti e 11 rimbalzi di Julius Randle e la tripla doppia sfiorata da Lonzo Ball (15, 8 e 11), oltre che la doppia doppia da 20+11 di Kyle Kuzma, sostenuto da tantissimi amici e parenti arrivati dalla vicina Flint.