Il numero 4 dei Lakers si è operato di nuovo all’anca per rimuovere alcuni residui e risolvere un’infiammazione. Finita la stagione, per Thomas inizia la partita più complessa: il rinnovo contrattuale da trovare dal prossimo 1 luglio
Finisce com’era iniziata la complessa regular season di Isaiah Thomas, costretto a una lunga riabilitazione a causa dei problemi all’anca fino a gennaio e ritornato sotto i ferri con tre settimane d’anticipo rispetto alla fine della stagione. Lo hanno annunciato i Lakers, comunicando l’intervento in artroscopia all’anca che servirà a “ripulire la giuntura da tutti i residui che portano all’infiammazione dovuti all’operazione dello scorso anno”. Queste le parole del dottor Bryan Kelly dell’Hospital for Special Surgery di New York, dove Thomas ha deciso di risolvere i problemi che erano tornati a tormentarlo durante le ultime gare. Finisce quindi dopo 17 partite la stagione di IT in maglia Lakers, due in più di quelle giocate con i Cavaliers prima del rocambolesco trasloco a poche ore dalla fine del mercato dello scorso 9 febbraio. Una presenza d’impatto nello spogliatoio losangelino, ben oltre quello raccontato dalle statistiche, come sottolineato anche da coach Walton: “La priorità resta sempre il bene della squadra e lui non lo ha mai messo in discussione. Isaiah e Julius [Randle] stavano sviluppando un’ottima connessione sul parquet [nonostante qualche volta siano volate parole grosse, ndr]. Con Kuzma invece passa sempre il tempo a scherzare fuori dal campo. È un grande ragazzo, riesce ad avere un effetto positivo su tutti i giovani che condividono il parquet con lui”. L’allenatore dei Lakers ha anche raccontato che Thomas appena arrivato aveva chiesto il posto da titolare, di essere sin dalla palla a due sul parquet, ma di non essersi poi mai lamentato del ruolo da giocatore in uscita dalla panchina che gli è stato assegnato. Gli obiettivi del gruppo sono sempre venuti prima di quelli personali, dunque [nonostante le sue uscite a volte fuori luogo abbiano fatto immaginare altro, ndr]. Adesso però che la sua stagione è finita bisogna tirare le somme e valutare tutte le opzioni a disposizione del piccolo (e in passato anche grande) Isaiah.
Un altro anno ai Lakers, un accordo che può far comodo a entrambi
Dodici mesi fa Thomas era sul tetto del mondo, indicato da più parti come outsider nella corsa al titolo di MVP della regular seas0n 2016-17. Una suggestione, certo, ma che dava il senso di quanto fossero importanti le giocate e le prestazioni della point guard in maglia Celtics. Sedersi a un tavolo per trattare il suo rinnovo contrattuale in quel momento avrebbe messo con le spalle al muro chiunque, portandolo letteralmente a quintuplicare i 6 milioni di dollari previsti dal suo precedente accordo. Poi però è arrivata l’operazione, lo scambio ai Cavaliers per Irving, e i quasi otto mesi di stop. Una via crucis al termine della quale Thomas ha perso brillantezza fisica e lucidità nelle scelte, incapace di adattarsi in una polveriera come lo spogliatoio di Cleveland e nuovamente costretto al trasloco dopo sole 15 partite. Le sue carenze difensive, unite alle percentuali in crollo (36% al tiro e 25% dall’arco nella parentesi in Ohio) e all’atteggiamento tutt’altro che conciliante in spogliatoio, lo hanno reso un asset molto meno interessante in prospettiva rinnovo. Detta in parole povere: dodici mesi fa avrebbe tranquillamente firmato un contratto da 100 milioni di dollari (come minimo), adesso con fatica potrà sperare di andare oltre il biennale. Nonostante la ricaduta e la nuova operazione, i Lakers restano la strada più probabile da poter percorrere in estate, ben consapevole del fatto che i losangelini hanno di base altri progetti. Qualora fallisse però l’assalto estivo a James e George, i Lakers potrebbero virare su di lui, riempiendo magari con un annuale il salary cap in attesa della free agency 2019. Sarebbe la soluzione ideale per entrambe le parti: i Lakers potrebbero continuare a crescere grazie al lavoro di un giocatore che reputano affidabile e che già conoscono, apprezzato anche da Walton; Thomas invece avrebbe una stagione per rilanciarsi, per dimostrare al mondo NBA di valere ancora un contratto importante. Il numero 4 trascorrerà le prossime settimana diviso tra Los Angeles e Seattle, impegnato con la riabilitazione che i Lakers continueranno a fargli fare nelle loro strutture anche qualora non ci fosse l’accordo dal prossimo 1 luglio. Un primo segnale, che lascia ben sperare per il futuro.