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Playoff NBA 2018, Oklahoma City sfida Utah: la serie più equilibrata di tutto il primo turno

NBA

Thunder e Jazz hanno invertito le loro posizione solo all'ultima giornata di regular season, arrivando ai playoff con lo stesso identico record e con caratteristiche tecnico-tattiche molto simili. Chi avrà la meglio nello scontro tra Russell Westbrook e Donovan Mitchell? Il primo episodio in diretta su Sky Sport 2 HD domenica alle 00.30

LE PREVIEW: GOLDEN STATE-SAN ANTONIO - TORONTO-WASHINGTON - PHILADELPHIA-MIAMI - PORTLAND-NEW ORLEANS - BOSTON-MILWAUKEE

È passato talmente tanto tempo da quell’episodio che probabilmente in pochi se lo ricorderanno, ma alla fine dell’ultimo incontro stagionale tra Utah e Oklahoma City i Big Three dei Thunder, Russell Westbrook, Paul George e Carmelo Anthony, si premurarono di andare da Donovan Mitchell per offrirgli parole di incoraggiamento e conforto. Il rookie aveva appena segnato 29 punti, inutili però per evitare la terza sconfitta in quattro partite contro Westbrook e soci, ma deve aver fatto tesoro di quelle parole, visto che ha continuato a mettere a ferro e fuoco la NBA trascinando i Jazz a un posto ai playoff che a un certo punto sembrava sfumato. A gennaio infatti Mitchell e compagni erano finiti ben nove partite sotto il 50% di vittorie, ma vincendo 29 delle ultime 35 gare hanno ribaltato la loro stagione conquistando il quinto posto nella Western Conference, con un ritmo pareggiato solamente dagli Houston Rockets nello stesso periodo. I Thunder, invece, non hanno mantenuto le aspettative di inizio anno che li vedevano come una delle possibili candidate al titolo, finendo solamente con una vittoria in più dello scorso anno nonostante le aggiunte di due stelle come Paul George e Carmelo Anthony. Ciò nonostante, con un colpo di coda nelle ultime gare di regular season sono riusciti a strappare un importantissimo fattore campo al primo turno dei playoff, che li vede affrontare proprio quel Donovan Mitchell che probabilmente pensavano di essersi levati di torno con l’ultimo incontro prima di Natale. Il resto della stagione, però, rende questa la serie più in bilico di tutte le otto che vedremo nelle prossime due settimane.

I dati

Oklahoma City Thunder (48-34)

Pace: 99.2 (16)
OffRtg: 107.6 (10)
DefRtg: 104.7 (10)
NetRtg: +2.9 (8)

Utah Jazz (48-34)

Pace: 97.8 (25)
OffRtg: 106.2 (15)
DefRtg: 101.6 (2)
NetRtg: +4.6 (5)

I precedenti stagionali: 3-1 per i Thunder

21 ottobre: Utah-Oklahoma City 96-87 (highlights)
5 dicembre: Oklahoma City-Utah 100-94 (highlights)
20 dicembre: Oklahoma City-Utah 107-79 (highlights)
23 dicembre: Utah-Oklahoma City 103-89 (highlights)

Come detto, i precedenti stagionali vanno presi con le molle: tutte le quattro partite sono state giocate prima di Natale, cioè prima che i Jazz prendessero Jae Crowder sul mercato e soprattutto prima dell’infortunio di Andre Roberson, con il quale i Thunder potevano vantare la miglior difesa della NBA. Anche Rudy Gobert ha dovuto saltare le ultime due partite di dicembre, rendendo in qualche modo ancora più bugiardo il 3-1 stagionale in favore di OKC. Al netto di queste importanti annotazioni, il 95.7 di rating offensivo registrato dai Jazz nelle quattro gare ci dice che la squadra di Quin Snyder fa una tremenda fatica a mettere punti a referto contro OKC e che solamente una partita è finita tirata nel punteggio (quella del 5 dicembre), confermando il trend che vede i Jazz come la squadra che ha giocato meno minuti “in the clutch” di tutta la lega insieme a Golden State. Ultime due note che non faranno piacere ai tifosi dei Jazz: Russell Westbrook ha viaggiato in tripla doppia di media nelle quattro gare (22.8 punti, 11.3 rimbalzi e 10 assist) e i Thunder hanno catturato più di un quarto dei rimbalzi disponibili sotto il canestro di Utah, imponendosi soprattutto grazie a Steven Adams (18 rimbalzi d’attacco in quattro gare, record stagionale contro i Jazz).

Perché vincerà Oklahoma City

I Thunder hanno avuto un rendimento altalenante nel corso della stagione, sembrando la squadra che si pensava sarebbero stati solamente quando la situazione lo richiedeva, in particolare nelle partite contro le migliori squadre della lega (7-4 il record contro Houston, Golden State, Toronto e Cleveland, nessuno meglio di loro). Quello che non è cambiato è l’impegno e l’energia che mettono in campo: i Thunder sono maestri delle piccole cose, sono primi per palle deviate e palloni vaganti recuperati, puniscono tutti gli errori (18.7 punti a partita da palle perse) e puniscono come nessuno a rimbalzo d’attacco (14.9 punti da seconda opportunità), specialmente grazie al già citato Adams. Limitare gli errori contro di loro è assolutamente fondamentale, anche se poi bisogna fare i conti con Russell Westbrook: l’MVP in carica è una bomba ad orologeria capace di far esplodere qualsiasi partita, penetrando a canestro più di chiunque altro (19.2 penetrazioni a partita) e volando in campo aperto per punti facili (5.5 a gara in contropiede, nessuno come lui). La sua combinazione nel pick and roll con Steven Adams ha ormai raggiunto livelli telepatici e la presenza di realizzatori come Anthony e George sul perimetro va comunque sempre tenuta in conto prima di mandare aiuti sconsiderati. Detto questo, l’attacco di OKC soffre di una prevedibilità oramai storica: sono 28esimi per movimento di palla (301 passaggi per 24 minuti di possesso), 28esimi per movimento di uomini e 29esimi per percentuale di assist. Difficilmente vedremo una serie esteticamente gradevole, per quanto sicuramente in bilico.

Perché vincerà Utah

Nonostante lo “star power”, quello guidato da Westbrook rimane un attacco da un solo passaggio: una difesa come quella di Utah dovrebbe essere in grado di trovare le contromisure adatte, soprattutto grazie alla presenza del probabile Difensore dell’Anno in Rudy Gobert. Da quando è rientrato il francese i Jazz vantano di gran lunga la miglior difesa della lega (97.5 di rating difensivo dal 19 gennaio in poi), e la scarsa vena realizzativa di Westbrook dal palleggio (sotto il 40% di percentuale effettiva, 28% da tre) dovrebbe permettergli di difendere in maniera “conservativa” su tutti i pick and roll, murando la strada verso il ferro e permettendo ai suoi compagni di rimanere sui tiratori appostati sul perimetro. I Jazz sono bravissimi a togliere agli avversari i tiri al ferro e le triple, costringendoli a prendersi tiri poco efficienti dalla media distanza con il cronometro inesorabilmente più vicino allo zero: forzare i Thunder a prendersi tante conclusioni in isolamento senza aver mosso il pallone o costruito un vantaggio è la base su cui i Jazz devono costruire il loro passaggio del turno.

L’accoppiamento chiave della serie: Paul George vs Donovan Mitchell

L’altro aspetto fondamentale per i Jazz è quanto riuscirà a rendere in attacco il rookie Donovan Mitchell, il principale creare di gioco della squadra di Snyder. Era dai tempi di Carmelo Anthony (guarda caso) che un rookie non diventava il miglior realizzatore di una squadra da playoff, e viaggiando a 20.5 punti a partita Mitchell ha anche stabilito il record di triple per un gioco al primo anno con 187, soffiandolo a Damian Lillard. I Jazz gli affidano il 29% dei loro possessi, dato che schizza a un incredibile 44% nei finali di gara tirati, di fatto consegnandogli il pallone e chiedendogli di creare il primo vantaggio che i suoi compagni perimetrali (da Ricky Rubio a Joe Ingles) non riescono a creare da soli dal palleggio. I Jazz sono poi bravissimi ad ampliare quel vantaggio iniziale trovando una conclusione aperta (19.8 tiri non contestati a partita, primi in NBA) attraverso il movimento di uomini e palla, ma bloccando Mitchell i Thunder hanno la possibilità di fermare “alla fonte” i rifornimenti per tutti gli altri giocatori di Utah. Ecco che quindi entra in gioco Paul George: durante la regular season è stato Andre Roberson a prendersi cura di Mitchell, ma nei playoff il compito sarà affidato a “PG13”, che dovrà imporre le sue sterminate braccia e la sua rapidità laterale in combinazione con Steven Adams (un altro giocatore imponente dal punto di vista fisico) per oscurare la visuale a Mitchell e bloccare l’attacco dei Jazz. Se i Thunder riuscissero a farcela, allora i Jazz si ritroverebbero senza abbastanza “potenza di fuoco” per reggere il passo contro Westbrook e soci, che oltretutto hanno anche il fattore campo a favore.

Il calendario della serie

Gara-1 a Oklahoma City: notte tra domenica 15 e lunedì 16, ore 00.30 (diretta Sky Sport 2 HD)
Gara-2 a Oklahoma City: notte tra mercoledì 18 e giovedì 19 aprile, ore 2
Gara-3 a Salt Lake City: notte tra sabato 21 e domenica 22 aprile, ore 4
Gara-4 a Salt Lake City: notte tra lunedì 23 e martedì 24 aprile, ore 4
Gara-5 a Oklahoma City: notte tra mercoledì 25 e giovedì 26 aprile (se necessario)
Gara-6 a Salt Lake City: notte tra venerdì 27 e sabato 28 aprile (se necessario)
Gara-7 a Oklahoma City: domenica 29 aprile (se necessario)