I Big Three dei Thunder segnano 80 punti combinati e trascinano OKC al primo successo nella serie contro i Jazz. Donovan Mitchell chiude con 27 e 10 rimbalzi, a lungo in campo nonostante un problema al piede
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Oklahoma City Thunder-Utah Jazz 116-108
Nella conferenza stampa tenuta 24 ore prima dell’inizio della serie, Paul George ha raccontato che sapeva di doversi scrollare di dosso un po’ di ruggine; quella che gli ha fatto compagnia per tutta la regular season. Marcare Donovan Mitchell da una parte e riuscire a essere secondo violino in quanto a realizzazioni dall’altra non è impresa facile. Il n°13 perciò ha invocato il suo alter-ego, “Playoff P.”, che puntuale si è materializzato alla Chesapeake Energy Arena per gara-1. Ogni promessa è debito e la partita di George non ha tradito le aspettative: alla sirena sono 36 punti e sette rimbalzi, tirando 8/11 dalla lunga distanza – nuovo record di franchigie in casa Thunder per triple in una singola sfida nella post-season: “Voglio essere questo tipo di giocatore e garantire un contributo del genere in ogni gara da qui alla fine. Certo, stanotte ero particolarmente caldo, ma è il livello che voglio mantenere in ogni partita da qui alla fine”. Idee molto chiare, anche se i compagni dovranno capire quale nomignolo utilizzare per rivolgersi a lui: “Playoff P… È il suo nuovo nome?”, sorride ironico Carmelo Anthony, felice di essere tornato a giocare nella seconda metà d’aprile dopo cinque anni d’astinenza. Per il n° 7 sono 15 punti con 5/13 al tiro e sette rimbalzi. Sì, per una volta Westbrook arriva in un secondo momento quando si parla di Thunder, nonostante la sua sia la partita di gran lunga più completa (almeno a livello offensivo) tra tutti i giocatori sul parquet: “Quando Paul [George, ndr] è aggressivo, beh, cambiano le nostre prospettive. Quando gioca così bisogna solo preoccuparsi di servirlo e di creare spazio per lui. Con un contributo del genere, ci rende una squadra migliore”. Queste le parole d’elogio riservata a George da parte di Westbrook, autore di 29 punti, 13 rimbalzi e otto assist. Sì, quando le stelle dei Thunder sono in partita, potrebbe non essercene per nessuno. Anche perché i canestri di George hanno completamente fatto saltare il piano partita dei Jazz, nonostante la difesa abbia più volte costretto il n°13 a forzare la conclusione da lontano. Il problema per i mormoni è che sono andate quasi tutte dentro: “Se vanno dentro, bravo lui. Non possiamo cambiare il nostro modo di interpretare la gara per questo. Stessa intensità la prossima sfida, sperando che non faccia di nuovo 8/11 dall’arco”.
L’esordio di Mitchell e gli infortuni in vista di gara-2
Parole da leader quelle di Donovan Mitchell, sceso in campo come se fosse la cosa più naturale del mondo e non in realtà la prima partita della sua carriera ai playoff. La point guard dei Jazz ha giocato con la solita faccia tosta, miglior realizzatore di una squadra che chiude con ben sette giocatori in doppia cifra. Per Mitchell sono 27 punti con il 50% al tiro e dieci rimbalzi, nonostante la sua partita si fosse complicata già nel primo quarto. Su un taglio alla ricerca di una ricezione in attacco, Mitchell si stacca dalla marcatura di Corey Brewer che involontariamente gli pesta il piede sinistro nel momento dello scatto. Un dolore acuto, sul quale però il n°45 dei Jazz continua a giocare, incurante del problema. Con il passare dei minuti però, il fastidio diventa più acuto e coach Snyder, d’accordo con lo staff medico, decide di richiamarlo in panchina nel momento di massimo sforzo di Utah. Mitchell è furente, inizia a scuotere la testa e a negare il dolore, correndo negli spogliatoi a fare dei raggi al piede per poi costringere il suo allenatore a farlo tornare sul parquet. Un guaio non solo per la sfida persa stanotte, ma che preoccupa per il resto della serie: “Mi sono soltanto ferito all’alluce, nulla di grave”, stempera Mitchell a fine gara. “Mi hanno visto zoppicare nel quarto periodo e per quello si sono fatti trarre in inganno. Hanno pensato che avessi bisogno di riposo”. Coach Snyder specifica che in fondo la precauzione in questi casi non è mai troppa, proprio come ritiene anche il suo collega seduto sull’altra panchina. Coach Donovan infatti, con la partita ben avviata ma non chiusa del tutto, ha preferito tenere a riposo lo scatenato George, uscito per una contusione all’anca destra. Anche in questo caso però sembra essere stata giusto una formalità: “Sto bene, tutto ok, è soltanto un riacutizzarsi del fastidio avuto dopo il match contro Atlanta. In gara-2 ci sarò di sicuro: sono i playoff, non resterò mai seduto a guardare”.