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NBA, Marcus e Markieff Morris, gemelli anche quando si devono pagare le multe

NBA

I gemelli Morris vivono da sempre in simbiosi, anche in questi ultimi anni di lontananza forzata. Talmente tanto telepatici da ricevere entrambi una multa a testa nel giro di poche ore: il carattere e la voglia di farsi valere in campo è sempre la stessa

Lo scorso anno durante i playoff, quando Markieff Morris era alle prese con Boston in una serie dai mille significati e dai tanti scontri sul parquet, alcuni avevano paventato addirittura l’ipotesi di uno scambio di persona (anche noi ci eravamo lanciati in un improbabile descrizione della sostituzione di identità). Marcus ancora non era sbarcato ai Celtics e seguiva da bordocampo le gare del fratello gemello che era misteriosamente guarito tra gara-1 e gara-2. Scherzi a parte, quello fu il momento in cui venne fuori per l’ennesima volta la simbiosi tra i due giocatori, cresciuti costantemente uno al fianco dell’altro, tanto da far dire pubblicamente a Marcus alla vigilia della post-season di quest’anno che sperava e che aveva chiesto più volte a suo fratello che Washington non arrivasse settima. Nessuno scontro fratricida, almeno non al primo turno. Nel frattempo però entrambi hanno continuato per motivi diversi a far casino (in estate sono stati indagati per una rissa a cui avevano partecipato entrambi, poi assolti), beccandosi neanche a farlo apposta una sanzione a testa nello stesso momento. Marcus sarà costretto a sborsare 15mila dollari dopo aver commentato in maniera stizzita il tecnico che gli arbitri hanno fischiato contro di lui in gara-3 contro Milwaukee: “Non posso parlare con loro, è sempre la stessa m**da ogni volta. È tutto l’anno che va avanti così. Me lo aspettavo. Sanno chi prendere di mira già prima che la gara cominci”. Una risposta in controtendenza rispetto a quanto detto via Twitter dal giocatore dei Celtics prima dell’inizio dei playoff, quando si era scusato per la veemenza dei suoi commenti. Discorso simile per Markieff, che dovrà separarsi da 25mila verdoni dopo aver preso parte a suon di spintoni e offese alla rissa in gara-3 contro Toronto: “Non è stato un vero e proprio faccia a faccia: ho avuto l’impressione che Anunoby fosse intervenuto volutamente con il gomito bello alto su di me e quello mi ha fatto arrabbiare. Era anche un modo per mettere un po’ di fisicità nella serie, mi sembrava che loro giocassero un po’ troppo sul velluto”. Una tattica che a livello di risultato ha funzionato, ma non per le tasche di Markieff. Nei primi anni in NBA i due gemelli dividevano il conto in banca, anche quando gli introiti erano diventati differenti. Chissà se preleveranno da quello per pagare le multe.