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NBA, il canestro sulla sirena di Marco Belinelli e i coriandoli partiti "per sbaglio"

NBA

Marco Belinelli realizza un decisivo buzzer beater alla fine dei regolamentari; una conclusione presa con un piede sulla linea da tre punti, ma che illude il Wells Fargo Center per qualche istante. Dal soffitto scendono anche i coriandoli, ma i Sixers poi perdono all’overtime

Chissà quante volte lo avrà sognato da bambino (e magari anche in questi 11 anni di NBA). Playoff, partita delicatissima e decisiva per le sorti della sua squadra, pochi secondi alla sirena e due punti di vantaggio per gli avversari. Il pallone decisivo finisce nelle sue mani che si libera in uscita dai blocchi e tira dall’arco fuori equilibrio (come tanto gli piace fare), trovando il fondo della retina e festeggiando con il pubblico impazzito per lui e i compagni che lo portano in trionfo. C’era tutto questo nel finale di partita tra Philadelphia e Boston. Tutto, tranne un piede qualche centimetro più indietro per evitare di pestare la linea del tiro da tre punti, portando dunque la partita all’overtime, ma senza sancire con il suo bersaglio un successo che avrebbe rilanciato le ambizioni dei Sixers. Poche decine di millimetri però non cambiano il senso della prodezza di Belinelli, che si sta togliendo un bel po’ di soddisfazioni negli ultimi mesi trascorsi a Philadelphia e che anche stanotte ha dimostrato di essere una pedina fondamentale del Process che stanno portando avanti da anni in Pennsylvania. Un bersaglio che ha fatto esplodere di gioia il Wells Fargo Center, vestito a festa e spinta decisiva per provare a motivare i Sixers, spalle al muro in una serie in cui l’esperienza e l’abitudine a palcoscenici importanti dei Celtics ha fatto ancora una volta la differenza. Francesco Bonfardeci in telecronaca su Sky Sport ha iniziato a urlare il nome di Belinelli, convinto anche lui come gli addetti dei Sixers che il tiro potesse essere da tre punti. A quel punto, uno degli uomini deputati a far cadere i coriandoli dal soffitto dell’arena in caso di vittoria, non ci ha pensato su due volte e ha schiacciato il tasto per liberare nell’aria quelli che dall’altra parte dell’oceano chiamano ‘confetti’. Un mare di coriandoli che ha invaso spalti e parquet. Una festa anticipata, che ha costretto gli arbitri a fermare il gioco per circa sette minuti, in attesa che tutto venisse ripulito per lasciare spazio alle squadre che dovevano giocarsi poi l’overtime. Una scarica d’adrenalina che non ha distratto gli ospiti, pronti poi a piazzare la zampata nel tempo supplementare e a trasformare il tutto nella più crudele delle beffe.