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NBA, LeBron James, che memoria! E poi ammette: "Sono stanco"

NBA

A 33 anni il n° 23 di Cleveland sta giocando l'ennesima stagione con oltre 3.600 minuti trascorsi sul parquet e per la prima volta ha manifestato sintomi di stanchezza, fermandosi a più riprese nel corso di gara-5. Una calo di lucidità che non gli ha fatto dimenticare però tutte le palle perse e le giocate sbagliate della sua partita

Dopo tutto, è umano anche lui. Il problema però è che un LeBron James al di sotto dell’eccellenza è sinonimo di sconfitta per questa versione dei Cavaliers. Cleveland sbaglia tanti tiri aperti in gara-5, non sfrutta al meglio il lavoro del n°23 e soprattutto non trova un’alternativa in attacco a James. Non segna nessuno (a fine gara non c’è un giocatore dei Cavs con più di sei canestri o almeno due assist, LeBron a parte) e questo non fa altro che rendere più complicato il lavoro del nativo di Akron, che a sua volta non è stato perfetto nella sfida del TD Garden e che in conferenza stampa ammette di aver avuto un momento di stanchezza. Di difficoltà fisica, quasi a ricordare a tutti che è fatto di carne e ossa anche lui: “Ho avuto bisogno di tirare il fiato, di prendermi un attimo di pausa”. Ho provato come sempre a fare il meglio per la squadra e bla bla bla, aggiunge successivamente quando ormai tutti hanno già preso nota della frase che diventerà il titolo di decine di articoli e approfondimenti. A guardare la tabella dei minuti giocati, non bisognerebbe meravigliarsi più di tanto del fatto che James abbia avuto un calo fisiologico, delle battute d’arresto inevitabili per un 33enne. "Sto bene, non ho mai parlato di fatica, lo hanno fatto i giornalisti", aggiunge più tardi per correggere il tiro, ma ormai la bomba è lanciata. LeBron è arrivato alla sua 15esima stagione nella lega e con i 32 minuti di questa notte trascorsi sul parquet (molto meno rispetto alle sue medie), il totale sale a quota 3.666. La quinta annata per numero di minuti giocati in carriera (e manca ancora qualche partita), dietro i 4.083 minuti del 2007 (all’età di 22 anni), i 3.985 del 2011 (26), i 3.965 del 2006 (21) e i 3.837 del 2013 (28). Cifre che fanno riflettere anche Tyronn Lue, criticato da più parti per alcune scelte. L’allenatore dei Cavs schiera soltanto per tre minuti il terzetto Love-James-Korver - di gran lunga il più redditizio in attacco - per scelta e non per ragioni fisiche o a causa di infortuni. La spiegazione arrivata a fine gara è quantomeno discutibile: "Boston non ha schierato Semi Ojeleye", non permettendo dunque a Lue di mettere Korver in campo (e in marcatura su di lui). A detta del coach di Cleveland l'ex giocatore di Atlanta infatti in difesa sarebbe andato in difficoltà nel contenere gli altri avversari, tutti più pericolosi del rookie dei Celtics. Una scusa che sembra più un volersi arrampicare sugli specchi (dei 90 minuti totali in campo nella serie, Korver ha condiviso il parquet con Ojeleye soltanto in 31 di essi) e che suona come una presa in giro alle orecchie dei tifosi dei Cavaliers, basiti un po' come tutti da questa decisione.

LeBron e le palle perse: le ricorda tutte e le racconta in conferenza stampa

James ovviamente in conferenza stampa si esime dal commentare le scelte del suo allenatore, evitando di proposito ogni riferimento a esse (il riposo contemporaneo suo e di Kevin Love a inizio quarto periodo che ha fatto allargare ulteriormente il gap tra le due squadre sarebbe un altro motivo di lamentele, ad esempio), mentre non risparmia complimenti e lodi al coach avversario: “Boston è una squadra molto bilanciata, allenata alla perfezione. Un gruppo che gioca con la giusta rabbia, piena di giovani talenti scelti molto in alto al Draft per una ragione chiara: perché sono in grado di fare tante cose diverse sul parquet. Sanno attaccare, essere efficaci in difesa, all’occorrenza creano canestri per loro o per i compagni”. Attenti anche nella gestione del pallone verrebbe da dire, cosa che a Cleveland e James è riuscita meno in gara-5. Il n°23 è stato (co)responsabile di sei delle 15 palle perse dai Cavaliers e imbeccato in conferenza ha dato prova per l’ennesima volta di avere un'incredibile memoria nel ricordare tutto. Come riportato nel video seguente, James in 70 secondi fa un resoconto dettagliato della sua gara, raccontato alla perfezione tutte e sei le azioni che lo hanno visto protagonista in negativo, distinguendo tra le buone giocate della difesa (“Morris ha fatto un gran lavoro in quell’occasione”), da quelle frutto di disattenzione e mancata cura. “Tre me le sarei potute evitare”, è il giudizio in cassazione che lo stesso James si auto-infligge. Prima di tirare le conclusioni (e il fiato) in maniera definitiva invece c’è ancora tempo.