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A Boston si pensa già a gara-7 e Marcus Smart avverte: “Sarà una battaglia”

NBA

Il blackout del secondo quarto e le difficoltà di Al Horford sono costate ai Celtics il primo match point, ma gara-7 in programma domenica notte sarà al TD Garden, dove Boston è ancora imbattuta in questi playoff: 10 vittorie e zero sconfitte

I playoff dei Boston Celtics finora possono essere riassunti da un semplice dato: 10-0 il loro record interno, al TD Garden, 1-7 quello esterno, lontani da Boston. Se si eccettua la vittoria, peraltro ottenuta ai tempi supplementari, in gara-3 contro Philadelphia, gli uomini di Brad Stevens hanno dimostrato una notevole allergia alle gare esterne, ragione per cui il fatto che gara-7 contro Cleveland – in programma nella notte di domenica – si svolgerà sul parquet incrociato ancora inviolato in questi playoff del TD Garden è un motivo di gran sollievo per i biancoverdi: “Ma non possiamo rilassarci solo perché sappiamo che giocheremo davanti al nostro pubblico”, avverte Terry Rozier. “Non sarà facile, per nulla. Non vediamo l’ora che arrivi domenica: vogliamo giocare in maniera aggressiva, vogliamo essere noi la squadra che detta ritmo e tempi di gioco”. Anche Marcus Smart – nuovamente positivo, con 10 punti, 8 assist e le solite giocate di grande energia – ha già la testa alla prossima sfida, quella decisiva: “Ora è rimasta una partita soltanto, da vincere. Non sarà una sfida di fioretto. Bisognerà sporcarsi le mani, lottare, senza preoccuparsi troppo di giocare bene. Sarà una battaglia, dobbiamo farci trovare pronti perché sarà una lotta”. L’elemento chiave della panchina di coach Stevens carica l’ambiente in vista della sfida decisiva ma allo stesso tempo mette in guardia tutti che un’eccesiva eccitazione possa essere controproducente: “Abbiamo affrettato certe giocate, ci siamo fatti un po’ prendere la mano, eravamo troppo carichi”, ha ammesso Smart riferendosi a gara-6. “Bisogna capire che un parziale ci può stare, e reagire in maniera più professionale, senza perdere la testa. Abbiamo visto dei matchup favorevoli e abbiamo cercato di sfruttarli troppo e subito, forzando alcune giocate. Succede”. Il parziale a cui Smart fa riferimento è quello occorso nel secondo quarto, quando Cleveland ha sfruttato i quasi 5 minuti senza neppure un punto a tabellone da parte dei Celtics per piazzare un break di 20-4, che ha sostanzialmente finito per decidere la partita.

Le difficoltà di Al Horford

Non un caso che sia occorso durante un primo tempo in cui anche l’uomo barometro di Boston, Al Horford, ha fatto fatica come non mai, tenuto a zero punti nei primi 24 minuti di partita. “Venivo raddoppiato appena ricevevo palla, per cui non ho mai potuto giocare uno-contro-uno”, il suo racconto. “Hanno fatto un ottimo lavoro nel raddoppiarmi e nel farlo con aggressività. Non ci siamo appoggiati così tanto in post come avevamo iniziato a fare all’inizio della gara, ma sono sicuro che ne parleremo e correggeremo il tiro”. Un’analisi che trova infatti già d’accordo l’allenatore dei Celtics, Brad Stevens: “Quando vieni raddoppiato la chiave è riaprire tempestivamente sul compagno libero, e Al è bravissimo nel farlo”, conferma il coach biancoverde, che porta a testimonianza i tre assist di Horford nel primo tempo (uno solo nel resto della gara). “Avremmo dovuto insistere di più nel dargli palla mentre invece non lo abbiamo coinvolto troppo”. “Abbiamo preso qualche brutto tiro di troppo e questo ha favorito la loro transizione: quando in trasferta concedi canestri facili agli avversari, le cose si fanno difficili”, il giudizio finale di Horford, anche lui già pronto a concentrarsi sulla prossima sfida, quella decisiva, la gara-7 di domenica al Garden: “L’ambiente sarà elettrico, sarà una partita divertente – assicura Horford – e non vedo l’ora di giocarla”. “Mi aspetto che il volume del TD Garden sia al suo massimo, qualcosa di mai sentito prima – dice Jaylen Brown – e visto il livello di rumore che sanno produrre i nostri tifosi, questo vuol dire parecchio”. “Questo gruppo non molla mai – chiude coach Stevens – per cui sono sicuro che domenica saremo pronti”. In palio le finali NBA, le prime dal 2010. Ma c’è da affrontare e battere LeBron James per raggiungerle.