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NBA, James Harden: "In gara-7 ci penso io". Il dubbio resta Chris Paul: ci sarà?

NBA

Houston ha perso la prima occasione per conquistare l’accesso alle Finals, ma è pronta a giocarsi il match point in casa nella partita più importante negli ultimi 20 anni di storia della franchigia. Un match a cui Chris Paul vuole prendere parte, a tutti i costi

La scorsa estate, dopo il fallimento in semifinale contro San Antonio, i Rockets hanno ricaricato le batterie e ricostruito il roster con un unico obiettivo: riprendersi le Finals NBA e possibilmente il titolo dopo oltre 20 anni d’assenza dal palcoscenico più importante nel mondo del basket. L’arrivo di Chris Paul è stata una scelta che andava proprio in questa direzione, nonostante la fascia di capitano restasse idealmente stretta al braccio di James Harden, partecipe come buona parte dei suoi compagni alla vacanza alle Bahamas che ha anticipato il camp prestagionale con cui i texani hanno iniziato a preparare questo lungo assalto agli Warriors. I campioni in carica infatti restavano il fantasma tutt’altro che sbiadito all’orizzonte, il mito da sfatare e possibilmente battere. In quell’occasione il Barba, guardando negli occhi i compagni, pronunciò un discorso quasi profetico: “Sarei felice di giocarmi in casa una gara-7 contro Golden State per conquistare l’accesso alle Finals. Datemi un’opportunità del genere, al resto penso io”. Ecco, quasi nove mesi dopo siamo alla resa dei conti, con Harden chiamato a vestire i panni da protagonista nella sfida più importante delle ultime due decadi nella storia dei Rockets: “Questa sconfitta non cambia nulla – prova a glissare il principale candidato al titolo di MVP -, siamo un gruppo che ha enorme fiducia nei propri mezzi. Sappiamo che aver perso alla Oracle Arena è stata solo un’occasione sprecata, ma la sostanza non cambia: dobbiamo vincere un’altra partita per conquistare le Finals”. Tutto, a prescindere da un eventuale recupero lampo di Paul, resta sulle spalle di Harden: “Non sento la pressione, è un’opportunità di cui sono entusiasta di poter far parte. Giochiamo in casa, con una chance unica: scenderemo in campo e dimostreremo cosa siamo in grado di fare”. Coach Mike D'Antoni prosegue lungo la stessa lunghezza d'onda del suo leader: "Dopo otto mesi abbiamo ottenuto ciò che volevamo: avremmo firmato per essere in questa situazione a inizio stagione. Sarà una sfida all'ultimo sangue, tutta la città è pronta a darci una mano. Toccherà a noi riuscire a dare il colpo decisivo".

La domanda è una sola: giocherà Chris Paul?

La testa nello spogliatoio dei Rockets resta sempre rivolta a CP3 e alle sue condizioni fisiche. Coach D’Antoni è il principale indiziato a dare una risposta all’interrogativo, ma l’ex allenatore dei Suns smarca subito le domande con un “non ne ho idea” che trasuda pretattica. Adrian Wojnarowski di ESPN invece parla di una fonte interna che gli ha detto che “È più probabile che non giochi rispetto alla possibilità di vederlo in campo, ma la squadra sta vagliando ogni possibilità per forzare e provare a farcela”. Paul è stato decisivo in tutti e tre i successi dei Rockets nella serie, caricandosi la squadra sulle spalle in gara-5, superando i dolori e gli acciacchi che in una situazione meno decisiva lo avrebbero già costretto a fermarsi. “Ovviamente vogliamo che ci sia – sottolinea PJ Tucker -, è una delle migliori point guard della lega, ma dobbiamo prepararci all’evenienza che non giochi e studiare le contromosse. La nostra forza sta nel fatto che abbiamo costruito una squadra che può fare a meno di chiunque: cinque giocatori in campo, ci penseranno loro a trovare la strada per conquistare le Finals”. Il quadricipite potrebbe non essere del tutto a posto e quel punto costringere D’Antoni a fare i conti con il dubbio: meglio Paul a mezzo servizio o fare a meno di lui dando più spazio a giocatori certamente più in forma? "Senza di lui tocca a noi - sottolinea Gerald Green - siamo una squadra che crede molto nei suoi mezzi. Non ci tireremo certo indietro". Un giocatore come Green non ha mai rinunciato a un singolo tiro in carriera, non si farà certo pregare in una gara così importante.