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NBA Finals, Kendrick Perkins: "Lasciatemi stare, scegliete un altro da provocare"

NBA

Dopo lo scontro con Steph Curry in gara-2, il lungo dei Cavaliers è tornato sul faccia a faccia lanciando un messaggio chiaro a tutti quelli che incrociano la sua strada: "Non sono il tipo di problema che vorreste avere, girate a largo"

LeBron James lo ha richiesto espressamente e a Cleveland ogni desiderio del Re è un ordine. Kendrick Perkins si è preso l’ultimo posto a disposizione nel roster dei Cavaliers a poche manciate di ore dalla chiusura dei roster, incassando così la cifra simbolica di 13mila dollari (praticamente lo stipendio giornaliero di un veterano), ma potendo così ricoprire il ruolo di fedele scudiero sulla panchina dei Cavs. Perkins infatti ricopre il ruolo dello pseudo assistente allenatore di 33 anni che ha trascorso tutte le gare fino a oggi a riempire la lista dei giocatori inattivi. Un coach aggiunto in panchina, che senza mettere piede sul parquet è riuscito farsi notare (e a far arrabbiare) gli avversari più di una volta. L’episodio di gara-2 ormai è noto a tutti: Curry tenta alla disperata una tripla sul finire di terzo quarto. La palla non tocca neanche il ferro e cadendo all’indietro il n°30 di Golden State inciampa sui piedi di Perkins che utilizza quello come pretesto per andare a discutere faccia a faccia con l’avversario. Una pessima idea visto il 5/5 raccolto dall’arco negli ultimi 12 minuti di gara da Steph; un messaggio chiaro arrivato al destinatario, che non vuole assumersi responsabilità a riguardo: “Ero seduto lì bello comodo e lui è inciampato sulle mie gambe. È salito sui miei piedi e non capisco che cosa vogliano le persone da me, cosa avrei dovuto fare. Mi ha guardato con un’espressione del tipo ‘cosa stai facendo’, a cui io ho risposto ‘Cosa stai facendo tu, io ero seduto qui’. Non la prima volta che Perkins si ritrova invischiato in una situazione del genere, ma la terza prendendo in considerazione soltanto l’ultimo mese, dopo aver battibeccato con Drake in gara-2 di semifinale contro i Raptors e aver preso parte alla rissa seguente al faccia a faccia tra Tristan Thompson e Draymond Green in gara-1 tra Warriors e Cavaliers. Perkins però non riesce a spiegarsi il perché sia sempre lui a essere tirato in mezzo, sottolineando come ai provocatori non convenga stuzzicarlo troppo: “Non so perché tutti scelgono sempre me per arrivare allo scontro. Fossi in loro cercherei in maniera più saggia di evitarmi, al posto di cercare il faccia a faccia con me. Non sono il problema che in molti vorrebbero avere, non conviene scherzare con me. Sceglietevene un altro da provocare”. Uomo avvisato...