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Mercato NBA, LeBron James, Kawhi Leonard e Paul George: il piano per la super estate dei Lakers

NBA

La rottura tra gli Spurs e Kawhi Leonard potrebbe permettere ai giallo-viola di puntare a far il tris di All-Star in estate, potendo così assicurarsi un terzo giocatore oltre ai due super contratti per cui Magic Johnson ha liberato spazio in questi mesi. Per riuscirci però, devono incastrarsi un bel po’ di tasselli

Nel grande e confuso scacchiere estivo che i GM di mezza NBA si ritroveranno a fronteggiare, con tanti free agent di primissimo livello a caccia di un contratto e squadre disposte a rivoluzionare il proprio roster, una delle variabili che in molti stanno continuando a tenere sott’occhio è lo spazio salariale a disposizione dei Los Angeles Lakers; pronti dopo qualche anno di ricostruzione ad andare all-in in una off-season che potrebbe permettere ai giallo-viola di mettere in piedi una squadra capace di competere ad alto livello sin da subito. Di LeBron James abbiamo già parlato, ma è importante ritornare a qualche giorno di distanza sulla questione dopo l’improvvisa e drastica rottura di Kawhi Leonard con gli Spurs. Secondo diverse fonti, nei pensieri del n°2 di San Antonio c’è l’intenzione di giocare a Los Angeles già dal prossimo ottobre, provando a lasciarsi alle spalle il prima possibile i tanti (e pesanti) dissidi maturati con i texani a seguito di un infortunio gestito malamente dallo staff degli Spurs. Un grosso punto interrogativo su quanto possa rendere nel breve periodo Leonard, su quali siano i suoi margini di recupero e il suo stato di forma dopo un’intera stagione passata a consultare in maniera continua diversi specialisti, senza riuscire a risolvere in maniera definitiva l’infortunio al quadricipite. Se Leonard fosse però un giocatore dall’impatto simile a quello della stagione 2016/17,  i Lakers sarebbero disposti a fare carte false per accaparrarselo; consapevoli del fatto che il contratto da poco più di 20 milioni permetterebbe ai losangelini di tentare la strada dello scambio, senza compromettere lo spazio salariale già “riservato” a LeBron James e Paul George. Per far sì che tutto questo funzioni però c’è bisogno di una pre-condizione fondamentale: la volontà di Leonard di andare ai Lakers, una pressione che metta spalle al muro gli Spurs (disposti a fare carte false pur di trattenerlo) e obbligati così a prendere in considerazione le proposte dei giallo-viola. Come già sottolineato più volte però, bisogna sciogliere prima di tutto il nodo Luol Deng.

Lo scambio che i Lakers possono proporre: mettere sul piatto Ball e Kuzma

Prima dell’esplosione del caso Leonard, in molti avevano già immaginato le mosse che la dirigenza di Los Angeles avrebbe messo in atto in estate: spalmare il contratto di Deng su più anni, riducendone l’impatto sul monte salari del prossimo anno e liberando ulteriore spazio per firmare due free agent di prima fascia. Adesso però il pesante contratto di Deng può diventare il riempitivo necessario per arrivare a compensare i 20 milioni di Leonard. Anche perché qualora il progetto andasse in porto, la somma dei contratti di Leonard, George, James e Deng supererebbe da sola gli 85 milioni di dollari, senza tener conto di tutti gli altri giocatori con cui riempire il roster. Il contratto dell’ex giocatore dei Bulls quindi deve in qualche modo scomparire dal salary cap dei Lakers, anche se a livello d’appeal bisogna compensare con ben altro per convincere gli Spurs della bontà dell’affare. L’idea è quella di aggiungere i due giovani talenti pescato all’ultimo Draft, offrendo quindi agli Spurs Lonzo Ball e Kyle Kuzma. Scelte dolorose, considerando le tante aspettative che i giallo-viola hanno riposto sul figlio di LaVar, che a livello contrattuale però libererebbe ben 7.5 milioni di dollari annui (più di quello di Brandon Ingram da 5.8, ad esempio), oltre alla sorpresa Kuzma; votato nel primo quintetto All-Rookie e insospettabile realizzatore a cui i Lakers dotati di ben tre All-Star potrebbero tranquillamente rinunciare. Stando alle simulazioni di ESPN, per far funzionare l’accordo si potrebbero coinvolgere anche gli Orlando Magic, a cui gli Spurs potrebbero scaricare il contratto di Joffrey Lauvergne, ricevendo come incentivo sempre dai Lakers 1.7 milioni di dollari cash e la seconda scelta dei giallo-viola nel 2020. In questo modo i conti tornerebbero, con gli Spurs che si ritroverebbero a puntare su un gruppo di giovanissimi molto interessante, con un salary cap sgravato da parte del suo peso (a parte i 20 milioni di Deng) e avendo dovuto per forza di cose rinunciare a Leonard. A quel punto i Lakers avrebbero lo spazio per mettere assieme ben tre All-Star, ma dovrebbero poi capire come muoversi per costruirgli attorno un roster competitivo. 

Chi poter aggiungere attorno ai Big Three?

A quel punto i Lakers si ritroverebbero ad avere un quintetto invidiabile, con un Brandon Ingram in versione ‘portatore di palla’, rivestita anche nella fase finale della stagione dei losangelini, oltre a Josh Hart e alle due scelte (la n°25 e la 47) da poter sfruttare al prossimo Draft. Un’ottima base, a cui però manca un supporting cast che più volte si è dimostrato necessario per puntare al successo negli ultimi anni. Il vuoto principale da riempire è quello sotto canestro, con un reparto lunghi da rimettere totalmente in piedi. Il margine di manovra però sarebbe ridottissimo, con l’unica vera arma contrattuale in mano che resta la mid-level da 4.4 milioni. La buona notizia è che giocatori come James o Leonard possono permettersi di ricoprire diverse posizioni sul parquet con enorme flessibilità, ma inevitabilmente poi ci sarà necessità di sfruttare i centimetri di un lungo di ruolo. Uno dei possibili profili a cui puntare è Nerlens Noel, seguito anche nei mesi scorsi dai Lakers all’interno di una trade con Julius Randle e che dopo aver scommesso su sé stesso nell’ultima stagione a Dallas, non è riuscito a convincere e a garantirsi una grande prospettiva. Per lui 4.4 milioni potrebbero dunque essere tutt’altro che pochi (chi è disposto a offrirgli di più?) e la vicinanza di interessi dettata da Rich Paul (il suo agente è lo stesso di LeBron) potrebbe aiutare a far funzionare le cose. Oltre a quello poi, scatterebbe al caccia al veterano: pochi soldi, certo, ma il sole di Los Angeles e la possibilità di competere ad alto livello. In molti farebbero carte false pur di imbarcarsi in un'avventura del genere.