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Green e il primo quintetto All-Defensive: "Ditemi i nomi di chi è meglio di me"

NBA

Il n°23 degli Warriors è da anni l'ago della bilancia del rendimento difensivo dei campioni in carica. Questo però non è bastato per essere inserito nel primo quintetto votato la passata stagione: una scelta che Green non ha ancora digerito del tutto

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La stagione 2017-18 è ormai acqua passata, ma di sassolini nelle scarpe ne ha lasciati un bel po’. E uno che non ha mai lesinato risposte o commenti piccati è Draymond Green, che infastidito dalla mancata presenza del suo nome nel miglior quintetto difensivo della stagione, ha pensato bene di approfittare della prima occasione utile per sottolinearlo: “L’anno scorso sono stato inserito nel secondo quintetto difensivo della Lega, è una follia: sono convinto che nessuno di quelli che hanno votato sia in grado di dirmi cinque nomi di giocatori migliori di me quando si tratta di proteggere il ferro. Aspetterò le loro risposte”. L’elenco è presto fatto (guardando le selezioni finali): Anthony Davis e Rudy Gobert sotto canestro (quelli che in pratica gli hanno soffiato il posto), assieme a Jrue Holiday, Victor Oladipo e Robert Covington. I suoi compagni di quintetto, quello delle seconde scelte, sono stati invece Joel Embiid, Al Horford, Dejounte Murray e Jimmy Butler. Uno smacco dopo che 12 mesi prima era stato insignito del premio di miglior difensore dell’anno, finito poi nel dimenticatoio nonostante gli Warriors abbiano continuato a macinare successi – con la difesa che in parte ha perso colpi, costringendo Golden State a occupare soltanto il nono posto per rating difensivo a 104.9. Dodici partite saltate per infortunio (più del solito) e una tenuta difensiva che con lui scendeva comunque a 103.7 punti concessi su 100 possessi non sono bastati ad aprirgli le porte della top-5 difensiva. un impatto ridotto a quello avuto da Rudy Gobert (impressionante il 97.7 mantenuto da Utah con lui sul parquet) e Anthony Davis, che migliorava i Pelicans anche a protezione del ferro e non soltanto grazie al suo impatto in attacco. Nomine giustificate insomma, basta non dirlo a Draymond Green. in fondo gli Warriors vanno a caccia di stimoli e questa sembra essere una di quelle ragioni per dare fondo alle energie anche quest'anno.