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NBA, Minnesota nel caos: Butler convoca i compagni, Thibodeau fa infuriare Riley

NBA

Solo 24 ore dopo lo show in allenamento e l'intervista-bomba a ESPN, Jimmy Butler convoca un players-only meeting (smentito però da Jeff Teague). Potrebbe essere in campo per il via della stagione, anche perché sul fronte trade il comportamento dei Timberwolves lascia tutti perplessi (e infuriati...)

JIMMY BUTLER TORNA AD ALLENARSI E NE HA PER TUTTI

MINNESOTA POTREBBE SCHIERARE JIMMY BUTLER AL VIA STAGIONALE

Minnesota, il giorno dopo. E il caos attorno a Jimmy Butler e ai Timberwolves non accenna a diminuire. Solo 24 ore dopo il ritorno in palestra dell’All-Star ex-Chicago, a Minnesota è successo di tutto. Come prima cosa, forse spaventati dalle parole dello stesso Butler (“Conti di tornare ad allenarti anche domani?”. “Certo”, la sua risposta durante l’intervista condotta per ESPN), la squadra ha cancellato l’allenamento previsto in giornata, con ogni probabilità per evitare uno show simile a quello finito in pasto ai media. In compenso il giocatore avrebbe convocato un players-only meeting, chiamando a raccolta i suoi compagni (in assenza di allenatori o rappresentanti della franchigia) per fare chiarezza su tutto quanto successo e sui suoi problemi con la dirigenza, e cercare di ristabilire un po’ d’ordine. Nell’incontro, secondo quanto riportato da Shams Charania, giornalista di The Athletic, Butler avrebbe espresso la sua volontà di competere insieme ai suoi compagni, un segnale di apertura verso un suo ritorno in campo con la prima partita di stagione regolare fissata per mercoledì notte a San Antonio. “È troppo competitivo per accettare di restare a guardare quando inizia il campionato”,  Proprio uno dei suoi compagni, presente al meeting – la point guard ex-All-Star Jeff Teague – ha energicamente negato la veridicità di quanto riportato da Charania: “Non c’è stato nessun players meeting, te lo sei inventato. Ti devi rilassare con queste fake news”, il suo messaggio affidato ai social. L’ennesima testimonianza di un clima parecchio teso – e non potrebbe essere altrimenti: a pochi giorni soltanto dal via, il caos regna sovrano soprattutto nei rapporti tra le presunte superstar della squadra, Butler, Karl-Anthony Towns e Andrew Wiggins. Il primo – pur dovesse scegliere di tornare in campo per il season opener – non ha fatto un passo indietro sulla sua decisione di lasciare il Minnesota per proseguire la sua carriera altrove, ma la volontà della franchigia (proprietario Glen Taylor a parte) sembra andare in direzione contraria. Come testimoniato dall’ultimo aneddoto di cui si è venuti a conoscenza...

La telefonata finita male tra Thibodeau e Riley

Come più volte riportato, la squadra che è andata più vicina a mettere le mani su Butler sono stati i Miami Heat. Le due squadre sono arrivate a scambiarsi le informazioni mediche sui giocatori potenzialmente coinvolti nella trade, segnale evidente dello stato avanzatissimo delle trattative. Poi di colpo non se n’è fatto più niente, e secondo la ricostruzione fatta dal giornalista di ESPN Jorge Sedano l’ennesimo impedimento nella trattativa ha fatto saltare i nervi niente meno che a Pat Riley, il capo supremo di casa Heat. All’inizio in Florida erano tutt’altro che convinti di voler accogliere Gorgui Dieng, giocatore di cui però i Timberwolves hanno intenzione di disfarsi e quindi proposto con insistenza in ogni scenario di trade. Accettata questa condizione, a Minnesota hanno alzato il tiro, facendo sapere di considerare Josh Richardson pedina indispensabile di scambio per arrivare a Butler. Richardson era ed è esattamente il giocatore che gli Heat contavano di non immolare, ma di fronte alla prospettiva di aggiungere un All-Star come Butler, Riley ha finito per dare l’ok. Da qui in avanti, lo scambio sembrava essere in discesa, finché nell’ufficio del n°1 di Miami è squillato nuovamente il telefono. Dall’altra parte della cornetta, ancora Tom Thibodeau, con un’ennesima richiesta aggiuntiva: stavolta l’allenatore e presidente dei Timberwolves chiedeva agli Heat scelte future da includere nell’accordo. E qui, stando ai racconti (poi smentiti dal diretto interessato), Pat Riley avrebbe perso la pazienza, insultando al telefono il collega e ponendo fine in maniera brusca alla conversazione. Se Minnesota e Miami torneranno al tavolo delle trattative, ora, è tutto da vedere.