Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, LeBron James: l'attesa è finita. Cosa aspettarsi dal suo esordio ai Lakers

NBA

I Blazers sono un avversario maledetto: i Lakers hanno perso le ultime 15 sfide e non vincono a Portland dal 2014. Basterà il n°23 per cambiare la tradizione? Ecco come LeBron James vuole lasciare il proprio marchio sulla sua nuova squadra

LEBRON JAMES: "COME IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA, MA NON HO PAURA DI NULLA"

LEBRON JAMES: "PERDERE LE FINALI 2011 IL MIO PIU' GRANDE RISULTATO"

Mercoledì i Dodgers hanno vinto 5-2 sui Brewers e si sono portati a una vittoria di distanza della loro seconda apparizione consecutiva alle World Series (la serie è sul 3-2 in loro favore). Il primo match-point è sulla loro racchetta/mazza venerdì, quando giocheranno a Milwaukee. Non è un caso che il giovedì – nell’agenda dello sportivo made in L.A. – rimanga libero: perché i Lakers viaggiano a nord, direzione Portland, Oregon, per dare il via alla loro stagione NBA. Non una partita come un’altra, perché si tratta dell’esordio (quello vero) di LeBron James in gialloviola. Dal 2 luglio (giorno dell’annuncio) al 18 ottobre è stata soltanto una lunga, lenta attesa: ora finalmente “il Re” metterà piede in campo sul parquet del Moda Center per fare davvero sul serio. L’attesa è altissima, in tutta America e anche a Portland: per mettere le mani sul biglietto meno caro e assistere dal vivo all’esordio del nuovo n°23 dei Lakers ci si deve separare da 147 dollari (quando, due giorni dopo, al Moda Center arrivano i San Antonio Spurs di un ex come LaMarcus Aldridge, con la miseria di 23 dollari si entra, mentre per vedere i campioni in carica la spesa è di soli 62 dollari). Cifre che cambiano se ci si vuole godere lo spettacolo in un certo modo: un biglietto di primo settore è venduto per più di 500 dollari (538 per l’esattezza), cifra che i tifosi dei Blazers sono disposti a spendere anche per motivi scaramantici: Portland è al momento la squadra NBA con la più lunga striscia aperta di successi consecutivi all’esordio stagionale (ha sempre vinto negli ultimi 17 campionati) e i Lakers guardano sempre con timore alla trasferta in Oregon, davvero maledetta. L’ultima volta che hanno vinto a Portland era il 2014 (a marzo), mentre sono 15 le sconfitte consecutive sofferte contro Lillard e compagni (ampiamente negativo è anche il bilancio storico delle sfide disputate lontano da Los Angeles tra Lakers e Blazers: 42-69). Basterà LeBron James per sovvertire la tradizione e interrompere queste strisce statistiche? Se c’è un giocatore che può riuscire nell’impresa è sicuramente l’ex Cavs e Heat, e una vittoria gialloviola assumerebbe allora un significato ancora più ampio, quasi a certificare l’inizio di una nuova era per la franchigia di Magic Johnson.  

Cosa ci si può aspettare da James (e dai Lakers)

Tanto, se si vuole ascoltare Las Vegas. Solo a Golden State, Boston e Houston i bookmaker assegnano più possibilità di titolo NBA che ai nuovi Lakers, considerati campioni più probabili di squadre senz’altro più rodate come Toronto e Philadelphia. Ma scommesse a parte, l’attesa è anche per vedere come coach Luke Walton sceglierà di utilizzare il 34enne (vicino ai 35, che compirà a fine anno) LeBron James. Lo farà correre, dicono tutti, e le indicazioni ricevute dalla prestagione lo confermano: i Lakers hanno collezionato la bellezza di 112.58 possessi su 48 minuti (rispetto ai 100.97 dello scorso anno) e solo New Orleans ha giocato a un ritmo più alto le amichevoli precampionato. Far correre un quasi 35enne potrebbe rivelarsi un’idea meno assurda di quanto appare (nonostante James non abbia mai giocato in una squadra nelle prime 10 della lega per pace): il suo fisico potrebbe accusare molto di più se costretto a statiche battaglie a centro area contro le difese schierate, mentre in transizione si sfrutterebbero al massimo sia la sua straordinaria visione di gioco che una strapotenza fisica senza eguali. L’altro vantaggio nel correre – e trovare quindi canestri facili – sta nell’evitare di doversi giocoforza affidare al tiro da fuori di compagni che, anche in preseason, hanno convinto poco: Kyle Kuzma, Josh Hart, Kentavious Caldwell-Pope e anche il rookie Svi Mykahiliuk (in teoria i tiratori più affidabili) non sono andati oltre il 28% dall’arco, mentre il dato di squadra è solo di poco superiore (32.6%). I Lakers sono ancora, comprensibilmente, un cantiere aperto e sul loro campo i Portland Trail Blazers restano una squadra davvero difficile da affrontare: ci vorrà un LeBron James già in forma playoff, quei playoff che qualcuno – in questa lunga offseason che per i gialloviola termina nella notte – considerano obiettivo addirittura irreale per la nuova squadra di LeBron James. Che con oggi dà il via a una nuova sfida, forse la più affascinante e bella della sua carriera.