Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, i risultati della notte: Toronto ok contro Boston grazie a Leonard, Butler trascina Minnesota

NBA

L'ex n°2 degli Spurs è decisivo con i suoi 31 punti nella sfida di vertice a Est, i T'Wolves si godono i 33 punti del separato in casa Jimmy Butler nel successo contro Cleveland. Caris LeVert segna il canestro decisivo nel derby contro i Knicks, i Pelicans chiudono con 149 punti a referto e battono anche i Kings

GOLDEN STATE VINCE ALLO SCADERE CONTRO UTAH

SUPER GALLINARI: 26 PUNTI IN TRE QUARTI E VITTORIA SU OKC

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE NBA

Toronto Raptors-Boston Celtics 113-101

L’infortunio ormai è alle spalle, così come San Antonio e tutte le polemiche degli ultimi mesi. Tralasciando questo, resta un magnifico giocatore di pallacanestro. Kawhi Leonard infatti è il protagonista nel successo dei Toronto Raptors contro Boston, autore di 31 punti, dieci rimbalzi con 25 tiri tentati e 36 intensi minuti trascorsi sul parquet. “Non guardo indietro a quello che sono stato in passato. Sono preoccupato soltanto dal presente e del giocatore che voglio essere e diventare nel corso della mia carriera”. Ben 15 punti del suo bottino finale arrivano in un terzo quarto da campione, piazzato in faccia all’avversario più temibile per i Raptors a Est. Tanto da spingere il pubblico canadese a cantare “M-V-P, M-V-P”: “Ringrazio, ma mi sembra un po’ presto. Apprezzo il supporto, so bene che c’era tanta euforia per il successo contro Boston”. Un messaggio chiaro quello lanciato ai Celtics, incapaci di trovare un antidoto funzionante a livello difensivo: “Non è importante il nome o il giocatore che si è trovato a fronteggiare Kawhi, è Leonard ad aver fatto un ottimo lavoro”, chiosa Brad Stevens, evitando in maniera chirurgica ogni tipo di polemica. A pesare nel finale il parziale da 10-0 piazzato da Toronto, firmato tra gli altri da Danny Green (14 punti e il canestro dalla lunga distanza più importante dell’intera gara) e Kyle Lowry (15 punti, sei rimbalzi, sei assist). Ai Celtics invece non bastano i 21 punti di Kyrie Irving – ben più convincente del giocatore arrugginito visto contro Philadelphia – alla testa di un quintetto tutto in doppia cifra, con Gordon Hayward che resta in campo 24 minuti come nella gara d’esordio. “Questa sera è stato un ottimo test per noi, siamo soltanto arrivati senza energia nel finale”.

Minnesota Timberwolves-Cleveland Cavaliers 131-123

Per la prima volta in campo davanti al pubblico di casa, Jimmy Butler scopre che le ultime settimane gli hanno alienato le simpatie dei suoi tifosi: è il primo a venire presentato in campo, e dopo il suo nome si sentono solo sonori fischi al suo indirizzo. Butler però sa come far cambiare idea ai fan del Minnesota: alla sirena finale il suo tabellino conta 33 punti (in 36 minuti) con un pazzesco 10/12 dal campo e 12/12 dalla lunetta, 7 rimbalzi, 4 recuperi e 3 assist e i fischi dell’inizio si tramutano addirittura in cori di “M-V-P, M-V-P” al suo indirizzo. I Timberwolves sembrano aver chiuso il conto già all’inizio del terzo quarto, quando il vantaggio sui Cavs è di 21 punti, ma un ex eccellente come Kevin Love si ricorda dell’impatto che era capace di avere sulle partite quando giocava nel Minnesota: ci sono 13 punti suoi nel parziale di 24-10 che riporta in gara gli ospiti, che si avvicinano fino al -4 con un canestro del rookie Collin Sexton. Love chiude con 25 punti, 19 rimbalzi e 7 assist, 22 con 8 assist li aggiunge un Cedi Osman ancora molto positivo e 19 li mette Jordan Clarkson dalla panchina ma la difesa di coach Tyronn Lue fa acqua da tutte le parti (123.5 punti concessi di media in due partite dai nuovi Cavs) e così i padroni di casa possono festeggiare con un successo la prima sfida interna dell’anno. Oltre alla super gara di Butler, coach Thibodeau trova 22 punti da Andrew Wiggins e altri cinque giocatori in doppia cifra, tra cui anche un Derrick Rose da 12 con 8 assist in soli 23 minuti, in una serata in cui i Timberwolves tirano il 50% dal campo (50.6%), il 40% da tre punti e il 90% dalla lunetta (94.3%).

New Orleans Pelicans-Sacramento Kings 149-129

I New Orleans Pelicans non sembrano avere grossi problemi nel trovare il fondo della retina e in questo inizio di regular season dai punteggi folli rilanciano al rialzo la quota massima toccata, mettendo a referto 149 punti nel comodo successo contro Sacramento. Una partita durata esattamente due quarti e mezzo, giusto il tempo per i Pelicans di consolidare la doppia cifra di vantaggio; un gap apparso incolmabile agli occhi degli ospiti che a quel punto hanno concesso davvero di tutto a New Orleans. Alla sirena finale tutto il quintetto dei padroni di casa è in doppia cifra, guidato dai 36 e nove rimbalzi di un ispirato Nikola Mirotic, a cui si aggiungono i 25 punti, dieci rimbalzi, sei assist, due recuperi e due stoppate di Anthony Davis, gigante sul parquet come soltanto in parte dimostra il suo chilometrico boxscore. Una gara surreale, in cui i meriti degli attacchi superano non si comprende bene di quanto i demeriti della difesa dei Kings, che concede 110 punti in tre quarti e il 59% dal campo ai Pelicans. Quando nel quarto periodo Mirotic segna in rapida successione tre canestri dalla lunga distanza, il pubblico capisce che la gara è in cassaforte, inizia a intonare il canto “Ni-ko! Ni-ko!” e si gode questa convincente partenza in regular season. Una cosa non scontata.

Brooklyn Nets-New York Knicks 107-105

Due giorni fa, nell’esordio perdente dei Nets contro Detroit, Caris LeVert aveva per le mani il possesso del possibile vantaggio, finito poi soltanto con una palla persa. Due giorni dopo, nel derby newyorkese, il copione è stato sempre lo stesso, stavolta però con un risultato decisamente diverso. Il suo canestro in penetrazione a un secondo dal termine ha regalato a Brooklyn il primo successo stagionale e ritoccato il suo massimo in carriera: due giorni fa 27 punti, stanotte 28 con 8/13 dal campo e 10/11 ai liberi. “Coach, te ne dovevo una”, è stato il commento diretto verso Kenny Atkinson, alla guida di un gruppo che si gode anche i 15 punti a testa di D’Angelo Russell e Jarrett Allen (conditi con dieci rimbalzi). Dall’altra parte invece ai Knicks non bastano i 29 punti a testa di Enes Kanter e Tim Hardaway Jr., rientrati in partita dopo un pessimo primo quarto a livello difensivo (in cui hanno concesso il 70% dal campo ai Nets), ma usciti sconfitti nel testa a testa finale.

Milwaukee Bucks-Indiana Pacers 118-101

Giannis Antetokounmpo è dominante nel gioco all’interno dell’area dei Pacers e decisivo con i suoi 26 punti, 15 rimbalzi e cinque assist, nonostante il tiro dalla lunga distanza non ne voglia sapere proprio di entrare. Il greco, nonostante i progressi messi in mostra in estate, chiude con 0/7 dall’arco, in una partita da record per i Bucks che ci provano ben 47 volte dalla lunga distanza. Il gioco perimetrale infatti è uno dei fondamenti della filosofia di Budenholzer: “È una tendenza che arriva dagli input dati dal nostro allenatore: lui vuole che continuiamo a tirare, anche dopo aver sbagliato sei tiri consecutivi dall’arco”, racconta Antetokounmpo, protagonista soprattutto in un primo tempo da 22 e 11 rimbalzi. Dall’altra parte invece 25 punti per un Victor Oladipo lontano dai suoi livelli, 14 in uscita dalla panchina per Doug McDermott e poco altro, per una squadra che dopo il canestro del 10-9 a inizio gara è stata sempre costretta invano a inseguire.

Memphis Grizzlies-Atlanta Hawks 131-117

I Memphis Grizzlies sono la squadra di Mike Conley e Marc Gasol, giusto? Giusto, ma poi capita che la vittoria contro Atlanta sia merito invece di Garrett Temple e di Jaren Jackson Jr.: il primo segna 30 punti con un incredibile 10/11 al tiro, che include anche un 5/6 da tre punti, mentre la matricola da Michigan State ne colleziona 24 in 28 minuti con anche 7 rimbalzi uscendo dalla panchina. Questo non vuol dire che le due stelle di Memphis abbiano fatto male: Conley chiude in doppia doppia (16 e 11 assist in 25 minuti) mentre per Gasol ci sono 13 punti con 4/7 dal campo, in una partita sostanzialmente già chiusa all’intervallo, con i padroni di casa avanti 77-61 e poi capaci di allungare ancora nel terzo periodo. Le uniche note liete in casa Hawks (alla seconda sconfitta stagionale) arrivano da un Taurean Prince sempre più leader (28 per lui con 10/15 al tiro) e dalla prestazione del rookie Trae Young, che chiude con 20 punti e 9 assist, con 4 triple a segno su 9 tentate. Si può ripartire da qui per iniziare a risalire.  

Orlando Magic-Charlotte Hornets 88-120

La 12esima vittoria consecutiva degli Hornets contro i Magic arriva per mano sempre dello stesso protagonista. Kemba Walker sbaglia i primi cinque tiri, non trova il fondo della retina per un quarto e mezzo, ma poi riesce a chiudere comunque la sfida con 26 punti nel largo successo di Orlando che sprofonda oltre i 30 punti di svantaggio in una partita senza storia già dopo dodici minuti (in cui i padroni di casa segnano soltanto dieci punti in totale). “Non penso certo a dover tenere viva una striscia, ma penso soltanto a vincere”, commenta Walker, a cui si aggiungono i 15 punti in 14 minuti di Miles Bridges, mentre Tony Parker non riesce a trovare il fondo della retina nella sua seconda gara in maglia Hornets (0/5 e zero punti). Il miglior realizzatore in casa Orlando Magic invece è Terrence Ross, autore di 14 punti in uscita dalla panchina. Davvero troppo poco.