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Steve Kerr: "Seguo Mourinho e Klopp, non saremo mai la Juventus della NBA"

NBA

L'allenatore degli Warriors parla del calcio, della sua passione per Salah e delle differenze tra calcio e NBA: "Da noi è impossibile pensare di vincere per sette anni di fila"

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L’allenatore dei Golden State Warriors, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, sorride alla prima domanda sul calcio italiano. Su Conte e Allegri e sui sette scudetti vinti dalla Juventus. Non sono la sua priorità, come racconta: “In verità sono un grande ammiratore di Mourinho e Klopp e di tutto il calcio inglese. Tifo Liverpool, soprattutto perché gioca lì il mio idolo Salah. Ho vissuto tre anni in Egitto e ho un debole per quel posto e la sua gente. Non conosco Allegri, ma so che adesso la Juventus con Cristiano Ronaldo sarà ancora più forte”. Anche non seguendo la nostra Serie A, il trasferimento del portoghese è arrivato alle sue orecchie, così come la striscia di sette campionati consecutivi vinti dai bianconeri in Italia. Una sequenza di successi impossibile da replicare in NBA: “Le garantisco che noi non vinceremo sette titoli in fila come la Juve. Ma le dico di più: nessuno nella NBA ci riuscirà più. Lo hanno fatto i Boston Celtics, addirittura otto per loro (a inizio anni ’60). Forse il calcio è differente, nella NBA la finestra è limitata a pochi anni. I giocatori invecchiano e c’è il Draft a preservare gli equilibri: è un sistema per evitare di creare i domini”. Qualcuno però c’è riuscito, indossando al posto del bianco l’argento sulla sua divisa e imponendo una continuità invidiabile anche in un Lega così complessa: i San Antonio Spurs. “Sono un ottimo esempio, ma restano un’eccezione e non la regola. Non è facile replicare quello che hanno fatto, hanno avuto giocatori che hanno performato ad alto livello per tanti anni come Duncan, Parker e Ginobili. Il nostro progetto è quello di pianificare il futuro e restare competitivi, proprio come gli Spurs. Ma occorrono talento e fortuna”. Quella avuta a suo modo anche da Kerr nell'avere a disposizione una quantità unica di talento: “Vinciamo perché abbiamo più talento degli altri, ma anche perché riusciamo a mescolarlo alla voglia di giocare come una squadra, sacrificando interessi personali”. Proprio come accade alla Juventus da sette anni, il segreto per continuare a restare in vetta.