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NBA, Brook Lopez si traveste da Steph Curry: 8 triple contro Denver, è record

NBA

Il lungo dei Bucks diventa il terzo sette piedi - dopo Dirk Nowitzki (2004) e Lauri Markkanen (2018) - a segnare 8 triple in una sola partita. La trasformazione di un giocatore che non aveva mai segnato dall'arco (0/7) in tutti i suoi primi sei anni nella lega

MILWAUKEE PASSA A DENVER, PROTAGONISTA BROOK LOPEZ CON 28 PUNTI

È alto 213 centimetri, pesa quasi 125 chili. Nei primi sei anni di carriera NBA, disputati tutti con la maglia dei New Jersey-poi-Brooklyn Nets, Brook Lopez non ha mai segnato un canestro da tre punti. Sette tentativi complessivi, tutti sbagliati. Segna il suo primo canestro da tre nella stagione 2014-15 (in una partita contro Detroit, il 10 gennaio 2015), poi chiude il campionato successivo con 2/14. Nell’estate 2016 la rivoluzione copernicana. Brook Lopez lavora per tutta l’offseason deciso ad ampliare il suo raggio di tiro e rendersi pericoloso anche oltre l’arco, adattandosi così a un trend che vuole anche i lunghi NBA rendersi minacciosi lontani da canestro, per poter contemporaneamente allargare il campo. Il risultato? Nella sua ultima stagione in maglia Nets Lopez lascia andare la bellezza di 387 triple (356 in più di quante tirate fino a quel momento in tutti la sua carriera), realizzandole peraltro con oltre il 34%. Non è un fuoco di paglia, e tanto meno un caso: il lungo ex Stanford conferma nel campionato successivo – quello disputato in maglia Lakers – di essere diventato un tiratore da tre punti affidabile. In gialloviola gioca meno minuti di media, i tentativi a serata scendono quindi a 2.1 triple a sera (contro le quasi 5 dell’anno prima) ma quelle che non scendono sono le percentuali, di nuovo oltre il 34%. Quest’anno poi – passato ai Milwaukee Bucks, nel nuovo attacco ideato da Mike Budenholzer – Lopez addirittura esagera: nelle prime 13 gare stagionali tenta oltre 7 triple a partita e le realizza sfiorando il 42% dall’arco, dodicesimo in tutta la lega per numero di tiri da tre tentati, 39° per efficacia realizzativa dalla distanza. La sua pericolosità dall’arco non è mai stata così evidente come nella sfida contro Denver, sul parquet dei Nuggets. Il n°11 dei Bucks chiude infatti da miglior marcatore la sfida del Pepsi Center, titolare di 28 punti che arrivano grazie a un incredibile 8/13 da tre punti. Si tratta non soltanto del suo massimo in carriera dall’arco ma anche di una prestazione che eguaglia il numero di triple mai segnate nella storia della NBA da un giocatore di almeno 7 piedi (213 centimetri). Come Lopez, infatti, erano stati capaci di fare soltanto Dirk Nowitzki nel 2004 in una gara da 8/11 da tre sul parquet degli allora Seattle Supersonics e poi Lauri Markkanen a gennaio 2018 al Madison Square Garden (8/15 per lui). 

John Henson: “Ci sono Klay (Thompson), Steph (Curry) e Brook”

Vista la mano torrida del lungo di Milwaukee, i difensori di Denver hanno capito nel corso della gara di dover marcare Lopez appena varcata la linea di metà campo: “Un’esperienza interessante, non mi era mai successo”, ha ammesso divertito lui, che ha voluto dare il merito di questa sua nuova dimensione offensiva alla filosofia di coach Budenholzer e del suo staff: “Sono stati fondamentali nell’instillare in ciascuno di noi la fiducia necessaria a realizzare prestazioni di questo tipo”, ha dichiarato. “’Se siete liberi ed è il vostro tiro, tirate, senza problemi’, ci hanno detto. Tiriamo con la convinzione che ogni conclusione finirà per entrare”. Nel suo caso è una convinzione supportata dai fatti, soprattutto nelle ultime gare: in tre delle quattro disputate recentemente dai Bucks, Lopez ha sempre segnato almeno 6 triple (6/10 a Portland il 6 novembre, 6/12 in casa dei Clippers soltanto sabato e poi 8/13 nella sfida 24 ore dopo a Denver). “Non ho mai visto un giocatore della sua altezza infilare – quante? – sei triple consecutive?”, ha dichiarato stupito il suo compagno ai Bucks John Henson. “Roba da Steph Curry, fenomenale. Non so se in tutta la lega ci sono giocatori capaci di fare una cosa simile… Beh, Klay Thompson, ok. Klay, Steph e poi Brook”. Una compagnia eccellente. Una che in pochi avrebbero potuto sospettare solo qualche anno fa.