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NBA, a Dallas non sopportano già più DeAndre Jordan?

NBA

La spinta rifilata a Luka Doncic per assicurarsi un rimbalzo contro New York sembra aver scoperchiato un malessere molto più profondo: l'ex centro dei Clippers sembra non essere amatissimo in Texas. E il suo rendimento difensivo è tutt'altro che entusiasmante

DEANDRE JORDAN STA IMPARANDO A TIRARE I LIBERI?

FINALMENTE E' SUCCESSO: DEANDRE JORDAN FIRMA CON I MAVERICKS

Le statistiche lo incoronano terzo miglior rimbalzista NBA, nei primi 25 per stoppate, in doppia doppia di media (11.2 punti, 13.7 rimbalzi): a vederlo così, l’impatto di DeAndre Jordan ai Dallas Mavericks è di tutto rispetto, in sintonia con quelle che sono le aspettative per un lungo che nel 2016 è stato votato nel primo quintetto NBA e che l’anno dopo ha festeggiato la sua prima (e finora unica) convocazione all’All-Star Game. Ma a sentire quelli che gli ambienti dei Mavericks li conoscono bene, il rapporto tra l’ex centro dei Clippers e la sua nuova squadra è tutt’altro che idilliaco. Anzi. Secondo alcune fonti non solo il coaching staff sarebbe tutt’altro che soddisfatto del suo impatto ma addirittura parecchi compagni non sopporterebbero alcuni suoi atteggiamenti, da cui sono rimasti fortemente infastiditi. “Non fatevi ingannare dalle statistiche – scrive il giornalista di ESPN Tim McMahon – perché DeAndre finora è considerato una grossa delusione all’interno dei Mavs”. I motivi sono tecnici, ma non solo. Tra i primi il fatto che con lui in campo gli indici difensivi sono nettamente peggiori di quelli fatti registrare dalla squadra quando lui è seduto (110.2 punti subiti per 100 possessi con Jordan tra i cinque, 100.9 quando è in panchina). Quando l’ex centro dei Clippers è in campo, il net rating dei Mavericks è un pessimo -6.1, mentre esplode a +6.7 quando non è dell’azione, cifre che sicuramente non aiutano la causa di Jordan. Ma le accuse mosse nei suoi confronti che fanno più parlare fanno riferimenti ad alcuni comportamenti da lui tenuti che avrebbero infastidito non poco alcuni suoi compagni di squadra. Alcuni anche eccellenti, come il rookie meraviglia Luka Doncic che avrebbe gradito poco esser stato “spazzato via” a rimbalzo (come fosse il più insidioso degli avversari) da Jordan stesso, impegnato ad assicurarsi un pallone durante la sfida del 2 novembre scorso tra Dallas e New York. Coach Carlisle ha ammesso che nello specifico l’azione di Jordan fosse stata “un po’ troppo sopra le righe”, ma il n°6 dei Mavs ha voluto pubblicamente difendersi dalle accuse ricevute: “Di questo passo si può dire che rubo rimbalzi da 11 anni a questa parte. Il mio approccio è questo: sento che ogni rimbalzo debba essere mio. Se è un difetto, allora sono colpevole. Ma in tutta onestà, se sto saltando per inseguire un rimbalzo, non guardo chi mi è attorno”.

La spinta a Doncic per rubare un rimbalzo

La mossa, stando a sentire Eddie Sefko, giornalista del Dallas Morning News, sarebbe un classico dell’ex giocatore di Texas A&M: “È quasi normale vederlo guardar male i suoi compagni se gli strappano un rimbalzo”, ha scritto. “Ogni tanto vola qualche parola – ammette Josh Powell – ma è solo fuoco amico, per cui va bene”, mentre anche J.J. Barea non ha voluto dar seguito alle polemiche sviluppatesi attorno al proprio centro: “Penso che lui veda l’andare a rimbalzo come il suo esclusivo lavoro: ogni pallone dev’essere suo. Non dovremmo lasciare solo a lui l’incombenza dei rimbalzi, ma di certo DJ pensa siano tutti suoi”. “Uno dei motivi per cui lo abbiamo inseguito sul mercato così a lungo è la sua forza a rimbalzo – ammette coach Carlisle – visto che da cinque/sei anni è sempre tra i migliori nella categoria. Vogliamo che continui a fare quello che ha sempre fatto”. Pubblicamente il più esplicito a supporto del suo compagno – nel negare qualsiasi frizione interna allo spogliatoio – è stato Dennis Smith Jr., che sul suo account Instagram ha scritto: “Sono tutte fake news e lo sappiamo. Restiamo concentrati sui nostri obiettivi”, ma le immagini della gara contro New York sembrano evidenziare tanto un Doncic tutt’altro che entusiasta della spinta ricevuta dal compagno quando addirittura una reazione a bordocampo da parte del proprietario di Dallas Mark Cuban. Dopo aver perso sei gare in fila (l’ultima proprio quella del rimbalzo incriminato contro i Knicks), i Mavs stanno ora cavalcando una striscia positiva con tre vittorie nelle ultime quattro gare in attesa di due banchi di prova importanti come Utah e Golden State: non certo il momento migliore per lasciarsi distrarre da “antipatie” interne.