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NBA, Utah Jazz, una sberla da record: tutta "colpa" di Doncic e dei Mavericks

NBA

I Jazz non avevano mai incassato una sconfitta con 50 punti di scarto da quando si sono trasferiti a Salt Lake City, mentre Dallas ne ha approfittato per aggiornare un bel po' di record di franchigia: "A un certo punto abbiamo smesso di giocare", racconta rammaricato coach Snyder

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Ci sono serata in cui l’NBA si lascia prendere la mano: tante partite, decine di storie, All-Star all’esordio e in conclusione anche un LeBron James da 44 punti e quasi tripla doppia per coronare il sorpasso a Wilt Chamberlain al 5° posto della classifica all-time dei migliori marcatori della Lega. Ma a loro modo – e per ragioni diametralmente opposte – anche i Dallas Mavericks e gli Utah Jazz hanno fatto la storia, finendo purtroppo soltanto in secondo, se non in terzo piano in una serata piena di imprese di diverso livello. Donovan Mitchell e compagni giocano la peggior partita non solo della loro stagione, mettendo a referto la miseria di soli 68 punti totali; somma di una regressione che ben racconta come l’attacco dei mormoni abbia scalato le marce nei 48 minuti: 24 punti nel primo quarto, 22 nel secondo, 13 nel terzo e soltanto nove nel quarto. Un disastro mai visto da quando la squadra si è trasferita a Salt Lake City: bisogna ritornare infatti al marzo 1979 in cui Milwaukee costrinse l’allora franchigia di Milwaukee a un ko di 56 punti. “A un certo punto abbiamo letteralmente smesso di competere: per chiudere una gara in questa maniera devi mollare completamente”. Dallas a quel punto ne ha approfittato per fissare il nuovo record di franchigia per punti concessi in un tempo (22), superando i 23 realizzati dai Kings il 14 gennaio 2012. La vittoria con 50 punti di margine invece è la seconda più larga nella storia della squadra texana, dopo i 53 raccolti contro Philadelphia (quando i Sixers incassavano con piacere sconfitte per andare a caccia di scelte al Draft). A prendersi la scena ci ha pensato Luka Doncic, autore di un paio di giocate sorprendenti. Il suo canestro da sotto condito con decine di finte, mantenendo il piede perno e facendo ballare tutta la difesa dei Jazz, è uno degli highlights più emblematici della notte. Utah però dovrà preoccuparsi prima di tutto di ritrovare la mira: con un attacco da 30% al tiro da campo non si va lontano e si entra nella storia sempre dalla parte sbagliata.