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NBA, LeBron James, il miglior marcatore della storia: ecco come e quando riuscirci

NBA

Dopo aver superato Wilt Chamberlain, al n°23 dei Lakers mancano soltanto altri quattro giocatori da lasciarsi alle spalle: Michael Jordan e Kobe Bryant sono ormai nel mirino, mentre per acciuffare Kareem Abdul-Jabbar bisogna fare bene i conti

LEBRON JAMES NE METTE 44 E SUPERA CHAMBERLAIN: E' IL 5° MARCATORE DI SEMPRE

Ogni volta, non appena LeBron aggiunge un altro tassello alla sua leggenda scalando un gradino della classifica dei migliori marcatori della storia NBA, tutti si domandano: riuscirà a raggiungere Kareem Abdul-Jabbar? Diventerà il nuovo numero uno della storia? A guardare il suo stato di forma e facendo i calcoli, la missione resta difficile, ma non impossibile. Al momento James ha messo nel mirino Michael Jordan (a 870 punti di distanza, obiettivo stagionale facilmente abbordabile) per poi puntare a Kobe Bryant 2.218 punti più in là. Lasciarsi il Black Mamba alle spalle vestendo la maglia dei Lakers e al tempo stesso salire sul podio della classifica di tutti i tempi è un colpo non da poco. Tutti ne resterebbero appagati, forse sazi, ma non LeBron che sa di poter ambire a diventare il nuovo Kareem; alzare un po’ di più un’asticella che nessuno è riuscito a superare. Come? Per portare a compimento l’impresa mancano 6.962 punti: tenendo conto del contratto quadriennale di James con i Lakers, vuol dire viaggiare a 22.2 punti di media nelle 314 partite di regular season da qui fino al 2022. Beh, una bella prova di longevità, ma considerando gli oltre 27 punti raccolti al momento ogni volta che scende in campo (senza saltarne mai una), quell’obiettivo potrebbe addirittura arrivare in anticipo. Mantenere i 27 punti di media in questa stagione vuol dire mettere in cascina altri 1.836 punti, portandolo già il prossimo aprile a ridosso di Kobe Bryant e del podio. Il trampolino di lancio verso la gloria (come se superare Michael Jordan e Wilt Chamberlain non la garantisca già in automatico).

Stagione 2019/2020: dominare nonostante un’altra star

La prossima estate sarà un importante banco di prova per i Lakers, a caccia di successi già nei prossimi mesi, ma chiaramente in attesa di piazzare un colpo importante nella prossima free agency. Trovare un campione, un All-Star da mettere al suo fianco. I tanti contratti annuali firmati lo scorso luglio sono lì a testimoniarlo: è una fase di lancio, di sperimentazione per tutti. Mal che vada, è stato bello averci provato per qualche mese e avanti il prossimo. Perché tutto questo preambolo? Perché una star di primo livello potrebbe togliere tiri e responsabilità a James, rendendo più basse le sue medie e la quantità di canestri realizzati. LeBron però è pur sempre il padrone di casa e, dando per scontata l’assenza di problemi fisici, è difficile ipotizzare un crollo verticale del n°23 dei Lakers. Viaggiare a 26 punti di media (per rendere l’idea, soltanto in tre delle sue 15 stagioni ha segnato così “poco”) gli permetterebbe di aggiungere altri 2.080 punti (concedendogli anche due gare di riposo) arrivando a 35.341 totali: 1.587 di distanza da Karl Malone, con Jabbar ancora sullo sfondo.

Stagione 2020/2021: decrescere meno di tutti gli altri

A 36 anni anche a James toccherà fare i conti con l’età, ma in una maniera diversa rispetto a tutti quelli che l’hanno preceduto. La sua maniacale cura del corpo lo porta a essere chiaramente dieci anni più giovane di quanto non si legga sulla carta d’identità e, anche ipotizzando un crollo naturale delle sue prestazioni, non è impossibile credere nel fatto che LeBron possa garantirsi un’altra stagione da 24 punti di media. Se i Lakers cresceranno sotto la sua supervisione, potranno permettergli magari di fare meno fatica, di sfruttare il lavoro degli altri e non doversi sudare tutti i canestri come accade ormai da quindici anni a questa parte. Comunque, 24 punti di media in 77 partite (riposerà, ma non diventerà mai un giocatore che resta a guardare gli altri per 20 gare a stagione) portano il conto a 1.848 punti, facendo registrare un ulteriore record: il sorpasso su Karl Malone, con 1.198 punti soltanto da recuperare a Kareem. Se così fosse, diventerebbe una missione imprescindibile da completare per non vanificare lo sforzo.

Stagione 2021/2022: l’ultimo sforzo per entrare nella Storia

A quel punto basterà fare i conti della serva, mettersi calcolatrice alla mano e capire quanto manca alla fine della scalata. In una condizione come quella ipotizzata, a LeBron servirebbero 14.6 punti di media su 82 partite a 37 anni. Una soglia che sale a 17.1 a gara se dovesse giocarne “solo” 70. Ma la questione resta sempre la stessa: la condizione fisica. Se riesce a mantenersi senza particolari limitazioni o infortuni, un LeBron che ancora “se la sente”, potrebbe tranquillamente segnarne 20 di media in ciabatte a prescindere dall'età. Spesso infatti ci dimentichiamo di un dato impressionante: James ha giocato 1157 gare di regular season in carriera, segnando meno di 10 punti soltanto in otto di queste. L’ultima volta è successo il 5 gennaio 2007, contro Milwaukee quando ancora non era mai sceso in campo alle Finals (sì, un'era geologica fa). Una gara chiusa con otto punti quella contro i Bucks ai tempi dei suoi primi Cleveland Cavaliers, mai più ripetuta negli ultimi 11 anni. Di fronte a tutto questo e a prescindere dagli step da raggiungere in carriera, davvero sembra così strano che James possa raggiungere Jabbar prima che il suo contratto con i Lakers arrivi a scadenza? E se poi dovesse proseguire, fin dove potrebbe spingersi? A noi non resta che goderci lo spettacolo, e non dimenticare di fare i calcoli.