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NBA, risultati della notte: San Antonio e Belinelli si prendono la rivincita su Utah, Charlotte supera New York

NBA

I San Antonio Spurs vendicano il -34 di cinque giorni fa vincendo contro gli Utah Jazz, guidati dai 26 di DeMar DeRozan e con il contributo dalla panchina di Marco Belinelli con 10 punti. A New York gli Charlotte Hornets vincono e fortificano la loro settima posizione a Est

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San Antonio Spurs-Utah Jazz 110-97

Solamente cinque giorni fa i San Antonio venivano massacrati per 139-105 dagli Utah Jazz a Salt Lake City, la terza partita persa con più di trenta punti di scarto. Per questo Gregg Popovich può essere soddisfatto del fatto che la sua squadra sembra aver ritrovato un po’ di consistenza difensiva, tenendo gli avversari al minor numero di punti stagionali nel primo tempo (36) e controllando la gara fino alla fine. Merito dei Big Three offensivi tutti sopra quota 20 punti: 26 con 8 assist per DeMar DeRozan, 23 con 15 rimbalzi per Rudy Gay e 20 per LaMarcus Aldridge, utili per conquistare la seconda vittoria consecutiva dopo aver perso quattro delle precedenti cinque. “È una maratona: non ci si può far prendere troppo da una singola sconfitta o una vittoria” ha detto Aldridge con la saggezza del veterano, anche se gli scarti subiti in questa stagione non potevano non preoccupare i texani. Marco Belinelli è stato ancora una volta il migliore dei suoi dalla panchina, chiudendo con 10 punti (unico in doppia cifra tra le riserve) e 4/9 al tiro con due triple a segno, a cui ha aggiunto anche 2 rimbalzi, 3 assist, un recupero e una stoppata oltre che una palla persa per un eloquente +19 di plus-minus (meglio solo Patty Mills con +23). 

Dal canto loro, gli Utah Jazz hanno visto interrompersi la loro striscia di due vittorie consecutive, senza sfruttare a dovere i 26 punti di Ricky Rubio e i 27 (tutti nel secondo tempo) di Donovan Mitchell, senza riuscire a rimontare i 18 punti di svantaggio accumulati in un primo tempo da 36% al tiro. “A volte quando esegui male in attacco, finisci anche per difendere male: noi dobbiamo essere in grado di difendere forte a prescindere da tutto” ha detto il numero 45 dei Jazz, a cui però ha fatto seguito solamente Rudy Gobert in doppia cifra con 12 punti. Con questa sconfitta i Jazz vengono raggiunti in classifica dai San Antonio Spurs con il record di 13 vittorie e 14 sconfitte, rimanendo comunque a una partita e mezza di distanza dall’ottavo posto occupato dai Dallas Mavericks.

New York Knicks-Charlotte Hornets 107-119

L’aria di casa del Madison Square Garden fa sempre bene al newyorkese Kemba Walker, che con 25 punti è il miglior marcatore per gli Hornets vincenti contro i Knicks. Insieme a lui ci sono i 19 di Jeremy Lamb, i 16 di Tony Parker e le doppie cifre di Marvin Williams (13) e Cody Zeller (12) per suggellare una vittoria mai in discussione, visto che la squadra di coach Borrego non è mai stata sotto nel punteggio e ha toccato anche le 28 lunghezze di vantaggio. In casa Knicks c’è un solo giocatore da celebrare ed è il rookie Kevin Knox: il prodotto di Kentucky è rimasto in campo per ben 41 minuti nonostante fosse uscito dalla panchina e ha ripagato la fiducia con 26 punti (massimo stagionale eguagliato) e 15 rimbalzi (massimo in carriera) con 10/25 dal campo e 4/8 da tre, miglior marcatore dei suoi davanti ai 21 di Tim Hardaway Jr. e i 18 tutti nel secondo tempo di Frank Ntilikina. Coach David Fizdale non ha potuto seguire fino alla fine la quarta sconfitta consecutiva dei suoi poiché è stato espulso per doppio tecnico a 8:33 dalla fine, ma deve aver sorriso anche lui quando ha scoperto che Knox è diventato il secondo teenager nella storia della NBA a chiudere una partita da almeno 25+15. L’altro? Una vecchia conoscenza di Fizdale come LeBron James.