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NBA, i risultati della notte: Davis ne fa 41, ma vince Boston. Super Curry trascina Golden State

NBA

Nella gara in cui rientra Draymond Green un mese dopo l'infortunio, a decidere sono i 38 punti di Curry contro i T'wolves. Anthony Davis ne segna 41, ma i Celtics battono New Orleans anche senza gli All-Star. Tripla doppia di Westbrook e OKC batte i Jazz, Denver vince in volata contro Memphis. Successi per Philadelphia, Milwaukee, Sacramento e Dallas

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Golden State Warriors-Minnesota Timberwolves 116-108

La gara contro Minnesota segna il ritorno in campo per i campioni in carica di Draymond Green (ottimo con 7 punti, 10 rimbalzi e 7 assist) ma è sempre più chiaro come sia un altro ritorno – quello di Steph Curry, giunto alla quinta gara dopo un lungo stop in infermeria (31.4 la sua media punti) – a cambiare i destini degli Warriors. Il n°30 dei californiani segna 38 punti, cattura 7 rimbalzi e distribuisce 6 assist ma soprattutto marchia a fuoco la gara nei momenti decisivi: dopo aver sbagliato sei dei primi nove tiri della sua partita, mette 14 punti a tabellino nel terzo quarto (compresi gli ultimi 9 di Golden State) e poi ancora le due triple decisive una in fila all’altra (7/14 per lui dall’arco) quando Minnesota si rifà sotto a -8. Non sono tutto sommato da meno gli altri due scorer di casa Warriors: Klay Thompson chiude a quota 26 punti e Kevin Durant a quota 22, entrambi con 4 triple a segno: si tratta della quarta volta in stagione – e la 35^ in carriera – che il trio di Golden State vede ogni giocatore mettere a referto almeno 20 punti. Minnesota ha una grande prova da parte di Karl-Anthony Towns, autore di 31 punti con 11 rimbalzi, e l’ennesima solida prestazione di Derrick Rose, che in uscita dalla panchina ne segna 21 (11 dei quali nel secondo quarto) ma non evita il sesto ko in fila contro Golden State, assoluta bestia nera.

Boston Celtics-New Orleans Pelicans 113-100

Kyrie Irving e Gordon Hayward sono alle prese con gli infortuni e coach Stevens è costretto a chiedere uno sforzo extra al resto del roster. No, non siamo tornati indietro di sei mesi, ma la sensazione al TD Garden è quella, con i Celtics che nella notte conquistano un pesantissimo successo contro New Orleans grazie ai 31 punti di Marcus Morris – massimo in stagione – i 21 di Jayson Tatum e soprattutto tanta difesa. Dall’altra parte Anthony Davis, fermato a soli sei punti nella gara contro Detroit giocata a metà a causa di un colpo subito all’anca, dimostra di aver recuperato al meglio: 41 punti con 17/34 al tiro, ma ancora una volta perdente nonostante lo sforzo contro quella che in futuro potrebbe diventare la sua squadra. Tutti però ricorderanno soprattutto le due stoppate incassate dal n°23 da Robert Williams III, il rookie dei Celtics che resta in campo 26 minuti e regge in qualche modo contro l’All-Star avversario. È lui il simbolo di Boston, che arriva così alla sesta vittoria consecutiva, rilanciando le sue ambizioni a Est.

Oklahoma City Thunder-Utah Jazz 122-113

Thunder e Jazz si ritrovano di fronte dopo la sorprendente eliminazione dei primi per mano di Ricky Rubio e compagni durante gli scorsi playoff. In stagione regolare Utah non vince a Oklahoma City da 14 incontri e non è un bel momento per sfidare Russell Westbrook e compagni, che dopo aver iniziato la stagione 0-4 sono ora 16-4. La maledizione dei Thunder continua, perché i Jazz non trovano antidoti a un Paul George strepitoso, che segna 17 punti nel terzo quarto, manda a bersaglio uno strepitoso 5/6 da tre punti e chiude con 31 punti. Ne aggiunge 23 Dennis Schroder dalla panchina, 22 con 7 rimbalzi li porta in dote Steven Adams mentre Westbrook (disastroso al tiro, solo 4/18) colleziona la tripla doppia n°110 in carriera, chiudendo con 12 punti, 11 rimbalzi e 10 assist. A Utah non bastano i 19 di Donovan Mitchell (a lungo alle prese con problemi di falli) e la 23^ doppia doppia stagionale di Rudy Gobert a quota 13 punti e 14 rimbalzi.

Denver Nuggets-Memphis Grizzlies 105-99

La miglior linea statistica della serata appartiene a Nikola Jokic, che chiude la sfida contro Memphis con 27 punti, 12 rimbalzi e 6 assist con 9/14 al tiro ma le parole di coach Michael Malone nel post-partita non lasciano dubbi: “Monte Morris è stato l’MVP di questa gara. È stato fenomenale, stasera: i tiri, le giocate, i rimbalzi, il suo playmaking. Oggi senza di lui non avremmo vinto”. Ne sono testimonianza i 20 punti (massimo in carriera eguagliato, di cui 15 nel secondo tempo) con 8/12 al tiro cui si sommano anche 5 rimbalzi e 5 assist della riserva dei Nuggets, scesi in campo senza Gary Harris, Paul Millsap e Will Barton tutti fuori per infortuni. Memphis manda solo un titolare in doppia cifra – Mike Conley a quota 19 nonostante un infortunio al dito – ma ben tre dalla panchina (14 per Shelvin Mack, 13 per Jeff Green e 12 per Omri Casspi): non serve però a evitare il secondo ko in fila. 

Philadelphia 76ers-Detroit Pistons 116-102

Non c’è nessun rimedio migliore alla febbre che divertirsi un po’ contro Andre Drummond. Deve aver pensato così Joel Embiid, prima di scendere sul parquet contro Detroit, segnando 24 punti al rientro e godendosi il secondo successo in pochi giorni contro i Pistons. In casa Sixers ci sono anche 18 punti a testa per Ben Simmons e Furkan Korkmaz, mentre Jimmy Butler alza bandiera bianca dopo 10 minuti e zero punti raccolti sul parquet a causa di uno stiramento all’inguine. Un’assenza che toglie le castagne dal fuoco in casa Sixers dopo le polemiche degli ultimi giorni con il lungo camerunense arrabbiato (non poco) della scarsa considerazione ricevuta in campo da quando è arrivato il nuovo All-Star. Dall’altra parte a concentrarsi su di lui è Andre Drummond, autore di 21 punti e 17 rimbalzi, in una sfida in cui Blake Griffin resta a riposo (dopo i 35 punti segnati 24 ore prima contro New Orleans), lasciando spazio a un sorprendente Luke Kennard: per lui 28 punti e 5/8 dall’arco, entrambi massimo in carriera, che tuttavia non bastano agli ospiti per evitare la quinta sconfitta consecutiva.

Chicago Bulls-Sacramento Kings 89-100

I Bulls riaccolgono in campo Kris Dunn e Bobby Portis e dopo l’imbarazzante sconfitta contro Boston (-56 e strascici polemici che sembrano aver spaccato in due spogliatoio e coaching staff) cercano di vendicarsi contro Sacramento. I Kings però non sono venuti a Chicago per fare da sparring partner: sotto i 11 all’intervallo e ancora di 9 nel terzo quarto, De’Aaron Fox e compagni mandano a referto un parziale di 24-8 che ribalta completamente la gara: due recuperi di Fox danno la carica alla giovane point guard da Kentucky, che disputa un secondo tempo da incorniciare. Dopo aver sbagliato tutti i 5 tiri presi nei primi 24 minuti, Fox segna 23 dei suoi 25 punti finali nella seconda metà di gara, con un ottimo 8/11 al tiro. A dargli man forte ci pensano Bogdan Bogdanovich e Marvin Bagley, entrambi autori di 16 punti dalla panchina, mentre 14 a testa li mandano a segno Buddy Hield e Iman Shumpert. Chicago ha 19 punti da Zach LaVine e 13 da Lauri Markkanen, ma paga le troppe palle perse (27, massimo stagionale) che regalano 31 facili punti a Sacramento.

Milwaukee Bucks-Cleveland Cavaliers 108-92

Quando giochi contro i Cavaliers puoi anche permettersi il lusso di restare a guardare a causa del torcicollo: “meglio riposare dopo il successo importante contro Toronto”, avrà pensato Giannis Antetokounmpo mentre i suoi compagni di squadra dominavano senza grossi problemi i vice-campioni NBA in carica. Il parziale da 31-18 nel primo quarto indirizza la sfida, che poi non torna più in equilibrio. A soffiare nelle vele dei Bucks ci pensa un Eric Bledsoe da 20 punti e 12 rimbalzi (nonostante la stazza ridotta), uno dei cinque giocatori in doppia cifra. Dall’altra parte sono 16 di Larry Nance Jr. e poco altro, in una sfida che ha subito visto Matthew Dellavedova vestire i panni dell’ex: 11 punti e quattro assist in uscita dalla panchina nei 16 minuti giocati. Un immediato ritorno a casa, giusto per non dimenticare cosa volesse dire far parte di una squadra vincente.

Dallas Mavericks-Orlando Magic 101-76

La decima vittoria interna consecutiva dei Mavs non è mai in discussione e porta la firma inaspettata di un rookie, Jalen Brunson: alla seconda presenza in quintetto in fila, l’ex Villanova segna 11 dei suoi 17 punti (massimo in carriera) nel primo tempo, quando colleziona un perfetto 5/5 al tiro e trascina i suoi alla facile vittoria contro Orlando. Harrison Barnes manda a segno gli ultimi 8 punti del primo tempo dei Mavs, chiuso sul 52-40, e termina la gara a quota 19, mentre 16 li aggiunge anche Dwight Powell. Non raggiunge invece la doppia cifra per punti segnati Luka Doncic (solo 2/11 al tiro) ma rimedia facendo segnare i suoi massimi in carriera per rimbalzi (11) e assist (9). Jonathon Simmons manda a referto il suo massimo stagionale con 18 punti e Aaron Gordon è l’unico altro giocatore dei Magic in doppia cifra con 10, mentre Nikola Vucevic si ferma a 8 ma cattura 16 rimbalzi. 

Indiana Pacers-Washington Wizards 109-101

Victor Oladipo continua a posticipare un rientro sul parquet che preoccupa non poco i Pacers, che nel frattempo macinano vittorie e avvicinano un’ipotetica quota playoff, mostrando solidità e varietà di opzioni. Alla sirena finale il migliore è Myles Turner, decisivo su entrambi i lati del campo e autore di 26 punti e 12 rimbalzi con 11/16 al tiro. Uno dei sei giocatori di Indiana a chiudere in doppia cifra, mentre dall’altra parte sono 30 i punti realizzati da Bradley Beal. John Wall resta a riposo a causa di un problema al piede (lo stesso che non gli aveva permesso di andare oltre il singolo punto realizzato contro Cleveland), mentre Washington incassa così la seconda sconfitta consecutiva.