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NBA, i Chicago Bulls mettono Jabari Parker in panchina: "È fuori dalla rotazione". Si separano le strade?

NBA

Coach Jim Boylen ha deciso di togliere dalla rotazione il giocatore più pagato della squadra, elogiandone però l'atteggiamento positivo. Le strade tra i Bulls e il prodotto di Chicago però potrebbero separarsi presto: il suo contratto ha un'opzione per il prossimo anno che molto probabilmente non verrà esercitata

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Sono passati ormai dieci giorni dal licenziamento di Fred Hoiberg e la promozione di Jim Boylen a capo-allenatore, e i Chicago Bulls non hanno ancora avuto un giorno libero. Non ci riferiamo solamente agli allenamenti in stile militare ordinati da Boylen, ma anche al continuo turbinio di notizie attorno alla squadra, quasi mai per motivi cestistici. L’ultima in ordine temporale è la situazione di Jabari Parker: secondo quanto riportato da ESPN, il minutaggio dell’ala verrà drasticamente ridotto, tanto da non considerarlo più un membro fisso della rotazione. Per intenderci: nella partita di stanotte contro gli Orlando Magic, l’ex di Milwaukee ha giocato solamente quattro minuti nonostante l’assenza di un giocatore nel suo ruolo come il rookie Chandler Hutchinson, segnale tutt’altro che incoraggiante per le prospettive di Parker. Una decisione inconsueta per un giocatore che comunque rimane il più pagato della squadra (20 milioni di dollari, mezzo milione più di Zach LaVine) anche se già dalla scorsa estate i Bulls si erano cautelati trovando un accordo a brevissimo termine. Parker infatti è stato firmato di fatto con un annuale, visto che la prossima stagione a 20 milioni di dollari è in opzione a favore della franchigia, e per come si sono messe le cose è estremamente improbabile che venga esercitata – anzi, le strade delle parti si potrebbero separare presto, anche se non c’è stata ancora alcuna conversazione per un potenziale buyout.

Perché i Bulls mettono in panchina Parker?

Sulla situazione di Parker pesa soprattutto un rendimento difensivo ben al di sotto delle attese, aumentato anche dal fatto che nello scorso luglio il giocatore aveva dichiarato candidamente che “In questa lega non si pagano i giocatori per difendere: ho segnato 20 e 30 punti contro giocatori che dicono di difendere bene”. Coach Boylen ha difeso la sua decisione dicendo che era “basata sugli accoppiamenti” e che “è difficile far giocare tre ‘4’ diversi” (gli altri due sono Lauri Markkanen e Bobby Portis), ma poi in fretta ha cercato di spostare il discorso sui concetti di squadra (“La cosa importante è il gruppo”), di mantenere un atteggiamento positivo (“Quando non si è in campo tutti devono sostenere i compagni”) e che la stagione è ancora lunga (“Mancano tante partite, avremo bisogno di tutti”). Ciò nonostante, la realtà dei fatti è che Parker è stato messo sul fondo della panchina, decisione che Boylen ha detto di aver spiegato al suo giocatore, ma senza dare rassicurazioni su quello che succederà nel prossimo futuro. Ad ogni modo Boylen ha elogiato l’atteggiamento tenuto dal giocatore, che invece sulla questione non ha ancora detto la sua: “Jabari è stato grande, capisce quello che sta succedendo e vuole aiutare la squadra a vincere. E questo è ciò che gli abbiamo chiesto di fare”. Se però per aiutare la squadra a vincere la scelta è quello di non farlo giocare, non c’è la base per continuare un rapporto che ormai ha raggiunto un punto di rottura.