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NBA, tutti i record della folle e divertente sfida tra Spurs e Thunder

NBA

C'è bisogno di fare un po' d'ordine, in una partita storica nel suo genere: per punteggio, statistiche e dati raccolti dai protagonisti e dalle due squadre. Una di quelle che resteranno a lungo nella memoria degli appassionati NBA

CHE PARTITA A SAN ANTONIO: SPURS DA RECORD, BATTUTA OKC DOPO 2 OVERTIME

Da dove conviene cominciare per descrivere una sfida del genere? Dalla fine, dai 301 punti combinati tra le due squadre, che rappresentano il massimo raccolto come somma totale non solo in questa regular season, ma negli ultimi 12 anni in NBA. L’ultima partita ad aver raccolto un punteggio complessivo così alto risale al 7 dicembre 2006: New Jersey Nets-Phoenix Suns 157-161, arrivato anche in quell’occasione dopo due overtime. Uno score tutt’altro che usuale per la squadra di coach Popovich (mai sotto la sua gestione si era segnato così tanto), visto che San Antonio non realizzava così tanti canestri dai 161 punti totali raccolti contro i Denver Nuggets nel 1990. Discorso diverso per i Thunder invece, che ne avevano messi a referto 148 contro Cleveland lo scorso gennaio – quando c’era ancora LeBron James in Ohio – in una partita senza supplementari. I texani hanno scelto quindi il modo più strano per regalare a Popovich un successo storico: il n°1.222, quello che vale il sorpasso su Jerry Sloan al terzo posto all-time tra gli allenatori. Gli obiettivi da raggiungere adesso si chiamano Lenny Wilkiens (1.332 vittorie) e Don Nelson, in vetta con 1.335 W conquistate. Con un LaMarcus Aldridge del genere, un traguardo che appare certamente più alla portata.

Aldridge entra di diritto nella storia degli Spurs

“È stata una di quelle notti…”, sottolinea il n°12 degli Spurs, sorridente dopo i 56 punti realizzati contro i Thunder; polverizzato il suo vecchio massimo in carriera (45 punti), fissato lo scorso marzo. Nessun giocatore degli Spurs aveva mai avvicinato cifre del genere nell’ultimo decennio, con Tony Parker che contro Minnesota nel novembre 2008 arrivò a segnarne 55. Quella di Aldridge è una prestazione superlativa: 20/33 dal campo, 16/16 ai liberi e un passo deciso nella storia della franchigia texana. Il suo è il terzo punteggio di sempre raccolto da un giocatore di San Antonio, dopo i 71 di David Robinson del 1994 e dei 63 di George Gervin del 1978. La differenza fondamentale tra le prestazioni però sta nel fatto che nei primi due storici casi, tutta la squadra giocava in funzione del loro leader per permettergli di vincere il titolo di marcatori a fine stagione, mentre i canestri di Aldridge sono stati decisivi in una vittoria combattuta dopo due overtime. L’ex All-Star dei Blazers diventa così il nono giocatore in stagione a superare quota 50 punti, dopo Steph Curry, Kevin Durant e Klay Thompson degli Warriors e Kemba Walker, LeBron James, Derrick Rose, James Harden e Blake Griffin. Un bel club di cui entrare a fare parte. Alla fine ha ragione Quincy Pondexter, che cerchia il referto della partita e lo posta sottolineando: “Io e LaMarcus abbiamo segnato in combinata ben 56 punti, non una cattiva serata”.

Il record di triple degli Spurs, merito (anche) di Belinelli

Non solo i bersagli e i punti di Aldridge, ma anche la precisione dall’arco ha permesso a San Antonio di vincere un match molto sofferto. La sequenza di triple con cui i texani hanno iniziato la partita è da record: 10/10 dall’arco prima dell’intervallo lungo, nessuno in NBA c’era riuscito nelle ultime 20 stagioni (il filotto in realtà è 14/14, anche quello record degli ultimi due decenni). Cinque di questi bersagli sono firmati da Marco Belinelli, che chiude il primo tempo con 17 punti (saranno 19 alla sirena totale) e protagonista di un filotto impressionante: il n°18 dei nero-argento segna tre canestri dall’arco in meno di un minuto. L’ultimo giocatore a riuscirci? Sempre Belinelli, lo scorso 21 dicembre. Una vera e propria sentenza, alla guida di una panchina che soprattutto nei primi due quarti ha fatto faville. Dopo 16 minuti di gioco, i punti raccolti dai giocatori entrati a gara in corso erano 32 (con 9/9 dall’arco), contro i 35 totali messi a referto dai Thunder. A fine partita dunque non sorprende il fatto che le cifre totali di San Antonio siano da record: 16/19 dall’arco, 84.2% - la miglior percentuale mai raccolta da una squadra nella storia NBA dalla lunga distanza, avendo tentato almeno 15 conclusione dall’arco (superato il 14/17 dei Bulls nel 2005). Nessuno di questi bersagli porta la firma di Aldridge, che diventa così il primo giocatore a segnare almeno 56 punti senza una tripla dai 61 raccolti da Shaquille O’Neal contro i Clippers nel giorno del suo compleanno nel 2000. L'avevo detto che una partita così non si era mai vista.

Westbrook, una tripla doppia mai vista prima

OKC però è rimasta in corsa per ben 58 minuti e per restare aggrappata contro un avversario così ben attrezzato, ha dovuto a suo modo inevitabilmente ricorrere a qualcosa di eccezionale. In primis affidandosi a un super Russell Westbrook, che chiude con la 13esima tripla doppia in stagione e condisce la sua prestazione con qualcosa di letteralmente mai visto prima: 24 punti, 13 rimbalzi e soprattutto 24 assist (primo 24-24 dal 1990 a oggi, dai tempi di Magic Johnson), suo nuovo massimo in carriera per numero totale di passaggi vincenti in una singola sfida per il n°0 (record anche in casa Thunder, a -1 da quello all-time considerando anche i SuperSonics che toccarono quota 25 grazie a Nate McMillan nel 1987 – l’attuale allenatore dei Pacers). Mai nessuno aveva distribuito così tanti assist in una gara chiusa poi in tripla doppia con così tanti rimbalzi e il rammarico per Westbrook resta quello di non essere riuscito a contribuire al successo della sua squadra (tutti i suoi compagni messi assieme hanno chiuso con nove assist totali, per rendere l'idea). È suo il merito di mettere in ritmo Jerami Grant, che fa il suo sotto canestro e chiude con 25 punti – neanche a dirlo, massimo in carriera anche per lui. Anche i 23 punti di Derrick White in casa Spurs rappresentano un primato personale (super partita per il n°4 nero-argento), così come le sette triple messe a segno da Terrance Ferguson su dieci tentativi. Meglio fermarsi qui, anche perché il concetto è chiaro: una partita così non l'avevano mai giocata prima.