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NBA: Anthony Davis fuori soltanto una settimana, pericolo scampato per i Pelicans

NBA

Dopo le rivelazioni dell'agente Rich Paul, la stella dei New Orleans Pelicans rimarrà in realtà fuori soltanto per una settimana. Un grosso problema evitato per la franchigia della Louisiana, che rischia di non riuscire a guadagnarsi un posto per i playoff

Aggiornamento 24 gennaio: La visita con lo specialista della mano a cui è stata sottoposto Anthony Davis ha rassicurato non poco i Pelicans, garantendo che il recupero avverrà in una sola settimana – un sospiro di sollievo rispetto al mese preventivato. Nella giornata di domani verrà rivalutata la sua situazione, considerando nel caso di farlo tornare sul parquet già nelle sfide del prossimo weekend. “Le cose sono andate molto meglio del previsto”, commenta l’agente Rich Paul, il primo a lanciare l’allarme rispetto a una possibile assenza prolungata. “Andremo avanti con cautela, ma non c’è motivo di dubitare del suo pronto recupero”. La prossima volta magari converrà fare attenzione anche al tono e all’importanza delle parole utilizzate.

Ci sono degli aggiornamenti per quanto riguarda l’infermeria dei New Orleans Pelicans, e non arrivano buone notizie per coach Alvin Gentry. Secondo quanto detto dall’agente Rich Paul a Shams Charania di The Athletic, Anthony Davis rimarrà fuori per le prossime due-quattro settimane. La diagnosi sarà più precisa dopo la visita con uno specialista della mano per determinare l’entità del danno subito all’indice della mano sinistra, sperando che non si tratti di una frattura completa. Un grosso problema per i Pelicans, che con un record di 22-25 si ritrovano a tre partite di distanza dall’ottavo posto occupato dagli L.A. Clippers, ma soprattutto hanno davanti tre squadre come Minnesota, Sacramento e Los Angeles Lakers. I Pels sono tornati alla vittoria contro Memphis nel Martin Luther King Day cavalcando i 20 punti con 10 rimbalzi del redivivo Jahlil Okafor, inserito in quintetto al posto di Davsi e subito produttivo (anche se contro una squadra in difficoltà come i Grizzlies). Però è chiaro che senza Davis la rincorsa ai playoff si fa sempre più difficile, anche perché New Orleans ha un record di due vittorie e quattro sconfitte senza “AD” in campo e perdono una produzione da 29.3 punti, 13.3 rimbalzi e 2.6 stoppate a partita. Non solo: secondo il sito Tankathon, il loro calendario è il decimo più difficile della lega, dovendo affrontare dirette concorrenti come Oklahoma City (due volte), San Antonio (due volte), Houston, Denver e Minnesota da qui alla pausa per l’All-Star Game. Dovessero uscire da questo periodo ancora più lontani dall’ottavo posto, si aprirebbero scenari inquietanti per la franchigia della Louisiana.

La calda estate di Anthony Davis e dei Pelicans

Tutti sanno infatti che a fine anno i Pelicans potranno offrire un’estensione salariale da 239 milioni a Davis, il quale però ha già fatto capire che i soldi conteranno solo fino a un certo punto sulla sua scelta, privilegiando la possibilità di vincere e di lasciare un’eredità importante. E anche se i Pelicans dovessero miracolosamente agganciare l’ottavo posto, non c’è alcuna certezza che possano essere competitivi ai playoff, specialmente se dovessero incrociare la strada dei Golden State Warriors già al primo turno. New Orleans, insomma, è molto lontana dal poter competere per il titolo, che è l’obiettivo richiesto da Davis per continuare la sua storia con la squadra che lo ha scelto al Draft. Ma se così non dovesse essere e se in estate dovesse rifiutare l’estensione, allora la franchigia dovrebbe rassegnarsi a cederlo piuttosto che vederlo partire a zero nell’estate del 2020. E a quel punto si scatenerebbe un’asta gigantesca per uno dei talenti più luminosi dell’intera NBA.