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NBA, risultati della notte: Curry&Durant mandano ko Phila, battute anche Denver e Indiana

NBA

Tante sconfitte eccellenti nella notte NBA: cadono i Denver Nuggets in casa, sconfitti a sorpresa da New Orleans, vanno ko anche due tra le prime quattro squadre a Est, Philadelphia e Indiana. Pacers battuti dagli Orlando Magic, che come i Detroit Pistons hanno vinto 8 delle ultime 10 gare

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TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Philadelphia 76ers-Golden State Warriors 117-120

Nella serata in cui a Philadelphia si festeggia il 57° anniversario della gara da 100 punti di Wilt Chamberlain (record messo a segno con la maglia dei Philadelphia Warriors), due tra i più grandi realizzatori della pallacanestro moderna permettono ai Golden State Warriors – diretti eredi di quella squadra – di tornare alla vittoria dopo due sconfitte consecutive. Kevin Durant segna 34 punti, Steph Curry si accende nel quarto quarto – segnandone 11 dei suoi 28 in una serata contraddistinta da problemi di falli – e con 25 di DeMarcus Cousins i campioni in carica portano a casa un’importante vittoria sul parquet del Wells Fargo Center, di fronte a una squadra di vertice della Eastern Conference, reduce da un’importante vittoria contro OKC. Dopo due inusuali sconfitte contro Heat e Magic, i californiani affrontano la trasferta di Philadelphia senza Klay Thompson, ma i padroni di casa devono ancora fare a meno di Joel Embiid (rientro previsto settimana prossima), Boban Marjanovic e anche Amir Johnson, il loro quarto centro di rotazione (in quintetto parte quindi Jonah Bolden). Si affidano allora alle altre tre stelle del loro roster, con Ben Simmons che centra la seconda tripla doppia consecutiva (la 22^ in carriera) con 25 punti, 15 rimbalzi e 11 assist, Jimmy Butler che ne aggiunge 21 e Tobias Harris 20, ma si mette in luce anche Mike Scott che chiude a quota 22 dalla panchina. Non bastano però a reggere l’urto di un terzo quarto che vede gli Warriors piazzare un parziale di 38-23 e delle prodezze nel finale di Curry, che segna 9 punti consecutivi per i suoi (dal 109-108 Sixers fino al 117-111 per gli ospiti) decidendo le sorti dell’incontro. 

Denver Nuggets-New Orleans Pelicans 112-120

Pesante sconfitta casalinga per i Denver Nuggets, che mollano in parte la presa sugli Warriors nell’inseguimento al primo posto a Ovest e si arrendono a un avversario dalle modeste pretese come New Orleans. I Pelicans, sotto di 19 lunghezze dopo un quarto d’ora, risalgono la china, segnano 40 punti nel solo secondo quarto e guidati dai 29 punti di Jrue Holiday e dai 28 Julius Randle che fanno a meno di Anthony Davis (tenuto a riposo come d’accordi nei back-to-back per evitare ulteriori sollecitazioni e problemi fisici). “Abbiamo giocato più forte di loro, su entrambi i lati del campo: pensavano di averla vinta dopo poco più di un quarto, ma noi non abbiamo mollato”, sottolinea coach Gentry, consapevole che ad aiutare i Pelicans ci hanno pensato tra le altre cose anche i problemi di falli per Nikola Jokic; spedito in panchina subito da coach Malone dopo che gli arbitri avevano fatto rapidamente lievitare il conto dei suoi falli: il serbo resta sul parquet per soli sei minuti nel primo tempo, autore di due falli nel primi tre minuti di gioco e costretto a stare seduto. Nonostante questo, Jokic è il miglior realizzatore di Denver con i suoi 20 punti, al pari di Jamal Murray in una squadra con cinque giocatori in doppia cifra. Golden State adesso dista una gara e mezza (con una sconfitta in meno): mantenendo più a lungo la concentrazione, l’inseguimento è ancora possibile da completare.

Indiana Pacers-Orlando Magic 112-117

Gli Orlando Magic ci hanno preso gusto: vincere aiuta a vincere e i playoff, che mancano da sei anni alla squadra della Florida, sembrano adesso un obiettivo non troppo complicato da raggiungere. Nikola Vucevic chiude con 27 punti, Terrence Ross ne aggiunge 23, portando i Magic al pari degli Hornets all’ottavo posto virtuale e rendendo molto più combutta la lotta playoff a Est: per Orlando è il decimo successo nelle ultime 13 partite, raccolto tirando con il 51% dal campo e con Evan Fournier che si è preso la tripla che ha deciso il match. Indiana infatti, trascinata dai 25 punti di Bojan Bogdanovic e dai 23 e dieci assist di Darren Collison, ha tirato a sua volta con il 55% dal campo di squadra, riportandosi sul -2 a 30 secondi scarsi dalla sirena. I Magic a quel punto hanno lasciato scorrere i secondi, trovando sul finire di possesso la tripla che ha portato il francese a quota 19 punti personali e Orlando oltre il singolo possesso pieno di margine a nove secondi dal termine. Il modo ideale per lanciare il rush finale di quest’ultimo mese di regular season.

Miami Heat-Brooklyn Nets 117-88

Conquistare un bel po’ di vantaggio non è mai stato un problema in questa stagione per i Miami Heat. Conservarlo invece ultimamente si è rivelato meno semplice del previsto. Non contro i Brooklyn Nets, in quella che coach Spoelstra ha definito una partita “necessaria”: in vantaggio dall’inizio alla fine, senza flessioni, facendo riposare molti giocatori e tirando il fiato senza dover per forza di cose rinunciare al successo. Il tutto contro un’avversaria diretta nella corsa playoff, che a questo punto coinvolge anche gli Heat: per Miami sono 25 punti per Kelly Olynyk, 18 per Derrick Jones Jr. in uscita dalla panchina in una sfida in cui la squadra di casa non è mai stata in svantaggio nell’arco dei 48 minuti. Dwyane Wade parte malissimo, tira 0/6 nel primo quarto – seconda peggior partenza della sua carriera nei primi 12 minuti – per poi chiudere con nove punti complessivi. Dall’altra parte 15 punti per Joe Harris, dieci di D’Angelo Russell e davvero poco altro da salvare, se non la posizione in classifica – insidiata sempre più dai Detroit Pistons.

Cleveland Cavaliers-Detroit Pistons 93-129

Detroit vince fuori casa, va sopra di 33 già nel primo tempo, chiude sul +36 e né Blake Griffin né Andre Drummond sono i top scorer per coach Dwane Casey. In casa Pistons infatti è la serata di Luke Kennard, che chiude a quota 26 punti con 10/15 dal campo e un quasi perfetto 6/7 dall’arco, e di Reggie Jackson, che segna 12 dei suoi 24 punti nel primo quarto, con un perfetto 5/5 al tiro. Ecco allora che i due leader di squadra per una volta possono giocare da spalla: Griffin sfiora comunque la tripla doppia, con 14 punti, 9 assist e 7 rimbalzi, mentre Drummond non manca la sua consueta doppia doppia, a quota 13 punti e 10 rimbalzi, anche approfittando dell’assenza di Kevin Love tra gli avversari, tenuto ancora a riposo. Per Cleveland il top scorer è Collin Sexton a quota 16 punti ma il rookie dei Cavs tira solo 3/13 dal campo. 

Dallas Mavericks-Memphis Grizzlies 81-111

Jonas Valanciunas è l’uomo copertina del successo in trasferta dei Grizzlies contro i Mavericks; crollati sul parquet dell’American Airlines Center nel peggiore dei modi, come mai era accaduto in questa regular season. Il lungo lituano chiude con 20 punti e dieci rimbalzi, a cui si aggiungono i 12 di Joakim Noah in uscita dalla panchina in una partita in cui Dallas ha sofferto la fisicità sotto canestro degli avversari. Per i Grizzlies è la vittoria con il margine più largo della stagione, secondo sorriso nelle ultime sette uscite della squadra del Tennessee. Discorso inverso per i Mavs, che invece in questa stagione non avevano mai incassato una sconfitta così ampia: Luka Doncic chiude con 22 punti, a cui si aggiungono i 13 di Dwight Powell, messi a referto con difficoltà da una squadra che tira con il 31% complessivo dal campo – peggior dato stagionale anche questo – e convertendo soltanto sette dei 40 tentativi dalla lunga distanza. Davvero una serata no, in una stagione a cui Dallas non ha davvero più nulla da chiedere.