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NBA, i Lakers e il tiro dall'arco che non va: i migliori sono quelli andati via

NBA

I gialloviola sono al 29° posto per percentuale dall'arco, sempre vincenti nelle (rare) volte in cui hanno trovato il fondo della retina da lontano con continuità: LeBron crea, ma nessuno trasforma, anche perché un paio di grandi tiratori i Lakers hanno preferito perderli per strada

DOC RIVERS NUOVO ALLENATORE DEI LAKERS? "NO GRAZIE"

Una delle ragioni alla base della deludente – per non dire disastrosa – stagione dei Lakers è stata la resa altalenante dei gialloviola con i piedi oltre l’arco. Il tiro da tre punti è uno dei talloni d’Achille di un gruppo che non può di certo fare affidamento su specialisti, anche se l’arrivo di LeBron in squadra si sperava potesse diventare un generatore automatico di canestri. Di assist e di spazio in parte lo è stato, ma per trovare il fondo della retina c’è bisogno anche del lavoro del supporting cast. I dati non potrebbero essere più eloquenti: ogni volta che i Lakers in questa stagione hanno tirato di squadra con più del 40% dall’arco – 11 volte sulle 71 totali – è sempre arrivata una vittoria. Così come nelle 13 partite in cui i Lakers si sono fermati al di sotto del 25% complessivo sono stati sempre battuti. Dati speculari, rotondi, che raccontano due facce della stessa medaglia: con la scarsa incidenza offensiva dall’arco in attacco, non si va da nessuna parte. Di sicuro non ai playoff a Ovest, con una concorrenza agguerrita contro la quale non si è riusciti a opporre una difesa valida, un gruppo rodato e alternative in parte carenti a causa degli infortuni. No, i Lakers hanno raccolto cifre mediocri dalla lunga distanza, al momento al 29° posto per percentuale da lontano (33.1%), davanti soltanto ai Phoenix Suns e 22esimi per numeri di canestri totali dall’arco raccolti. Mancano i tiratori, gli specialisti che diano continuità di resa. In questa regular season NBA sono 71 in totale i giocatori che hanno tirato più di 300 volte dall’arco – dopo la sfida contro gli Hawks, James Harden e i suoi 890 tentativi rappresentano il nuovo record per un singolo giocatore in una sola stagione – e tre fanno parte del roster dei Los Angeles Lakers. Al 70° posto per percentuale c’è Kyle Kuzma, che fa meglio soltanto di Russell Westbrook ed è quello che ne ha tentate di più in squadra (sono 378 totali): il suo 30.4% ben racchiude in un solo dato i cinque mesi dei gialloviola.

Quanto servirebbero… D’Angelo Russell e Brook Lopez!

Gli altri due in realtà non è che facciano molto meglio: fuori dai 50 restano anche Kentavious Caldwell-Pope da 34.6% e lo stesso LeBron che tira con il 33.9%: considerando le percentuali in area, al ferro e in penetrazione, quelle conclusioni restano davvero il male minore che le difese avversarie sono disposte a concedere al n°23. Un dato che incide, considerando il fatto che James sta viaggiando a quasi sei tentativi di media a gara – il dato più alto della sua intera carriera. Meno minuti, tanti tiri e una percentuale in calo: il risultato non può che essere una resa e un’efficienza in picchiata, mentre a guardare bene i dati i migliori realizzatori da lontano per percentuale sono stati Lance Stephenson (37.9%) e Rajon Rondo (sì, non c’è refuso). Questa è una delle ragioni per cui coach Walton ha continuato a riproporli sul parquet, nonostante il loro impatto fosse deleterio nell’altra metà campo e spesso sulla chimica di squadra. Insomma, in una classifica in cui Danilo Gallinari è secondo soltanto a Joe Harris e Danny Green, servirebbero giocatori di ben altro spessore e volume. Difficile in una serata del genere non notare la stridente contraddizione dell’osservare i dati dei due giocatori presenti in coabitazione in classifica al 36° posto; appaiati non solo nel passato comune in gialloviola, ma anche per percentuale. D’Angelo Russell e Brook Lopez, 36.6% dall’arco per entrambi, su volumi e numeri di conclusioni ben più alte di quelle prese dai giocatori dei Lakers. La point guard di Brooklyn dopo la gara da 44 punti nuovo massimo in carriera contro Sacramento è salita a quota 202 triple totali in stagione; record di franchigia per i Nets e ottavo in NBA per numero totale di bersagli pesanti. Il lungo dei Bucks invece si piazza al 13° posto, il più produttivo dall’arco della miglior squadra NBA che in questa stagione ha fatto un enorme passo in avanti proprio grazie alla resa nel tiro dall’arco. Insomma un lungo moderno, duttile, pagato davvero poco da Milwaukee (meno di 3.4 milioni di dollari), senza vincoli contrattuali per la prossima stagione: proprio quello che serviva ai Lakers, che invece hanno preferito lasciarlo partire. L’ennesimo errore di una stagione da dimenticare.