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NBA, Harden vs. Antetokounmpo: la sfida per l’MVP si decide su Sky Sport

NBA

Sono i due principali candidati al titolo di miglior giocatore della stagione 2018-19: "Il Barba" segna con medie mai più viste dopo Michael Jordan, "The Greek Freak" sta trascinando i Bucks al miglior record di lega

In diretta martedì notte all’1.00 su Sky Sport NBA, in replica mercoledì ore 14, 18 e 21 (commento: Mamoli-Crespi)

A inizio anno, nel consueto sondaggio condotto dal sito ufficiale NBA tra i vari general manager della lega, il 30% degli interpellati facevano di LeBron James il favorito n°1 a ricevere a fine stagione il premio di MVP. Alle sue spalle, con il 27% delle preferenze, Kevin Durant, seguito da Anthony Davis (17%) e da James Harden al quarto posto (10%). Tra gli altri giocatori capaci di ricevere voti – insieme a Steph Curry, Kyrie Irving, Kawhi Leonard e Russell Westbrook – anche Giannis Antetokounmpo, la superstar dei Bucks. Oggi, trascorsi quasi 6 mesi da quelle previsioni, la battagli sembra essersi ristretta a due nomi, quelli del “Barba” e di “The Greek Freak”, ormai considerati gli unici legittimi destinatari del premio individuale più importante della stagione. Nel caso a vincere fosse Harden si tratterebbe di un dejà vu, bissando il successo ottenuto lo scorso anno; se invece a spuntarla fosse Antetokounmpo, sarebbe in un certo senso una grande sorpresa, perché pur riconoscendo il valore del greco non erano in tanti – neppure a inizio stagione – a immaginarsi un suo sviluppo così rapido e un impatto così determinante sui destini della sua squadra, protagonista dal primo all’ultimo giorno della stagione. Dopo essersi incontrati una prima volta il 9 gennaio – vittoria Bucks di 7 punti, 116-109 al Toyota Center di Houston – i due tornano a fronteggiarsi direttamente sul campo, con in palio – secondo molti – ben più di una semplice vittoria. A questo punto della stagione infatti il vederli uno contro l’altro sembra fornire la suggestione di poter decidere l’MVP NBA 2019 sulla base di un’ultima, entusiasmante sfida diretta (a meno che i due non dovessero tornare a incontrarsi in finale), visto che nell’arco dell’intero campionato sia Harden che Antetokounmpo hanno fatto di tutto per meritarsi il prestigioso riconoscimento. Il primo scontro diretto avevo visto uscire dal campo Antetokounmpo e i Bucks con il greco cronometrato sui 27 punti e 21 rimbalzi (suo massimo stagionale), prestazione a cui Harden aveva replicato di par suo mettendo a referto 42 punti (con 6/16 da tre punti) e aggiungendoci 11 rimbalzi e 6 assist (ma anche 9 palle perse). 

Harden vs. Antetokounmpo: due stagioni stellari

“È il miglior giocatore offensivo che abbia mai visto”. Le parole le ha pronunciate Mike D’Antoni, ma non quest’anno, bensì un anno fa, lanciando la candidatura del suo giocatore al premio (poi vinto) di MVP. Oggi sembrano quasi profetiche, perché nel 2018-19 Harden ha addirittura migliorato una produzione offensiva che sembrava irraggiungibile già dodici mesi fa. E invece: al momento guida la NBA per punti segnati (più di 36 a sera), tiri tentati e realizzati (sia dal campo, che da tre punti che dalla lunetta), usage rate (un irreale 39.1%, con il secondo – Joel Embiid – al 32.1%) e anche numero di cinquantelli segnati in staigone (ben 8). Nella sua annata che lo ha visto trascinare i Rockets dall’11-14 iniziale al terzo posto nella Western Conference (con 14 vittorie nelle ultime 16 partite disputate), Harden ha anche messo in fila la seconda striscia più lunga di sempre di trentelli consecutivi (32) ed è diventato anche l’unico giocatore nella storia della lega ad aver segnato 30 o più punti in una singola stagione a ciascuna delle altre 29 squadre NBA. Dall’altre parte c’è Giannis Antetokounmpo: a favore del greco parla innanzitutto il record dei suoi Bucks, 55 vinte e solo 19 perse al momento, il miglior bilancio della lega. Poi ci sono le sue cifre: i 27.4 punti a sera, i 12.6 rimbalzi e i 6.0 assist a sera sono tutti suoi massimi in carriera, così come lo è anche il 58.2% con cui sta tirando dal campo (il tutto giocando quasi 4 minuti in meno a sera rispetto allo scorso anno). Dovesse finire con queste statistiche eguaglierebbe Oscar Robertson, l’unico altro giocatore (nella stagione 1961-62) a tenere medie di 27+12+6 per tutto l’arco di un’annata. Per 22 volte finora il n°34 dei Bucks ha segnato almeno 25 punti con almeno il 60% dal campo, un’impresa ancora più evidente se si pensa che a inseguirlo in questa classifica c’è Karl-Anthony Towns con 16 partite. Sono del greco le 10 migliori prestazioni realizzative di un giocatore di Milwaukee questa stagione (dai 52 segnati contro Philadelphia solo una settimana fa, suo massimo in carriera) così come anche le 10 migliori prestazioni a rimbalzo. Nell’ultimo mese, poi, anche in uno dei suoi pochi punti deboli offensivi – il tiro da tre punti – è migliorato moltissimo, arrivando a tirare il 35% anche da oltre l’arco. Il tutto guidando anche la miglior difesa NBA (104.4 punti per 100 possessi), con stoppate, recuperi e un’intimidazione fisica di un giocatore dominante in ogni aspetto del gioco. La sua seconda e ultima (se non si ritroveranno con in  palio l’anello) sfida diretta a James Harden è in diretta sugli schermi di Sky Sport NBA stanotte all’1.00 e poi domani in replica con il commento di Alessandro Mamoli e Marco Crespi: un appuntamento imperdibile.