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NBA: Orlando vince, Detroit e Miami no. Charlotte allo scadere spera ancora

NBA

I Celtics vincono lo scontro diretto con Indiana e ipotecano il quarto posto. I Magic travolgono gli Hawks e salgono al sesto, scavalcando i Nets e anche i Pistons battuti a Oklahoma City. Gli Heat perdono in volata con i T'wolves e restano fuori dalla zona playoff. Jeremy Lamb segna di nuovo da tre punti nel finale contro Toronto, tenendo vive le speranze degli Hornets

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LA CORSA PLAYOFF A OVEST

La situazione playoff della Eastern Conference

A cinque giorni dalla fine della regular season, sono ancora tante le posizioni da assegnare in maniera definitiva nella griglia playoff della Eastern Conference. Le uniche certezze sono le prime della classe: Milwaukee Bucks in vetta e Toronto Raptors subito dietro. Oltre a loro, anche i Sixers ormai sono vicini a garantirsi il terzo posto – ostacolati soltanto, in linea teorica, da Boston. I Celtics hanno vinto lo scontro diretto contro Indiana, facendo un bel balzo in avanti per ottenere il fattore campo nel primo turno playoff, mentre i Pacers devono vincere e sperare in due passi falsi dei biancoverdi - altrimenti sarà quinto posto per Indiana. La vera battaglia per la sopravvivenza però è dal sesto al decimo posto: Brooklyn non ha giocato questa notte, ma ha mantenuto la sua settima posizione. A cambiare e invertire i ruoli sono state le squadre attorno, con Orlando che si è presa un comodo successo contro Atlanta nell’ultima partita di regular season casalinga, portando il record sul 40-40 e approfittando del passo falso di Detroit – battuta a Oklahoma City e scivolata così pericolosamente nei pressi della zona fuori dai playoff. I Pistons attualmente sono ottavi, con un record di 39-40 – identico a quello dei Nets, avanti negli scontri diretti, e a una partita di distanza da Miami che ne ha vinte 38 e perse 41. L’ultimo ko è arrivato in volata a Minneapolis, dopo che la tripla finale di Dwyane Wade non ha trovato il fondo della retina. Chi invece non sbaglia mai da lontano allo scadere contro Toronto è Jeremy Lamb, che dopo il pazzesco buzzer-beater da centrocampo di due settimane fa, segna un altro canestro pesantissimo contro i canadesi, regalando un altro successo a Charlotte che resta – almeno aritmeticamente – ancora in corsa per un posto ai playoff, staccata di due partite rispetto all'ultima posizione disponibile per accedere alla post-season.

Indiana Pacers-Boston Celtics 97-117

Tutto facile per Boston nella partita più importante per i Celtics di questa regular season. Un successo in trasferta dal triplice significato: i biancoverdi battono a domicilio i Pacers, avversari diretti che incroceranno nuovamente tra una settimana nel primo turno playoff, prendendosi una vittoria che rende non più equivalenti i record delle due squadre (Boston sale a 48-32, Indiana 47-33) e regala ben due partite di vantaggio ai Celtics, che adesso possono disporre anche del tiebreaker (3-1 in favore dei ragazzi di Brad Stevens negli scontri diretti). Merito di un perfetto Gordon Hayward, autore di 21 punti tirando 9/9 dal campo, 3/3 ai liberi, dal clamoroso impatto nei 26 minuti giocati in uscita dalla panchina (+23 di plus/minus). Insomma, la notizia migliore per Boston che si gode anche un Jayson Tatum da 22 punti e ben sei giocatori in doppia cifra, che non fanno sentire la mancanza di Jaylen Brown ancora alle prese con problemi alla schiena. Dall’altra parte Bojan Bogdanovic si prende una partita di riposo, autore di soli quattro punti con 1/8 al tiro e non bastano i sette giocatori in doppia cifra a evitare ai Pacers la peggior sconfitta casalinga di questa stagione. Non solo in termini di larghezza di risultati, ma anche di ambizioni playoff.

Orlando Magic-Atlanta Hawks 149-113

Primo tempo da record per gli Orlando Magic, che mettono in chiaro sin dalla palla a due quale delle due squadre sul parquet stesse ancora giocando per qualcosa. Il parziale del primo quarto spezza in due la gara: 42-18, seguito poi da altri 39 punti messi a referto dai Magic che toccano così quota 81 già prima dell’intervallo lungo. È record all-time per la franchigia della Florida, che raccoglie un altro successo decisivo e continua la sua risalita, consapevole che tutto si deciderà nelle ultime due sfide: Boston e Charlotte in trasferta, giusto per non complicare l’assunto e il calendario. Per conquistare il successo in Georgia invece sono bastati i tre giocatori a quota 25 punti segnati: Nikola Vucevic, protagonista del parziale del primo quarto e abile a raccogliere anche 11 rimbalzi; Terrence Ross in uscita dalla panchina con un ottimo 6/10 dall’arco; Evan Fournier, che chiude il match tirando 11/14 e un eloquente +32 di plus/minus. Dall’altra parte 22 punti di Young, 20 di Collison e una certezza: contro Orlando non c’è stata partita.

Oklahoma City Thunder-Detroit Pistons 123-110

Il compito più difficile era quello che spettava ai Detroit Pistons, impegnati a Oklahoma City contro un avversario ancora in ballo a Ovest e a caccia del miglior piazzamento. Paul George infatti mette subito in chiaro le cose, chiudendo con 30 punti a referto uniti ai 19, 15 assist – di cui uno spettacolare per Steven Adams, il più bello dell’anno – e otto rimbalzi di Russell Westbrook. Il n°0 di OKC raggiunge così l’aritmetica certezza di concludere per il terzo anno in fila una stagione in tripla doppia di media: mai nessun giocatore prima di lui c’era riuscito nella storia NBA. I Pistons scivolano così all’ottavo posto a Est, nonostante la prestazione maiuscola di Blake Griffin, che torna sul parquet dopo tre gare d’assenza, ancora convalescente, ma dimostra di aver ritrovato smalto e brillantezza. L’ex Clippers gioca tre quarti celestiali, da 44 punti complessivi con 9/14 dall’arco – massimo in carriera – e un impatto enorme sul match. Sul più bello però Griffin finisce la benzina, segna un solo punto nell’ultima frazione, con Detroit che non trova alternative in attacco (particolare la gara di Drummond, 2/3 al tiro e quattro punti in 27 minuti) e si pianta. Alla sirena finale sono 14 punti complessivi di squadra nell’ultimo quarto: troppo pochi per sperare di battere i Thunder a domicilio.

Minnesota Timberwolves-Miami Heat 111-109

Dwyane Wade sbaglia sulla sirena la tripla del possibile sorpasso in extremis, condannando gli Heat a una pesante sconfitte in termini di classifica. Miami incassa il terzo ko consecutivo nel momento peggiore, scivolando a una gara di distanza dall’ottavo posto adesso occupato da Detroit. Alla squadra di coach Spoelstra sono mancate le forze contro un avversario che non ha più nulla da chiedere a questa regular season. In casa T’wolves sono 19 punti a testa per Dario Saric e Gorgui Dieng, a cui si aggiungono i 18 di Andrew Wiggins e la non invidiabile tripla doppia di Karl-Anthony Towns da 13 punti, 12 rimbalzi e ben 11 palle perse. Poco importa, visto che Miami non riesce ad approfittarne, in una sfida in cui il capitano n°3 della squadra della Florida – a un passo ormai dal ritiro – è ancora una volta il migliore in campo dei suoi: 24 punti nei 29 minuti in uscita dalla panchina, con +13 di plus/minus e un grande impatto sul match. Non è bastato però a riagganciare Brooklyn all’ottavo posto; la squadra che gli Heat sfideranno nell’ultima e decisiva sfida. Un treno da non lasciarsi sfuggire per nulla al mondo.

Charlotte Hornets-Toronto Raptors 113-111

Non mollano la presa neanche gli Hornets, chiamati a vincere e a sperare nei passi falsi delle altre più avanti in classifica. Soprattutto perché Jeremy Lamb sembra averci preso gusto dopo il clamoroso canestro da lontanissimo che regalò il successo a Charlotte meno di due settimane fa. L’avversario sono di nuovo i Toronto Raptors, ma stavolta il compito è decisamente più facile: sempre una tripla, ma con qualche secondo in più sul cronometro, con i piedi ben posizioni sull’arco e arrivata dopo uno splendido scarico per mettere in ritmo il compagno da parte di Kemba Walker. Risultato? Tre punti e sorpasso dopo il bersaglio di un Kawhi Leonard da 29 punti e sei rimbalzi con 12/18 al tiro. Ai Raptors è una sconfitta che non cambia nulla, mentre Charlotte si gode i 29 punti e otto assist di Kemba Walker, i 22 a testa arrivati a gara in corso per Frank Kaminsky e il già citato Lamb e soprattutto una vittoria che tiene in linea di galleggiamento gli Hornets. Serve un miracolo, proprio come quelli arrivati allo scadere per ben due volte contro Toronto.