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NBA, Sixers: Joel Embiid in campo in gara-4 a Brooklyn

NBA

Assente in gara-3 per tenere a riposo il ginocchio infortunato, lo status del centro di Philadelphia prima di gara-4 lo ha visto "in dubbio" fino agli ultimi istanti precedenti alla palla a due. Alla fine coach Brown ha scelto di puntare su di lui

COM'E' ANDATA GARA-3

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In gara-3 — la prima al Barclays Center, con il punteggio della serie in parità sull’1-1 — Joel Embiid si era presentato all’arena normalmente, si è cambiato indossando la divisa di gioco, si è allacciato le scarpe ed è sceso sul parquet per testare il proprio ginocchio sinistro. Coach Brett Brown aveva annunciato una “game-time decision” per lui, e così è stato: ma dopo le presenze in quintetto in gara-1 e gara-2 (dov’era stato annunciato come “in dubbio” per la prima gara e “probabile” per la seconda”) gara-3 Embiid l’ha seguita dalla panchina, in borghese. “Dolore al ginocchio”, la spiegazione accanto al suo nome sul referto della gara, e quelle tre lettere — DNP, Did Not Play — a confermarne l’assenza. Assenza che potrebbe ripetersi anche in gara-4, visto che lo status del centro camerunese al momento è nuovamente “in dubbio”, a confermare le perplessità di coach Brett Brown e dei Sixers sull’evenienza di forzare l’impiego di Embiid. A maggior ragione dopo che, senza di lui, in gara-3 i Sixers sono comunque riusciti a vincere e soprattutto a riprendersi quel vantaggio del fattore campo che avevano perso con la sconfitta un po’ a sorpresa di gara-1. L’idea accarezzata in casa 76ers potrebbe essere quella di dare comunque un altro giro di riposo a Embiid, alla luce anche del feedback positivo ottenuto da coach Brown dai due centri da lui impiegati al posto del n°21: Greg Monroe, partito titolare, e Boban Marjanovic, dalla panchina, hanno contribuito con 21 punti e 23 rimbalzi sommando le loro apparizioni in campo (25 minuti per il primo, 19 per il secondo).

Le alternative a Embiid, le cifre in sua assenza

Monroe, messo sotto contratto per 10 giorni dai Boston Celtics il 24 marzo e poi tagliato, si è unito ai Sixers solo il 4 aprile, facendo tre apparizioni sul finale di stagione regolare e guadagnandosi un ruolo nel roster playoff come polizza assicurativa per Embiid. Una polizza a cui coach Brown ha dovuto ricorrere in gara-3 e che potrebbe tornare utile anche nella quarta gara della serie, così come il contributo di un Marianovich spesso dominante offensivamente nei minuti trascorsi in campo (60% al tiro, 8/8 dalla lunetta, un lusso non da poco). “La cura al mio infortunio sta nella gestione dello stesso”, ha dichiarato Embiid ai margini di gara-3. “Dobbiamo gestire lo sforzo nella giusta maniera: non posso far troppo, ma non posso neppure sedere in panchina e non far nulla. Non è facile conviverci, ma devo sopportare il dolore e vedere cosa riesco a fare”. Non una prospettiva esaltante per i tifosi di Philly, che sanno che al loro n°21 sono legate ogni tipo di speranze di vittoria nel lungo periodo: senza di lui in campo — nei 1.807 minuti disputati in stagione — in net rating dei Sixers è negativo (-3.3) a dimostrare l’importanza di Embiid negli equilibri di squadra. “Ogni corpo reagisce in maniera diversa — ha fatto sapere lui — e magari non sento dolore appena finita una partita ma lo sento tutto due giorni dopo”. Pur senza poter sottovalutare Brooklyn, con Toronto all’orizzonte (e una frontline composta da Marc Gasol, Serge Ibaka più Pascal Siakam), per molti la cosa più saggia è provare ad avere ujn Embiid più sano e riposato possibile in vista delle semifinali di conference. E per l’occasione anche lui torna a rispolverare un mantra che alla fine ha dato i suoi frutti: “Sta migliorando, giorno dopo giorno, e ho piena fiducia che lo staff medico non mi lascerebbe mai in campo se pensasse che può succedermi qualcosa di grave. Devo aver fiducia nel processo”. Trust the process, una volta di più. Basterà?