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Playoff NBA, provocazioni, insulti ed esultanze: succede di tutto tra Westbrook e Lillard

NBA

In gara-3 la sfida tra Russell Westbrook e Damian Lillard ha raggiunto il culmine della loro rivalità, tra esultanze provocatorie e prestazioni straordinarie. E non si è limitata a loro, con Schröder e George che hanno aggiunto ulteriore pepe alla serie

WESTBROOK PROMETTE E MANTIENE IN GARA-3

IL RIEPILOGO DELLA SERIE

Se c’è una cosa che abbiamo capito della serie tra Oklahoma City Thunder e Portland Trail Blazers è che tra le due squadre non corre buon sangue – specialmente tra le due point guard, Russell Westbrook e Damian Lillard. Dopo le parole e le provocazioni delle prime due partite, in gara-3 il livello di intensità e di scontro verbale si è alzato a dismisura, specialmente in un secondo tempo tesissimo tra le due squadre. Tutto è cominciato con una stoppata di Westbrook ai danni di Lillard a inizio terzo quarto, con la stella di OKC che rivolgendosi al pubblico ha gridato qualcosa dopo la giocata. Parole che non sono piaciute a Lillard, il quale ha risposto, dando vita a un primo battibecco. Sul possesso successivo, Westbrook ha segnato un canestro con fallo di Lillard, festeggiando con il celebre “gesto della culla” nei confronti del suo avversario, che dal canto suo ha solo abbozzato un mezzo sorriso. “Non l’ho neanche visto” ha detto la stella di Portland dopo la partita. "Spesso mi giro aspettando la rimessa del mio compagno, perciò non posso vedere cosa fa un altro. Se vuole continuare a fare la culla dopo un canestro, può continuare quanto vuole".

Lillard come Iverson, ma alla fine ride Westbrook

Sarà anche così, ma da quel gesto in poi Lillard si è acceso all’improvviso: dopo soli 6 punti nel primo tempo, il numero 0 di Portland ha segnato 25 punti in un assurdo terzo quarto, di cui 23 proprio dopo l’esultanza di Westbrook. Era da ben 18 anni che un giocatore non riusciva a segnare 25 punti in un singolo quarto di una partita di playoff, con l’ultimo a riuscirci che era stato Allen Iverson il 1 giugno 2001 in un ultimo quarto contro i Milwaukee Bucks. E anche se nel post-gara ha negato che fosse stato quel gesto ad accenderlo ("Eravamo sotto in doppia cifra, dovevo alzare il mio livello di aggressività"), viene difficile non pensare che "Westbrook contro Lillard" stia diventando la vera storia di questa serie – anche per il modo in cui l’MVP del 2017 ha alzato a sua volta il livello nell’ultima frazione di gioco. Westbrook infatti ha segnato 14 dei suoi 33 punti nell’ultimo quarto, rispedendo al mittente il tentativo di rimonta di Portland e regalando al suo avversario un secondo gesto della culla e una serie di parole non esattamente gentili a 1:20 dalla fine, quando ha segnato la tripla della vittoria e gli ha puntato contro il dito. Lillard a quel punto si è preso a male parole anche con Paul George e Westbrook si è inserito, prendendosi poi un fallo tecnico a 41.5 secondi dalla fine.

Alla faida si aggiungono anche Schröder e George

Ma non solo: alla sfida incrociata si è aggiunto anche Dennis Schröder, che in panchina ha mimato il gesto di Westbrook “cullando” un asciugamano in più occasioni, e successivamente ha preso in giro il celebre "Dame Time" di Lillard – l’esultanza con cui si porta il dito al polso indicando che è arrivato il suo momento – a due minuti dalla fine quando i Thunder erano avanti di 12. “Sì, quello l’ho visto” ha detto Lillard, che nelle prime due gare lo aveva fatto in faccia al tedesco. "Ho pensato che fosse piuttosto divertente che abbia atteso così a lungo per farlo, quando sapeva già che la partita era decisa. Nelle prime due gare invece non lo ha fatto. Interessante". Finita qui? Non proprio. Sull’ultimo possesso della partita, i Blazers invece di far andare a zero il cronometro hanno tentato un ultimo tiro, sbagliandolo. A quel punto Paul George in contropiede si è regalato una schiacciata rovesciata portandosi la palla tra le gambe – anche per sfogare la frustrazione di una partita difficile da 3/16 – che sapeva tanto di messaggio agli avversari. PG13 si è rifiutato di rispondere a una domanda sul suo gesto nel post-partita, mentre anche Lillard ha preferito lasciar perdere: "Sinceramente? Non mi interessa. Sono i playoff, capisco che alcuni cercano di entrare sotto pelle agli avversari o di mandare un messaggio, ma non importa. La partita è finita. Normalmente certe cose non si fanno, ma non mi interessa: se avevano bisogno di fare qualcosa per sentirsi ancora più dominanti, che facciano quello che vogliono". Gara-4 prevista nella notte tra domenica e lunedì alle 3.30 promette di essere una partita imperdibile, oltre che decisiva per le sorti della serie.